MILANO MON AMOUR: PRESENTATO ALLA LIBRERIA PAIDEIA DI MODUGNO (BARI) IL ROMANZO DI ESORDIO DI DENNY PELLEGRINO Cinema 11 Ottobre 2015 di ROMOLO RICAPITO Presentato presso la libreria Paideia di Modugno (Bari) il primo romanzo di Denny Pellegrino edito da Les Flaneurs, “Milano Mon Amour,- Diario di Una filosofa Inquieta“, 259 pagine, 15 euro. La Pellegrino ha anticipato l’incontro confidando all’autore di questo articolo (nei giorni precedenti) i suoi seguenti crediti che ha esibito anche durante la serata: una laurea in filosofia estetica all’Università Statale di Milano con Stefano Zecchi, lavori in agenzie pubblicitarie di moda , una collaborazione con Vogue, cronista infine uscita dalla scuola di Puglia ai tempi di Mario Gismondi: si è occupata di inchieste per anni, ora però dirige una sua testata on line. Nel suo destino Alessio Rega, l’amico magico, come lo fu Nino Rota per Federico Fellini. E nell’aspetto esteriore, attraente e accattivante, la ragazza è un po’ un misto di una giovane Sandra Milo e una effervescente Giulietta Masina, per la sua ironia spontanea, dai toni quasi fanciulleschi . II giovane editore di Les Flaneurs, Alessio, ha scovato la Pellegrino reputandola un’autrice promettente sulla quale investire. Seduta su un comodo divano rosso all’interno dell’atmosfera intima del salotto della Paideia, strutturato come se si entrasse in una grotta, la Pellegrino, 37 anni, ha rivelato buone doti d’intrattenitrice, esplosiva e quasi sarcastica, accompagnandosi all’amica giornalista Cinzia Stramaglia. Denny Pellegrino ha scelto per l’incontro coi fans, presenti o futuri, una maglia nera girocollo, portata sotto un ampio soprabito sempre nero, il tutto abbinato a jeans sempre neri con risvolto. La neo scrittrice ha calzato, per completare il tutto, un paio di mocassini portati senza calze, decorati a pailllettes e impreziositi da un fiocco. Da notare al polso sinistro un originale bracciale quadrato con “bottoni ” luccicanti. A proposito degli anni milanesi, che ha assaporato dai suoi 19 ai 29, la Pellegrino ha detto: “mi mancano particolarmente” nascondendo dietro il sorriso una profonda emozione, ovvero uno struggimento particolare che sottende probabilmente emozioni indescrivibili e mai più ripetibili: la dolce ala della giovinezza è passata, lasciando spazio a una maturità che, per quanto ancora un po’ lontana , lascia meno margini ai sogni e molto più al senso pratico. Il candore, quasi, di Denny Pellegrino fa il paio coi corti capelli biondissimi quasi alla Jean Seberg o, per attualizzare il tutto , alla cantante platinata del duo “le Donatella”. Denny è il vezzeggiativo di Donata: nomen omen, quindi. Ma passiamo al contenuto del libro : Cinzia Stramaglia ha parlato di “Milano Mon Amour” come di una narrazione molto autobiografica. “Conoscevo i risvolti personali del testo ancora prima che esso fosse pubblicato: quando eravamo colleghe Denny mi confidava nella redazione di Puglia gli aneddoti che costituiscono i temi portanti dell’opera recentemente pubblicata”. Per invogliare il lettore potenziale ad acquistare il suo libro, Pellegrino ha detto: “è un romanzo che si fa leggere da sé. Chiedo a tutti una recensione sulla pagina Facebook “Milano Mon Amour“; quasi tutti i miei acquirenti dichiarano che trattasi di opera che incuriosisce, attrae e risulta leggibile”. A tutto ciò la giornalista-filosofa aggiunge: “tutti riescono a vedere una Milano da una prospettiva diversa. Non luoghi comuni dunque, ma una megalopoli “personalizzata” fatta di scorci, possibilità, incontri, scoperte a livello umano”. La Pellegrino internazionalizza la sua città “del cuore” (e di adozione) con sortite in Andalusia, Thailandia, Canada, New York , tutti posti da lei personalmente visitati. La nostalgia di Milano, una volta ritornata a Palo del Colle, ha ispirato a Denny questo diario catartico. “A Milano ho lasciato il cuore”, sintetizza . Ma la scrittrice ha anche detto, che ipotizzando un suo ritorno al nord, preferirebbe un altro luogo, anche estero, rispetto a Milano, avendo già assimilato e “digerito” la capitale del Panettone. “Mi sento verace, donna del sud, anomala,“ ha confidato in un attimo di verità, ma anche levità. In questo Denny si sente simile all’amico e collega Stefano Mastrolitti, speaker e bellissimo giornalista di Radio 101, che le ha scritto la prefazione al libro. Anche Mastrolitti, “emigrato” a Milano, sente già la nostalgia della focaccia pugliese. Ma la Pellegrino, come si suol dire, alla fine ha sputato il rospo: a Milano ella ha vissuto un grande amore, trasformatosi dunque in una convivenza durata 5 anni. Ecco quindi che l’immagine della città si stempera a fronte della fisicità di un uomo che , se non rimpianto, certamente fu importante nella sua vita, ma ancora di più nella sua formazione. Un’educazione sentimentale allora che si è accompagnata a una vita vissuta in modo frenetico, in quella che è la capitale della moda, o del lavoro tout court. La Pellegrino ha rivelato la sua fragilità di donna quando, frastornata da quel luogo tentacolare che è la città lombarda, si rifugiava talvolta nella sua casetta, quasi in meditazione, in attesa di buttarsi nel tran tran quotidiano, eccitante ma anche defatigante. “Milano insegna ad essere indipendente, lavorando e studiando in materia naturale” è l’assunto di Denny, la quale ha anche confidato di essersi rifugiata nella città meneghina per una voglia di libertà da assaporare in contrasto ai rigidi schemi di una vita di provincia. Inoltre la Pellegrino, che frequentò il liceo classico barese Q. Orazio Flacco, voleva liberarsi dell’etichetta di “provinciale” che i compagni di scuola le avevano appiccicato come un marchio scomodo e quasi irriguardoso . Cimentandosi con la sua conquista del Nord, Denny Pellegrino ha cercato forse una forma di rivalsa sui “denigratori”, acquisendo una sicurezza invidiabile, fiducia in se stessa e altro, che le hanno valso anche l’appellativo di “egocentrica”. “Ma non credo di esserlo”, ha rivelato. La Pellegrino si è dimostrata una perfetta anfitriona,accogliendo istanze, domande, critiche dei suoi ospiti e si è così alla fine definita: “sono una filosofa inquieta. L’inquietudine mi permette di essere viva e ricercare gli altri e altro. Il seguito del libro è depositato nel “cantiere” della mia testa.” “A Milano ho trovato anfratti miei, fisici e spirituali, comprendenti la Milano dei Navigli, delle cascine e delle case di ringhiera”, ha aggiunto . Denny infine ha incuriosito il pubblico dicendo che il suo romanzo contiene negli “sviluppi” la descrizione di “personaggi noti”. Per scoprire, o indovinare chi sono però, occorrerà leggere questo suo Milano Mon Amour.