FOGGIA: Il capogruppo de La Destra in Consiglio comunale esprime la sua dichiarazione contro le accuse di Scarfalotto Cinema 15 Ottobre 2015 a cura di MAGDA LACASELLA Riportiamo la dichiarazione di Bruno Longo, capogruppo de “La Destra”, sulle accuse al Comune di Foggia del sottosegretario alle Riforme, Ivan Scalfarotto, fomentato da Tano Grasso. “La lotta al racket delle estorsioni non si combatte con i distinguo, le accuse reciproche e la delegittimazione delle istituzioni, ma attraverso una proficua sinergia interistituzionale. Per questo auspichiamo che si possano mettere da parte le accuse e si abbassino i toni di una polemica che fa perdere di vista il vero obiettivo: la lotta al racket”. “Premesso che la mancata costituzione del Comune di Foggia al processo Corona rappresenta un episodio e non la regola, appare quanto meno fuori luogo la presa di posizione del sottosegretario Scalfarotto, che in un certo modo ha soffiato sul fuoco di una polemica – precisa Bruno Longo – che non giova a nessuno. Anche perché è proprio compito del governo dotare le forze di polizia e la magistratura di tutti gli strumenti e le risorse umane necessarie ad affrontare le estorsioni e tutti gli atti criminali che vengono commessi nel nostro territorio. A questo proposito ci preoccupano non poco le denunce dei sindacati di polizia, che parlano della grave carenza di poliziotti all’interno della Questura di Foggia, che ha un organico di circa 100 unità in meno rispetto a quelle previste, senza parlare delle difficoltà che si registrano al Tribunale di Foggia per mancanza di organico. Non esattamente il modo migliore per fronteggiare la criminalità in città da parte del governo centrale di cui Scalfarotto è degno rappresentante”. ”Auspichiamo – continua il capogruppo de La Destra – che il sottosegretario del governo Renzi, oltre a lanciare inutili strali, saprà ben rappresentare invece in sede ministeriale questa situazione di difficoltà che riguarda Foggia e la Capitanata”. “Certo la costituzione di parte civile delle istituzioni nei processi di mafia rappresenta un atto importante, ma il contrasto alla criminalità si esegue soprattutto attraverso la dotazione di uomini e mezzi che attualmente sono numericamente e sostanzialmente di gran lunga inferiori rispetto alla necessità di un territorio alle prese con una malavita locale ben organizzata, capillare, dotata di uomini e mezzi, che mostra giorno dopo giorno tutta la sua pericolosità”. ”Per altro verso, ci è dispiaciuto constatare, durante la firma del protocollo d’intesa firmato ieri in prefettura contro il racket nei cantieri edili, l’assenza di Lino Panunzio, presidente onorario della Federazione antiracket di Foggia che porta il nome del padre, morto ammazzato nel 1992, in quello che è stato riconosciuto proprio come il primo omicidio legato al racket nel mondo edile, che da qualche tempo pare si sia disimpegnato da questa associazione. Una decisione che sembra essere passata inosservata e sulla quale il presidente Tano Grasso ha stranamente taciuto e sul quale non ha ritenuto fare piena luce. Così come a fronte di cospicui finanziamenti comunitari ottenuti, non siamo a conoscenza dei numeri che ha prodotto la FAI in provincia di Foggia, ovvero quante denunce siano state effettuate da imprenditori e commercianti taglieggiati. Sembra, addirittura, che la Corte dei Conti di Napoli abbia aperto un’inchiesta sui fondi comunitari ottenuti dall’associazione che fa capo a Tano Grasso, ex parlamentare del Partito Democratico della Sinistra”. “Ci auguriamo per il futuro – conclude Bruno Longo – che Tano Grasso intenda avvalersi anche della collaborazione del Comune di Foggia e che il sottosegretario Ivan Scalfarotto, oltre a fare il moralizzatore, si batta affinché il governo centrale possa recepire le istanze che giungono dai sindacati di polizia, sulla disastrosa situazione in cui versano le forze dell’ordine in provincia di Foggia”. BRUNO GRASSO