al RistoArt TATI’: SERATA CON L’ATTORE E CABARETTISTA MARIO ZUCCA, PRECEDUTO DA UN INTERVENTO DEL DUO COMICO MARETTI & BOCCASILE Cultura Teatro 8 Novembre 201524 Novembre 2015 Arte dissacratoria, ma con gusto e un ampio retroterra culturale alle spalle di Romolo Ricapito Serata in allegria venerdì 6 novembre alla 22 al RistoArt Tatì (ex Dolce Vita) per un one man show di cabaret con Mario Zucca, preceduto da un prologo del duo Boccasile & Maretti, che curano una rassegna di comici affermati fino alla fine dell’anno solare; essa vedrà la partecipazione il prossimo 4 dicembre di Renato Pozzetto. Gli ospiti, alloggiati su tavolini rossi a misura d’uomo che creano un’atmosfera intima e di naturale empatia, senza alcun timore reverenziale per gli artisti, spentesi le luci, si sono divertiti con un loro breve monologo . I simpatici anfitrioni e organizzatori artistici, sono entrati sul palco sulle note dell’ultimo successo di Max Gazzè, “La Vita Com’è”. Il duo si è soffermato in particolare sull’argomento “cultura a Bari”, più che mai di attualità dopo le ultime scelte artistiche dall’Amministrazione, che ha designato Gigi D’Alessio come attrazione di punta per il 31 dicembre in piazza. I due attori, partendo dallo stereotipo che per molti il divertimento nella nostra città è costituito principalmente dal binomio birra-focaccia, hanno enfatizzato le critiche rivolte a D’Alessio attraverso i social network. Il Capodanno con l’interprete e cantautore partenopeo costituirebbe una figura di m…nei confronti (almeno) di chi fino a ieri intendeva Bari ormai come una città europea e di transizione tra un passato da dimenticare, afflitto da troppe concessioni al gusto “popolare”( considerato retrivo e un po’ bigotto ) e un presente ormai avviato verso sperimentazioni “elevate”, nello stile dell’ultimo corteo storico di San Nicola curato da Sergio Rubini e altre trovate di avanguardia cultural-chic. Mario Zucca ha fatto il suo ingresso, molto applaudito, ricordando la sua presenza al locale Dolce Vita nel 1992 con Toti e Tata. Ironizzando sui lumini rossi dei tavolini che assimilavano la sala a un “cimitero”, Zucca è partito col suo one man show comprendente battute fulminanti anche su noti personaggi. Schiaffi ironici a Marina Ripa di Meana e Yuri Chechi, poi ecco il ripercorrere il suo esordio sul palco del Maurizio Costanzo Show, spettacolo televisivo ricco oltre un ventennio fa di casi a dir poco pietosi. Dopo alcuni aneddoti sui carcerati, la raffigurazione di Quarto Oggiaro, il suo quartiere. Zucca rievoca la figura del padre in una lettura paradossale all’insegna del non sense che gli offre la maniera di un excursus storico e culturale dell’Italia degli ultimi 50 anni. Il genitore è ritratto come un uomo severo e stravagante: suonava il pettine con la carta velina. Pittore dilettante, non dipingeva nulla. Dunque il comico ha dissacrato le nostre fobie, innumerevoli e sempre diverse: dalla claustrofobia, agorafobia, ipocondria, nictofobia (paura del buio) sessuofobia, alle paure più improbabili, che sfociano nelle nevrosi più strane. Mario Zucca dunque rifugge da una vena artistica basata sulla facile ironia riguardante l’attualità puntando su una comicità esistenziale basata su ricordi familiari suoi e di tutti: questo crea empatia con la platea, generando risate a profusione, I suoi sono motti re-inventati, o inventati di sana pianta, scanditi con voce profonda e allenata. Ma c’è spazio anche per l’attualità. riguardo la chiesa gay e la banca gay del “Monte dei Pachi di Schiena”, con riferimenti anche ai recenti scandali che hanno visto coinvolti altri prelati del Vaticano in vicende con escort maschili o di pedofilia. Dominano i giochi di parole: ossigenarsi i polmoni, oppure quelli con elaborati doppi sensi sessuali. Ecco le partenze intelligenti per le vacanze, argomento fantozziano, con gli acquazzoni che rovinano le ferie e che quasi purificano. Una critica sociale indirizzata alla colonia per i bambini poveri: i figli delle classi più umili venivano gestiti in improbabili periodi di vacanza, istruiti ad esempio da maestri di educazione fisica sui generis. La cultura vista come riscatto sociale per i loro figli da parte di genitori semi-analfabeti. Le punizioni corporali. Ancora doppi sensi sessuali: l’attrazione, classica, per la bella maestra alle scuole elementari, l’inutilità della laurea finale, equiparata a carta igienica, dunque completamente svalutata . Sull’istruzione: i Promessi Sposi da sempre libro più venduto e meno letto. Storia tra le meno interessanti quella narrata del Manzoni , lunga e farraginosa, con personaggi assurdi e una peste che da flagello svolge un ruolo purificante, cancellando le storture del testo . Il clou arriva con la poesia di Giacomo Leopardi A Silvia, rivista e…”scorretta” con la ri-denoninazione di “A Silvio”. Ripercorsa in modo esilarante e travolgente la carriera del tycoon ed Ex Cavaliere.. Qui veramente Mario Zucca si sbizzarrisce con sproloqui, ironie graffianti, magniloquenza e straordinaria resa vocale e scenica, unita a una gestualità che accompagna le battute, enfatizzandone il significato. E quindi il Natale, quello però di una volta: piatto forte della tavola imbandita dalla mamma il tacchino, ma anche le …uova sode. L’avarizia del nonno, la comicità di una nonna col suo sense of humour sarcastico, il vicino di casa usato come albero di Natale (si chiamava “Pino“) e messo sul balcone imbavagliato e adornato di luminarie, destinato a morte sicura per il freddo intenso di dicembre. Salutando Mario Zucca, Boccasile e Maretti ne hanno ricordato l’attività di doppiatore all’interno della saga cinematografica dei Flinstones: Zucca dava la voce a Fred, il patriarca. Ma doppiò anche Jeff Bridges.