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Film: Regression, di Alejandro Amenabar, con un Ethan Hawke in stato di grazia. Il potere della suggestione domina su tutto

di Romolo Ricapito
Regression, pellicola americana dello spagnolo Alejandro Amenabar è un thriller che si è posizionato abbastanza bene negli incassi prima della valanga di novità natalizie.

il regista Alejandro Amenabar
il regista Alejandro Amenabar
Ispirato a fatti reali, come campeggia in una scritta sullo schermo a inizio film, la sua ‘ambientazione si situa nel 1990 nella cittadina di Hoyer, Minnesota.
 Ecco mostrato  il solito posto di polizia di provincia, il classico detective (Bruce Kenner )  impersonato da Ethan Hawke, ligio al lavoro e razionale, mentre il meccanico John Gray (David Dancik)  è indagato per abusi sulla giovane  figlia Angela (Emma Watson), della quale si prende cura un reverendo (Lothair Bluteau).
Riguardo il cast, è evidente come Ethan Hawke si imponga presto sugli altri interpreti: ormai quarantacinquenne, l’eroe di l’Attimo Fuggente, ex marito di Uma Thurman, ha perso in giovinezza e guadagnato in virilità grazie ai tratti induriti del viso.
La fotografia è molto efficace, tra colori scuri controbilanciati da luci accese che risaltano nell’oggettistica.
Angela, la coprotagonista, ma in realtà facente parte di un cast corale, sarebbe vittima di persecuzioni o persecutori satanici.
regression- le messe nere
                              regression- le messe nere

E qui inizia un gioco di rimandi: la sua stanza è simile a quella di Regan , la ragazzina dell’Esorcista, mentre il poliziesco gradatamente assume la valenza di film psicologico, psicanalitico, introspettivo.

Il diario della ragazza, “mi tocca e mi costringe a fare del sesso” (riferito al padre, n.d.r)  ricorda quello  di Laura  Palmer in Twin Peaks e così qualche sfoggio di  atmosfera.
Il nocciolo del film si fonda su ricordi repressi, regressioni  (da qui il titolo) e sulla tecnica dell’ipnosi regressiva, praticata da uno psicologo che collabora attivamente alle indagini.
La pellicola nella prima parte accusa una staticità da telefilm mentre una certa inutilità è data dal cast male assortito con qualche faccia anonima di troppo.

Ethan Hawke ed Emma Watson
                                                   Ethan Hawke ed Emma Watson
La fede cristiana si contrappone a chi è agnostico mentre i simbolismi (l’uomo di fede, la Chiesa, la Sacra Bibbia, i gatti, la nonna “invasata”)  completano una trama ricca di spunti non sempre organizzati in maniera coerente,
Il mostro che alberga in alcuni di noi, insospettabili e affidabili, potrebbe essere l’assunto dell’opera, che accenna al ruolo al ruolo  dell’informazione, ma si concentra sulla solitudine del detective protagonista.
L’azione poi si sposta in Pennsylvania.
un momento del film, il detective e lo psicologo
un momento del film, il detective e lo psicologo
Il rischio è di non intrigare a sufficienza   nell’attesa della risoluzione finale, mentre ai personaggi si aggiunge un fratello della coprotagonista, Roy (Devon Bostik) , personaggio di secondo piano che però nasconde  un segreto.
Sesso e cannibalismo potrebbero essere gli ingredienti e la distrazione di personaggi appartenenti a  una provincia americana apparentemente normale, ma sotterraneamente mostruosa, dedita a riti esoterici.
Ma niente è come appare veramente, anche quei   personaggi che hanno una doppia lettura,
La forza e il potere della suggestione su persone apparentemente coriacee e forti di carattere è un’altra chiave di lettura assieme a quella che le azioni negative non possono  non dare poi sensi di colpa, anche se  tardivi: è questa l’autentica forma di regressione.  La storia si riscatta abbastanza  nel finale, mentre i rimandi conducono a qualche altra pellicola come Rosemary’s baby, con riferimento alla vecchia occhialuta, malefica  e ridanciana che campeggia negli incubi e in un poster pubblicitario.
L’omosessualità (accennata) di un personaggio di contorno rivela nella sua concezione la mentalità ristretta e la cultura arretrata di una provincia che la bolla come mera sodomia, mentre l’alcolismo è un altro dramma che emerge tra le righe, causa di disforie familiari e disgregazioni.

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