BARI- Beerstruction: intervista ai Backjumper Attualità Cultura Musica 12 Febbraio 201613 Febbraio 2016 di Fabia Tonazzi In attesa del 18 febbraio data in cui si esibiranno I Backjumper presso l’ex Gilda Virgin ,(Viale Luigi Einaudi, 60, 70125 Bari ) l’attuale Tonino Lamborghini Club, abbiamo intervistato per voi Francesco Bellezza e la sua band, ecco cosa ci ha risposto. Buona lettura, se volete vederli e ascoltarli dal vivo non mancate al Beerstruction https://www.facebook.com/events/1655712638014833/ Come nasce il vostro gruppo e da quanto tempo siete attivi nel panorama metal ? Il progetto Backjumper nasce nel 2003, dopo un cambio di line-up nel 2005 con l’arrivo di paCMan alla voce, non ci sono stati cambiamenti, quindi sono ormai 11 anni che il progetto mantiene al suo interno gli stessi interpreti. La nascita è quella tipica di qualsiasi band, ci si è incontrati grazie alla passione per la musica e con la voglia di creare qualcosa di proprio. Si era spensierati e come unico obiettivo avevamo quello di crescere assieme, umanamente ed artisticamente, e direi che ci siamo riusciti. Che genere di musica fate e qual’ è il vostro riferimento musicale? Siamo figli del suono USA Alternative di metà anni ’90 e le nostre influenze sono sempre state molto diverse fra loro: tra la gente che (in un modo o in un altro) ci ha ispirato ci sono sicuramente Rage Against The Machine, Refused e Pantera. Quali traguardi avete raggiunto fino ad oggi e a chi si rivolge la vostra musica? La nostra musica non si rivolge ad un determinato target di persone, in quanto scriviamo fondamentalmente musica per noi stessi. Di traguardi ce ne sono tanti, ad esempio aver avuto la fortuna di aprire concerti di molte band che ci hanno ispirato nel corso del tempo come The Dillinger Escape Plan, Sick of it All, Linea 77 e Lamb of God. Oltre a questo c’è sicuramente la soddisfazione di aver portato la nostra musica fuori dai confini nazionali, in tutta Europa, fino ad arrivare alla soddisfazione più grande: quella di aver suonato al festival Metal più importante del mondo, il Wacken Open Air in Germania nel 2013. Di cosa parlano le vostre canzoni? Tematiche comuni, nessun particolare argomento, dalla vita di tutti i giorni a riflessioni sul mondo in cui viviamo. Come è stato rappresentare l’Italia in Germania al Wacken? Come dicevamo prima, è stata l’esperienza più importante della band da quando è nata, suonare al festival Metal per eccellenza è sicuramente una di quelle cose da “raccontare ai nipoti”. Essere sullo stesso bill di gente come Motorhead, Anthrax, Meshuggah, Deep Purple e Rammstein è una soddisfazione che ci porteremo dentro per tutta la vita. Come succede a molte band, pensate che ci saranno evoluzioni nel vostro sound? Assolutamente si, non abbiamo mai voluto dare limiti al nostro songwriting in termini di influenze, e non intendiamo farlo col prossimo lavoro. Sarà sicuramente caratterizzato dalla estremizzazione di quelle che sono le principali linee guida del nostro “sound”, ma ovviamente la direzione precisa che prenderà è qualcosa che non possiamo prevedere con certezza.