SANREMO FESTIVAL- Terza serata: alla grande ritorno dei Pooh mentre Virginia imita e ravviva- di Clelia Conte Attualità Comuni Cultura Europa Eventi e Tradizioni Musica 12 Febbraio 201612 Febbraio 2016 Gli Zero assoluto, al Centro il Maestro Adriano Pennino di Clelia Conte Serata dedicata alle cover con quattro brani napoletani uno dei quali ” ‘A Canzuncella” non troppo adatta alla pronuncia nordica di Enrico Ruggieri. Seria e sorprendente l’interpretazione degli Zero Assoluto di una canzone dei trascorsi cartoni animati, “Goldreake”, accompagnati dal bravo maestro Adriano Pennino. Patty Pravo invece ha cantato se stessa in un vecchio brano dal titolo “Tutt’al più” ma, più decisa e convincente la canzone interpretata da Noemi di Ivano Fossati, “Dedicato”, che ha vinto su Dear Jack con “un bacio a mezzanotte” e sulla coppia Giovanni Caccamo e Debora Iurato che hanno eseguito “amore senza fine” di Pino Daniele. Vincita di Clementino, anche per il secondo gruppo meritata, con “Don Raffaé” di De André. Dolcenera, questa volta, col brano “Amore disperato”, non ha convinto, forse perchè la canzone è stata troppo artefatta. Elio e le Storie Tese in “Quinto Ripensamento” Sorprendenti, come al solito, Elio e le Storie Tese che hanno cantato Beethoven trasformando il titolo “Quinta Sinfonia” in “Quinto Ripensamento”. Più rilassata, poi, anche se con un look eccessivamente luccicante è apparsa Arisa col brano “Cuore” che cantò, nel 1963, Rita Pavone. Vince la terza selezione di gara il simpatico rapper salernitano Rocco Hunt, con “Tu vo fà l’americano” e la quarta, da Valerio Scanu con “Io vivrò senza te”. Scadente Morgan coi Blu Vertigo, in “La lontananza” di Modugno-Bonaccorti: può andar bene una voce rauca ma, non avere timbro è grave! In seguito l’artista si è tolto, con difficoltà, una giacchetta stretta nel mentre tentava di cantare ma il gesto non gli è riuscito. Premiati gli Stadio Meritatissimo il primo classificato in assoluto, gruppo inossidabile degli Stadio che hanno egregiamente cantato un brano musicale, non semplice, di Lucio Dalla degli anni ottanta “La sera dei Miracoli”. La serata è stata allietata da una divertente Donatella Versace, imitata dalla brava Virginia Raffaele: il personaggio riprodotto, noto per i suoi esagerati interventi di giovinezza, perde i pezzi del corpo, dando un’idea del film “La Morte Ti fa Bella”. L’atttrice comica, ha dimostrato di essere degna professionista e di tenere testa alle critiche del festival. Ancora inutile la presenza di Garko; si bello, ma poi? Stessa cosa per la Ghenea con le sue caratteristiche somatiche gitane e la sua imbarazzante altezza, sarebbe stato meglio farle solo sfilare gli splendidi abiti e non farla parlare: si notava la tensione di Conti quando lei leggeva il copione. Sinceramente un po più di spazio lo avrei dato a Virginia Raffaele all’insegna del buon umore. Il buon Carlo Conti non spicca esteticamente per nulla tra gli spilungoni della serata, diciamo che si è voluto male anche se ha condotto dignitosamente ed ha accolto gli ospiti con simpatia. Virginia Raffaele Dopo l’intervento allietante di Ezio Bosso della serata precedente, attesissimi i Pooh che hanno stravinto su tutti gli altri ospiti, suscitando la curiosità e commozione del pubblico nel rivedere fra loro la figura di Riccardo Fogli dopo 43 anni –“sono per me quattro fratelli fino alla fine dell’anno”- ha dichiarato. Il gruppo infatti, fino a dicembre, saranno assieme per i concerti e poi si scioglieranno. I Pooh all’Ariston Sarà definitivo? Sarà l’ultima volta per loro all’Ariston come hanno dichiarato? La ricongiunta formazione ha allietato i fan con un escursus di storiche canzoni chiudendo con quella che vinse nel Festival del ’90, “Uomini soli”. L’ultimo disco dei Pooh, uscirà a settembre con il titolo “Reunion- L’ultima notte insieme” ed avrà all’interno quattro brani inediti. Detto ciò, si attende con entusiasmo Sanremo per criticare, commentare, scoprire nuovi cantanti ed autori. E’ Vero che per gli snob, il Festival sia per mediocri ma è pur vero che si manifesta l’unico grande evento musicale noto, amato ed anche odiato; é Italiano e in quanto tale, anche se “qualcosa c’è sotto”, è unico e deve esistere. Meglio sarebbe per meriti, ma l’Italia va così e quindi, “aspettiamo tempi migliori”.
Grazie Nello, se ho capito chi sei , hai sempre molto a che fare con svariati giornalisti delle principali testate e tv italiane ! Saluti Clelia Conte Rispondi