LEGEND (Al Cinema Showville di Bari) col candidato all’Oscar Tom Hardy nel doppio ruolo dei fratelli gemelli Kray ( gangster anni Sessanta) soddisfa per la ricostruzione della swinging London Cinema Cultura 4 Marzo 2016 di Romolo Ricapito Il film Legend, scritto e diretto da Brian Helgeland, statunitense di origine norvegese, narra le gesta dei gemelli Reginald e Ronald Kray, detti familiarmente Reggie e Ronnie. Costoro, due gangster nati a Londra nel 1933, furono oggetto di culto popolare per alcune loro originalità caratteriali, per l’avere gestito night club eleganti e in quanto riuscivano a evitare la galera principalmente per i loro ricatti nei confronti dei politici. La ricostruzione d’epoca degli anni Sessanta è ammirevole così come i cromatismi affascinanti della fotografia, che mischia il marrone dei palazzi popolari alle tinte accese delle porte d’ingresso di tali edifici, oppure affascina per i tessuti degli abiti, in particolare quelli della coprotagonista, Emily Browning, nei panni di Frances. Ma a fare la parte del leone è il protagonista Tom Hardy, che interpreta tutti e due i ruoli principali: i gemelli Kray . Tali gemelli sono diversissimi per carattere e inclinazioni: Reggie è un damerino, bellissimo, che corteggia le donne aprendo loro lo sportello dell’automobile, inoltre non ama essere definito gangster ma “proprietario di sale da ballo” alla moda. Mentre Ronnie è gay dichiarato. In questo sovverte un tabù, perché con un misto di ingenuità, a dei “colleghi” che gli offrono di andare a letto con ragazze italiane, risponderà “preferisco i ragazzi italiani, o greci”. In questa forma “antenata” del coming out Ronnie è rispettato nell’ambiente delinquenziale per la sua franchezza, ma non è tutto: l’uomo è uno psicopatico accertato, forse affetto da schizofrenia paranoide.Riesce a ragionare soltanto grazie agli psicofarmaci ed è fuori dal manicomio grazie alla perizia di uno psichiatra compiacente. Tom Hardy ha ottenuto la candidatura all’Oscar come non protagonista per il complesso ruolo “bipolare” : stranezza, perché di fatto è il protagonista assoluto, anzi il superprotagonista. C’è anche la cantante Duffy, in una comparsata, nel ruolo di Timy Yuro , cantante pop statunitense di origine molisana. Nel film si accenna alla contiguità dei Kray col mondo dello spettacolo: in una scena si nomina Joan Collins, abituale frequentatrice del loro night club ma anche l’attrice Barbara Wilson, sconosciuta da noi . Il personaggio femminile, quello di Frances, vorrebbe lasciare il quartiere popolare di East End coltivando aspirazioni più grandi, ma il fidanzato ( poi marito), Reggie Kray le dice: “il centro del mondo può essere dove vuoi tu”. La pellicola registra un alternarsi di fascino e grottesco. Il fascino riguarda la vita di Reggie, il grottesco quella di Ronnie. Il doppiaggio di Giorgio Borghetti per differenziare le voci usa un timbro ridicolo per Ronnie: parla come se avesse una polpetta in bocca. Questo artifizio rende il doppiaggio (per questo particolare personaggio) piuttosto indigesto. I due gemelli sono due supereroi negativi e il film non lo nasconde: non esiste un’apologia delle loro gesta. Se il doppiaggio è a tratti irritante, interessante è la disamina dell’ambiente carcerario, che indaga la spietatezza dei poliziotti. La sceneggiatura ,a due livelli, perché identifica due vite parallele, alterna momenti classici ad altri artisticamente più scadenti laddove si indulge sull’elemento spiazzante della stranezza del gemello gay. Il quale, secondo la cultura dominante dell’epoca, in una scena spiega: “sono uno che lo dà e non lo prende, non sono frocio e non devo nascondere ciò che sono”. Ron, o Ronnie, è un personaggio deviato però soprattutto riguardo la sua imprevedibilità: ma si rivelerà a sorpresa anche il più intelligente. Usa infatti delle citazioni colte sulla Grecia classica ed è l’unico ad avere una cognizione realistica del suo ruolo e di quello del suo germano nel futuro. Questa sorta di preveggenza lo rende alla fine più affascinante del fratello “normale” in un’alternanza di ruoli davvero ambigua. Il normale diventa”anormale”anche nel rapporto con la moglie, ma nello stesso tempo perde il controllo nella gestione dell’aggressività col suo ambiente di “lavoro”. L’ambientazione ad un certo punto gira su se stessa riproponendo gli stessi interni.. La caratterizzazione di Tom Hardy riguardo il fratello “pazzo” in certe scene è comico-grottesca: sembra Lurch, il domestico della famiglia Addams. Questa ridicolaggine è costata al protagonista sicuramente la mancata assegnazione dell’Oscar che avrebbe certamente meritato. Il film si riscatta da alcune forme prolisse grazie alla riuscita evoluzione dei personaggi, sempre però quelli principali: i Kray In un ruolo minore troviamo Chazz Palminteri nella riuscita parte di Angelo Bruno.Il film porta la bandiera britannica e annovera nella colonna sonora brani celebri come la colonna sonora diScandalo al Sole e Something’ stupid. Della gang dei fratelli Kray fece parte il malavitoso Jimmy “The Dip” Kensit, padre della nota cantante Patsy Kensit. Il film è tratto dal Libro The Profession of Violence di John Pearson, nato nel 1930.