Presentato al cinema Galleria all’interno delle Nuove Proposte in concorso al Bif&st il film “L’età d’oro”. Applausi soltanto per Laura Morante (assente). Opera poco riuscita ma dalle intenzioni alte- di Romolo Ricapito Attualità Cinema Cultura Eventi e Tradizioni 7 Aprile 20167 Aprile 2016 Laura Morante esce dal Margherita di Romolo Ricapito foto di Francesco Guida Bif&st, 6 aprile 2016 Presentato al Bif&st di Bari in concorso (Nuove Proposte del cinema italiano-Italian Film) il film di Emanuela Piovano L”Età d’Oro”, con interprete principale Laura Morante. Presenti però alcuni altri attori del film come il giovane coprotagonista Dil Gabriele Dell’Aiera, Giselda Volodi, Gigio Albert. Laura Morante- ‘L’età doro’ Del cast fanno parte anche Stefano Fresi, Giulio Scarpati e Eugenia Costantini nel ruolo di Vera. Tagliando fuori la retorica tipica del Bif&st di quest’anno con la giornalista di turno che parlava di “sale piene, con tanta gente fuori”, esaminiamo l’incontro nel suo effettivo valore. Annabella Miscuglio, scrittrice e documentarista italiana (1939-2003) La regista Piovano ha detto che l’opera è ispirata alla vita di Annabella Miscuglio, documentarista attiva negli anni ’60-70 e tra le fondatrici del Film Studio a Roma, presso Trastevere. Negli anni ’80 il Film Studio (avente il compito di promuovere la qualità nel cinema italiano) aveva però già chiuso i battenti, “lasciando un’aura strana“- ha detto la cineasta –ovvero un autentico vuoto nell’ambito della cultura. Annabella e il suo gruppo furono un’élite“. Emanuela Piovano frequentò la Miscuglio, che abitava in una bella casa popolare, attigua ai luoghi dove fu trovato ucciso il regista P.P. Pasolini. Divenne amica anche di Piero Alto, figlio della documentarista. Emanuela Piovano e MariaPia Fusco (ds.) Poi le due donne si persero di vista, quando all’incirca nel 2002 la Piovano ricevette una telefonata dall’amica, le quale candidamente le confessò “: sto per morire”, manifestando l’esigenza di rivederla, facendo la regista parte delle persone a lei più care. “Non l’ho più lasciata , rimanendole accanto” . Con Silvana Silvestri, del sindacato critici e giornalista del Manifesto, nacque l’idea di farne un’opera per il cinema non nostalgica, ma tenera e commemorativa. . Bif&st-Laura Morante La sceneggiatura si rifà al libro omonimo di Francesca Romana Massaro e della stessa Silvestri. La giornalista Maria Pia Fusco a proposito del rapporto madre-figlio presente nel film ha accennato a “un conflitto avvertito soprattutto dal pubblico femminile“. Giselda Volodi, attrice sorella della scrittrice Margaret Mazzantini è intervenuta parlando di una passione per il cinema straordinaria da parte della Miscuglio, ricordando giustamente la vicenda giudiziaria della quale fu suo malgrado protagonista e che è narrata anche nel film: dopo avere realizzato un documento filmato sui clienti delle prostitute, fu accusata impropriamente e assurdamente di “incoraggiamento alla prostituzione” (“A.A.A. Offresi” il titolo dell’opera-scandalo). Gigio Alberti Nella sceneggiatura del film in concorso si parla di un processo lungo 15 anni e che impedì alla regista di continuare la sua attività documentaristica. Dil Gabriele D’Aiera Dil Gabriele D’Aiera, che interpreta il figlio di Annabella Miscuglio, nel film denominato Sid (mentre la madre è chiamata invece “Arabella”) si è parlato come di un attore pragmatico, all’interno di un’opera che valorizza il personaggio della madre, mentre il figlio “l’ama meno degli altri”, non condividendone forse fino un fondo la passione per l’amore libero in senso lato e per la passione da cinefila che si trasforma in vita. Il film “L’Età d’Oro” è una coproduzione italo- francese sostenuta da Apulia Film Commission e girata a Monopoli. Il titolo si ispira al film del 1939 “L’age d’or” di Luis Bunuel. La pellicola ( del 2015) parla della riapertura di un cinema all’aperto dopo che la proprietaria, Arabella, si è da poco spenta. Il figlio Gil, di professione architetto, tenta di accontentare in maniera postuma la passione materna riattrezzando l’arena dove si proiettavano film d’essai. Sin da subito il film mostra degli scricchiolii: pur sfruttando gli scenari naturali della Puglia, si rintana in squallidi interni per colloqui di amorosi sensi di Gil con la madre defunta. La bravura della Morante non basta a sostenere l’intreccio, che è malgestito oltre che nella scelta di D’Aiera, bello ma impossibile (cioè fuori ruolo, scarsamente carismatico) anche in certi primi piani di attori secondari davvero infelici. Inoltre tali “non protagonisti” sono quasi inutili costituendo un cast di nomi sconosciuti uniti in uno zibaldone a veterani come Giulio Scarpati, nel ruolo di Zio Bruno (un giudice che intona canti da La sonnambula di Vincenzo Bellini) costretti in un ambito angusto, asfittico. Le scene del conflitto madre-figlio disturbano, perché contribuiscono a rendere il film più claustrofobico di quanto non sia. Giselda Voldi Quel che è peggio, nell’ultima parte si affonda in sequenze noiose e strampalate, che rivelano una certa inesperienza, o incapacità, di regista e sceneggiatori (ma chi ha diretto ha anche co-firmato la sceneggiatura). L’Età d’Oro è il classico film che passa alla 3-4 del mattino sui canali Rai , destinato a un rapido oblio. Resta da discutere il perché sia stato scelto per concorrere al Bif&st che quest’anno, a detta di chi lo ha organizzato, propone opere all’insegna dell’eccellenza artistica. Se sono questi i film che dovrebbero riempire le sale italiane, forse sarebbe meglio tornare a riproiettare Franco e Ciccio. ds.Dil Gabriele D’Aiera, E.Piovano, M.P.Fusco Laura Morante esce dal Margherita