TINI’-La nuova vita di Violetta.Film da “vietare” ai maggiori di 25 anni -di Romolo Ricapito Attualità Cinema 16 Maggio 2016 Martina Stoessel di Romolo Ricapito Tinì- La Nuova Vita di Violetta diretto dall’oriundo Juan Pablo Buscarini porta al cinema una storia “a parte” dalla telenovela argentina trasmessa da Disney Channel. I punti di forza del film sono il radicamento del personaggio di Violetta (Martina Stoessel) tra i giovanissimi e una confezione estetizzante ambientata in Sicilia. Martina Stoessel e Angela Molina La popstar, in vacanza, o autoesilio, perché “esaurita” dal successo e dall’amore deluso per il collega Léone(Jorge Blanco) conosce l’italiano Caio (Adrian Salzedo) del quale potrebbe anche innamorarsi. La ragazza è ospite della matura Isabella (Angela Molina), che ebbe contatti con la madre della ragazza, artista anche lei, ma morta in giovane età e che conquistò il successo nell’ambito di un festival musicale locale. La direzione del film si incanala verso gli adolescenti, escludendo dalla sceneggiatura eventuali complicazioni e rendendola semplicissima ma anche troppo povera. La privazione di sfaccettature rende la pellicola noiosa e indigesta a un pubblico dai 25 in su mentre la regia e la confezione eleganti ottengono i risultati sperati: non deludere i fans. Adrian Salzedo e Martina Stossel Le scene patinatissime e che ripropongono un’ Italia talvolta rurale, da cartolina, si confrontano con la tecnologia visto che i protagonisti comunicano con cellulari di nuova generazione mentre l’amore per Caio è sacrificato dalla fedeltà di Violetta a Léone. Caio infine si sottopone a un provino per emergere in un’accademia di danza classica col beneplacito della disinteressata amica Violetta. In questa scena il plagio di Flashdance è ben evidente mentre a risaltare nell’ambito dell’intero intreccio è la bravissima Angela Molina, assieme alle musiche che costituiscono un insieme di pop dance con sottotitoli italiani. I personaggi sono superficiali, soprattutto quello di Léone mentre il carattere della madre morta di Violetta (detta Tinì) riemerge fantasmaticamente, bellissima e indimenticabile, da una vecchia videocassetta che commuove la ragazza. Il film è quarto negli incassi generali ma sconta il difetto di dirigersi a una platea come si diceva di soli aficionados. La coproduzione tra Argentina- Italia- Spagna si è incentrata sulla descrizione paesaggistica dei bellissimi panorami nei dintorni di Catania mentre tutta l’opera se da un lato è accuratamente curata nell’esteriorità, dall’altro risulta davvero carente di contenuti e, pur nella sua comprensibile semplificazione ( per reggere il gioco con gli spettatori più giovani), non giustifica e assolve da una completa mancanza di elaborazione anche in dialoghi ed esplorazione dei personaggi.