Il sistema educativo nel Senegal. Intervista col pedagogista e antropologo Francesco Fallacara sul suo saggio che è stato adottato dall’Università di Bari per il prossimo anno accademico Attualità Cultura 29 Luglio 20167 Agosto 2016 di Romolo Ricapito Francesco Fallacara, pedagogista e antropologo, è autore del volume recentemente edito dalle Edizioni dal Sud Viaggio nel sistema educativo del Senegal –Alla scoperta delle Daaras, 137 pagine, 14 euro. Fallacara si occupa anche di alunni diversamente abili. Questo suo testo sarà adottato per il prossimo anno accademico universitario da alcune facoltà umanistiche e lo potrà essere su richiesta da parte degli insegnanti interessati anche per gli istituti superiori di scienze umane. Parliamo di come sono organizzate le scuole in Senegal e dei diritti all’istruzione dell’infanzia. Le scuole materne o coraniche sono centri di formazione molto simili alle nostre scuole inferiori dei primi livelli. Si dividono in scuole “tradizionali” o moderne. Il Senegal è una ex colonia francese e nel tempo si sono trasformate le scuole di cultura più conforme alla tradizione in qualcosa di più attuale, mantenendo però le vecchie culture, in particolare dopo l’introduzione di un nuovo regolamento ministeriale che attualizzava strutture e sistemi di insegnamento . La cultura dominante si divide in una pedagogia di conservazione del passato abbinata alle istanze di chi vuole adeguarsi a standard più funzionali e inerenti al presente . Le scuole sono tradizionali, franco arabe , pubbliche (ma non statali: l’accesso è garantito a tutti) e private. Nelle private la retta è facoltativa o a discrezione delle famiglie. Vi si insegna francese e un tipo di catechismo connesso alla moschea. Le discipline coraniche vengono insegnate in modo continuativo . Il governo ultimamente cerca di occuparsi di contenere strutture fatiscenti e pericolanti non a norma, problematiche connesse allo sfruttamento minorile o altro di più grave (diffusione della prostituzione minorile). Quali sono le lingue adottate nelle scuole del Senegal? Principalmente il francese, come si è detto, che è la lingua del commercio e un po’ come la lingua madre. Dunque anche la lingua del futuro. La seconda lingua più studiata è lo spagnolo, quindi l’inglese e l’italiano. Le impressioni visitando dal vivo le scuole nei vari distretti? La zona centrale è quella di Dakar, la capitale. Poi ho visto le zone periferiche e anche i villaggi rurali.. L’Università di Dakar è denominata Cheikh Anta Diop (intitolata a uno storico e antropologo senegalese, n.d.r). Vi ho incontrato un’ispettrice che operava per conto del Ministero dell’Istruzione. Rispetto ancora alle scuole, vorrei specificare ancora meglio che quelle coraniche chiamate Daaras si distinguono in tradizionali-pubbliche, tradizionali- franco arabe tradizionali private mouride (gestite dalla confraternita della mouriddyya). Poi esistono le scuole statali ma non sono Daaras, in quanto francesi, ma sono pochissime. Un confronto con la realtà educativo-formativa italiana? Il Governo ha garantito tutti gli organi e gradi ; il Senegal possiede tutte le branche di istruzione, come da noi, dalla materna all’Università. E’ fondamentale l’approccio alla religione musulmana con lo studio, la lettura e la comprensione mnemonica del Corano. Il Senegal è un paese ricco? E’ incluso nei paesi in via di sviluppo. Non ha mai subito guerre tribali e gravi conflitti, grazie al tipo di governo che è una Repubblica Presidenziale dall’inizi degli anni Sessanta . Trattasi di una nazione tranquilla e serena i cui presidenti succedutisi hanno regolato la diffusione delle confraternite locali . Non si tratta di un paese che interpreta la religione islamica in modo inappropriato e ortodosso. Ho detto dunque paese in via di sviluppo e non sottosviluppato, anche se il rapporto delle Nazioni Unite sul programma dello sviluppo nel 2013 colloca il Senegal tra gli ultimi paesi al mondo in base allo sviluppo umano. Sempre lo stesso rapporto stabilisce che il 49,7 per cento della popolazione sa leggere. Senegal
studio approfondito e colto. appropriato come non mai al nostro periodo storico. conoscere per capire e integrare. complimenti un ottimo lavoro Rispondi