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L’Eredità condotta da Fabrizio Frizzi si conferma programma leader negli ascolti nel preserale di Rai Uno. Intervista all’avvocato Gaio Sanfilippo che ha partecipato nella puntata di domenica 16 ottobre

L'Eredità condotta da Fabrizio Frizzi .L avvocato Gaio Sanfilippo nella puntata di domenica 16 ottobre

 

di Romolo Ricapito
Fabrizio Frizzi
Fabrizio Frizzi conduttore de’ “L’eredità”

Il mondo della televisione, con i suoi quiz preserali  che fanno il pieno di ascolti , affascina ancora uno  zoccolo duro di pubblico. Basti pensare a L’Eredità. condotto da Fabrizio Frizzi, che domenica 16 ottobre, trasmesso alle 19, 18 su Rai Uno ha totalizzato 4 milioni e 110 mila spettatori, andando quasi al pareggio con la  prima puntata della nuova serie di “Braccialetti Rossi (3) “trasmessa in prima serata e   che ha riscosso 4.135.000 fans.

Il quiz dunque è un genere che non tramonta mai,da Mike Bongiorno ad oggi.

 Ma cosa spinge una persona che segue questo tipo di  trasmissioni a volervi poi partecipare?
L abbiamo chiesto all’avvocato penalista Gaio Sanfilippo, uno dei concorrenti  alla puntata di “L’Eredità” summenzionata: ecco che cosa ci ha risposto
  Avvocato Sanfilippo, come è nata l’idea di partecipare al quiz “L’ Eredità” di Rai Uno?
In realtà l’idea era di partecipare ad un qualunque quiz televisivo: sono appassionato di enigmistica e mi piace documentarmi in qualsiasi materia… insomma, credo di avere proprio una preparazione da quiz!
Provai, anni fa, a partecipare alla trasmissione “Chi vuole essere milionario” ma non fui selezionato. Poi casualmente, questa estate, ho scoperto l’annuncio per i casting de “L’Eredità” e ho inviato la domanda: stavolta sono piaciuto!
Gaio Sanfilippo
L’Eredità condotta da Fabrizio Frizzi .L avvocato Gaio Sanfilippo nella puntata di domenica 16 ottobre

Com’è il mondo degli studi televisivi visto da dentro? E Fabrizio Frizzi?

Inizierei da Fabrizio: dal vivo è ancora più cordiale che in tv. Ci tiene a conoscere tutti i concorrenti prima di iniziare a girare ed ha una parola simpatica per mettere ciascuno a proprio agio.
Lo studio è proprio come lo immaginavo: una esplosione di colori che ti “ubriaca” non appena metti il naso dentro!
  La sua partecipazione è stata brillante, anche se non è riuscito a vincere la puntata. Ritiene la sua esperienza comunque positiva?
Decisamente sì.  Ritengo di aver fatto una buona figura e di aver dato vita, insieme a Sandro – il campione – ad un duello all’ultimo sangue. Purtroppo sono stato fregato dalla città di Paperopoli (eh già, esiste davvero)!
  Con l’avvento di internet, della telefonia mobile su smartphone etc. assieme  ad altri  mille risvolti  tecnologici, la televisione classica – e in particolare Mamma Rai – costituisce sempre un mito come nel passato?
Credo proprio di no.
La possibilità di utilizzare nuove applicazioni per guardare programmi e la scarsa qualità della programmazione nazionale (salvo qualche piacevole eccezione) temo che porteranno alla disintegrazione della tv per come oggi la conosciamo. Ma mi auguro di sbagliarmi.
  Nel tempo libero che tipo di televisione guarda? E quali film preferisce, assieme alla narrativa?
Preferisco i documentari ed il giornalismo di inchiesta ma non disdegno le serie tv: non vedo l’ora che esca 1993. Poi, una nota nazional-popolare: amo Christian De Sica ed i cinepanettoni e per finire il mio film preferito – che recito a memoria da più di quindici anni – Johnny Stecchino.
Per ciò che riguarda i libri sono monotematico: leggo esclusivamente ciò che parla di storia della mafia. A casa ho parecchi libri sul tema.
  Se vuole, ci dica qualcosa di personale sulla professione svolta e sulla famiglia.
Ho vissuto molto all’estero, dove ho fatto i lavori più disparati: ho sempre pensato di essere un uomo a “vocazione solitaria”.
Poi, però, ho conosciuto Carla e la mia visione del mondo è cambiata: sono certo che adesso non potrei vivere un solo attimo lontano dalla mia famiglia. Abbiamo una piccola di 9 mesi che mi riempie il cuore, giorno dopo giorno.
Per ciò che riguarda la mia professione devo ammettere – ahimè – che fare l’Avvocato non mi appassiona più di tanto: ho studiato per,  e sto provando a diventare Giudice sportivo.

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