Turchia; a Istanbul la statua dedicata al gatto Tombili. Perché il mondo ne parla Attualità 28 Ottobre 2016 di Romolo Ricapito La statua dedicata Al gatto Tombili, a Istanbul. Il micione, ormai scomparso, è ritratto sdraiato a pancia in su, come nella foto che, diventata virale, lo rese famoso. Un esempio di idolatria ? La vicenda mi ha ricordato la statua che a New York ricorda Balto, un cane-eroe che nel 1925 durante un’epidemia di difterite guidò una staffetta di cani da slitta col compito di trasportare l’antitossina per la cura dell’infezione per ben 600 km, con lo scopo di salvare la vita a molti bambini, durante un periodo di intemperie che rendeva le strade impraticabili. Il gatto Tombili a Istanbul in carne ed ossa Esistono altri esempi, però. Abbreviando, va rilevato come ancora oggi si apprezzino le gesta degli animali, preferite a quelle degli umani e “idolatrate” con statue. Nel primo caso che ho menzionato, al gatto della Turchia non è stata richiesta alcuna specializzazione. Il felino è stato commemorato per le sue pose plastiche, divertenti e accattivanti. Insomma un omaggio alla sua esistenza in vita. Le statue con animali piacciono in particolare ai bambini, che amano portare a casa una foto con i loro beniamini ieratici. Questi esseri silenziosi, in pietra, sono preferibili all’idolatria per i Pokemon, animali di fantasia spesso troppo aggressivi e quindi, talvolta, anche diseducativi.