Sarah Scazzi vittima dei media e Avetrana set cinematografico. Attualità Cronaca 9 Novembre 20169 Novembre 2016 di Clelia Conte Sembra ieri, quando, mentre ero all’isola di Ventotene per il seminario dei federalisti europei, mi arrivò una chiamata da Avetrana per la scomparsa di una ragazzina che spesso incontravo quando rientrava da scuola. In quel periodo collaboravo con una Tv locale ocupandomi dei paesi intorno a Manduria città pilota, dove facevo riferimento. Al mio rientro, trovai il caos più totale: iniziavano ad interessarsi al caso, oltre che noi del posto anche le TV nazionali che arrivavano attrezzate per fare audience. Da quel momento il paese è diventato il protagonista assoluto di tutti i programmi in rete dalla mattina alla sera. Un Tranquillo territorio agricolo stravolto da forestieri curiosi, telecamere e quantaltro. Trasformatosi in un set cinematografico dove i cittadini erano gli attori, daccordo con i giornalisti che gli dicevano cosa dovessero dire davanti ai loro obiettivi, il posto sembrava una città di vips. In TV raccontavano anche cose non vere pur di raggiungere i loro subdoli scopi. Chiesi ad un collega Rai di correggere cio che non era stato detto con precisione sul paese, sui cittadini e sull’amministrazione ma non fui ascoltata. I colleghi che venivano da Roma, mi coinvolsero in prima persona poichè, essendo operativa in loco, avrebbero potuto, attraverso le mie informazioni comprendere e venire a conoscenza di molti fatti e personaggi di Avetrana. Seguii il caso costantemente fino al funerale e all’arresto dei tre della famiglia Misseri, parenti stretti della della vittima. Concetta Serrano Mi dissociai però da quel modo violento e prepotente di “fare giornalismo”. La mia telecamera era sempre meno presente da quel disgustoso show. Il processo sull’omicidio della giovanissima Sarah si è concluso in primo e secondo grado con l’ergastolo a Sabrina Misseri ed alla madre, Cosima Serrano, cugina e zia della vittima, accusate di omicidio e sequestro di persona. Quando la ragazzina si considerava solo scomparsa, mi recai da Concetta Serrano, (su appuntamento per intervistarla), madre della vittima. Ero con mio figlio, non sapevo a chi lasciarlo e all’epoca aveva tre anni, i bocoli biondi e indole vivace. La donna, vedendolo, mi disse con gli occhi malinconici: “Questo bambino somiglia a Sarah!… E’ vero?” guardando il marito. Così, prima di iniziare l’intervista, andò a prendere le foto della ragazza di quando era piccola e me le mostrò per farmi vedere la somiglianza con mio figlio e per raccontarmi di lei e del suo carattere. In seguito mi mostrò la casa e la stanza dove Sarah passava la maggior parte del suo tempo. In casa circolavano lo zio, Michele, Sabrina e Cosima Serrano. Mi colpì lo sguardo di Sabrina che mi scrutava incuriosita e forse anche un pò intrigata da ciò che stava accadendo. In quei momenti, detto sinceramente, confondevo il mio ruolo di giornalista con quello di mamma poichè mi immaginavo cosa potrebbe essere stata la mia vita senza il mio bambino, mettendomi nei panni di Concetta. Michele Misseri , zio della vittima, consentì il Sarah e la cugina Sabrina ritrovamento del corpo durante la notte del 6 ottobre 2010 e fu condannato, in appello, a luglio dello scorso anno, ad otto anni di reclusione per soppressione di cadavere e perché aveva fornito e ritrattato nel tempo diverse versioni della vicenda. Il processo si concluse in primo e secondo grado con l’ergastolo a Sabrina Misseri e Cosima Serrano, cugina e zia della vittima, accusate di omicidio e sequestro di persona. Purtroppo Sarah era un fiore che non ha mai avuto la possibilità di sbocciare. La sua breve vita e i suoi segreti sono stati resi pubblici. Famosa si, ma strappata alla vita senza un perchè. Dopo questa esperienza toccante, non ho più voluto occuparmi di fatti di cronaca-schow. E’ importante regolamentare in questi casi la privacy nel rispetto delle famiglie e anche delle vittime che ne hanno diritto. Sarah stava per sbocciare Come andarono i fatti – La storia Sarah Scazzi scompare nel nulla ad Avetrana (Taranto) tra le 13.45 e le 14.30 del 26 agosto 2010. Sarebbe dovuta andare al mare con la cugina Sabrina, ma le sue tracce si perdono prima di arrivare a casa Misseri, dopo essere stata vista da alcuni testimoni percorrere il breve tratto di strada (poche centinaia di metri) che separano la sua abitazione dalla villetta in via Deledda. Partono le ricerche e si susseguono gli appelli di parenti e amici: “Chi sa qualcosa parli”.Il 6 settembre la mamma di Sarah, Concetta Serrano, rivolge un appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché ritrovino sua figlia. Tre giorni dopo il Capo dello Stato assicura il massimo impegno nelle ricerche; quella sera in paese si tiene una fiaccolata. Il 29 settembre Michele Misseri, zio di Sarah e padre di Sabrina, riferisce di aver trovato il cellulare della ragazza in un campo; il giorno dopo la cugina Sabrina viene ascoltata a lungo dagli inquirenti. Il primo ottobre il procuratore di Taranto commenta in modo lapidario il ritrovamento del cellulare: “Non credo a coincidenze quando sono troppe”. Il 2 ottobre, da un sit-in di compagni di classe di Sarah, spuntano storie di dissidi tra Sarah e la cugina. Gli investigatori cominciano a sospettare concretamente che sia accaduto qualcosa tra Sarah e la famiglia Misseri. Il 6 ottobre, nella caserma del comando provinciale dei carabinieri a Taranto, c’è un interrogatorio fiume per Michele Misseri, la moglie Cosima Serrano, e la figlia maggiore, Valentina. L’uomo alla fine crolla e confessa: nelle campagne di Avetrana si cerca il cadavere di Sarah. I resti della ragazzina vengono individuati,in un pozzo-cisterna in conterada Mosca, nella notte tra il 6 e il 7 ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la scomparsa della 15enne. Michele Misseri si accusa del delitto, dicendo di aver strangolato la nipote in garage. Ma il 15 ottobre successivo chiama in correità la figlia minore, Sabrina, che viene arrestata, e il 5 novembre la accusa di aver ucciso Sarah, confermando questo nel successivo incidente probatorio. Alla fine del 2010 Michele Misseri torna in varie forme ad accusarsi del delitto, ma gli investigatori non credono alle sue diverse versioni e nel frattempo raccolgono indizi anche sulla moglie dell’agricoltore e madre di Sabrina, Cosima Serrano, che viene arrestata il 2 maggio 2011, accusata di concorso in omicidio e sequestro di persona. Misseri viene scarcerato il 30 maggio 2011. Per lui l’accusa è solo di soppressione di cadavere. Il 10 gennaio 2012 comincia il processo di primo grado. Più di un anno dopo, il 20 aprile 2013, dopo cinque giorni di camera di consiglio,La Corte di Assise emette una sentenza: ergastolo per Cosima e Sabrina (omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere), otto anni a Michele Misseri, sei anni a Carmine Misseri e Cosimo Cosma (morirà il 7 aprile 2014, ndr), due anni all’ex legale di Sabrina, Vito Russo Junior. Condannati per favoreggiamento a pene comprese tra un anno e un anno e quattro mesi altri quattro imputati. Il 14 novembre 2014, dinanzi alla sezione distaccata di Taranto della Corte di assise di appello di Lecce, inizia il processo di secondo grado. Durerà otto mesi. il 27 luglio 2015, la sentenza.