Una Vita da Gatto al cinema: una commedia Usa che ha sintetizzato, anticipandola, l’era di Donald Trump Cinema Cultura Qua la zampa 11 Dicembre 201612 Dicembre 2016 di Romolo Ricapito Una Vita da Gatto, film con protagonista Kevin Spacey, ma il cui titolo originale è Nine Lives (Nove Vite) mostra curiosamente analogie tra carattere di Tom Brand ( il tycoon trasformato tramite un sortilegio in un felino) e la figura di Donald Trump. Questo perché il miliardario è intenzionato a costruire il grattacielo più alto di Manhattan : come non ricordare la Trump Tower, situata sulla Quinta Strada, sempre a Manhattan? Altre analogie con Trump neopresidente sono la famiglia allargata (dunque i figli di primo letto e di secondo, la moglie attuale e l’ex moglie rifatta col botox) e il lusso nel quale l’uomo vive e fa vivere i congiunti. La commedia non è originale per quanto riguarda le tematiche, compresa quella dell’umanizzazione dei gatti. Però è condotta con buon gusto e usa bene l’elemento favolistico come metafora e morale,all’inziio e alla fine. M54 Mark Consuelos stars in EuropaCorp’s “NINE LIVESÓ. Tale elemento magico è rappresentato da un vecchio negozio di animali gestito da Felix (nome gattesco) Grant, interpretato dal veterano Christopher Walken, che rende l’interpretazione migliore tra tutti i membri del cast, comprendente anche Jennifer Garner (Lara Brand) e Cheryl Hynes (la ex signora Brand). Del film si può dire anche che l’allestimento delle scene è ottimo, tra ambienti fastosi e le simpatiche gesta del gatto protagonista ; come si è detto esso è la rappresentazione del miliardario intrappolato al suo interno, che però giace col corpo mortale in coma profondo nel reparto specifico di un efficiente ospedale . Il ricorrere al gatto per situazioni comiche è la rappresentazione cinematografica conseguente alla valorizzazione del successo senza fine di tale quattrozampe su internet, mezzo col quale i felini ottengono successi strepitosi grazie a filmati incredibili che esibiscono le loro gesta . Trattasi di animali imprevedibili che il regista Barry Sonnenfeld ha voluto sfruttare a metà tra cartoni animati viventi e seduzione infinita, quella agita da questi esseri pelosi sul pubblico di tutte le età. Da ricordare nella cinematografia americana, ad esempio, il gatto rosso che accompagna Audrey Hepburn nel film-culto Colazione da Tiffany. Ma soprattutto c’è da riconfermare un concetto: Una Vita da Gatto davvero anticipa l’era Trump, che si è poi realizzata con l’elezione del magnate repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti. I valori che il film trasmette sono la realizzazione dei desideri (dunque il sogno americano) ma soprattutto della classe, diciamo così, già vincente. Quindi il ritorno a epoche “reaganiane” e all’esibizione del lusso e dell’onestà come valori ritrovati. Il tutto potrà apparire semplicistico, ma convince molto di più un film di questo genere, di impostazione tutto sommato classica, che non la sfilza di prodotti commerciali alias cinepanettoni made in Italy già arrivati sugli schermi o purtroppo incombenti. Sabato 10 dicembre Una Vita da Gatto si è posizionato alla più che ‘onorevole sesta posizione negli incassi, precedendo la commedia Usa dissacrante “Babbo Bastardo 2″.