The Birth of a Nation: è nata una stella, quella del regista-produttore-sceneggiatore e attore Nate Parker Cinema 21 Dicembre 201622 Dicembre 2016 di Romolo Ricapito Il regista-attore Nate Parker The Birth of a Nation (Il risveglio di un popolo) è un film scritto, diretto , interpretato e prodotto da Nate Parker. La pellicola presenta alcune similitudini con Free State of Jones, di recente recensita da www.gazzettadaltacco.it. Tutte e due le opere sono ambientate nel profondo sud schiavista degli Stati Uniti del 1800. Tutti e due i protagonisti si ribellano a una società opprimente. Ma qui l’eroe del film è nero e l’ambientazione è di trent’anni antecedente all’altra pellicola, che si svolge durante la guerra di Secessione. Altra similitudine: anche il personaggio di Nat Turner è realmente vissuto. Trattasi di uno schiavo istruito, definito il “predicatore” perché aveva imparato a leggere dalla Bibbia . Le Sacre Scritture recitate a memoria, costituivano la materia della sua predicazione. L’uomo veniva ingaggiato da altri proprietari di piantagioni “attigue” alla sua. Costoro pagavano al suo padrone originario buone somme in denaro contante per una sorta di tournée di predicazione, da praticare attivamente , allo scopo di asservire gli schiavi con l’utilizzo della parola di Dio. Quest’ultima insomma doveva essere una sorta di giustificazione o, meglio, sancire che la schiavitù è voluta da Dio stesso. I neri dunque dovevano rassegnarsi e accettare il loro destino, fatto di obbedienza e privazioni. In realtà i versi recitati da Nat risultano ambigui: agli occhi dei bianchi apparivano innocui e rassicuranti, ma contenevano sottotesti contro gli oppressori biblici , che nel contesto specifico assumono proprio le sembianze degli schiavisti. Durante questi viaggi Nat Turner si rende conto che alcuni padroni di terre e fattorie trattano i propri schiavi in maniera inumana e con punizioni mutilanti. Questo, unitamente all’ambiguità del proprio padrone, Samuel Turner, interpretato da Armie Hammer (i due soggetti, coetanei, sono cresciuti insieme, in una sorta di rapporto di amicizia ) che anche a causa dell’alcolismo diventa ingiusto e prepotente, provoca un cambiamento nella personalità del protagonista il quale, interpretando le Sacre Scritture in modo vendicativo, dà luogo a una rivolta organizzata. La prima vittima sarà proprio “padrone” Samuel. Quindi vengono assassinati i proprietari delle altre piantagioni, mentre il numero degli schiavi “ribelli ” aumenta a vista d’occhio. Il film utilizza attori bravissimi, la maggior parte dei quali sconosciuti. Tranne Armie Hammer, appena apparso in Animali Notturni e Penelope Ann Miller, nel ruolo della padrona della piantagione (Elizabeth Turner) , colei che insegna al piccolo Nat a leggere o interpretare la Bibbia e appare nella seconda parte invecchiata (è la madre di Samuel Turner). La pellicola ha destato in Italia polemiche da parte della critica, perché ritenuta esageratamente violenta. In realtà ciò è falso: la violenza viene usata a scopo “didattico” come era già stato per Free State of Jones e comunque non è mai gratuita. L’altra accusa, più sottile, riguarda la ribellione del personaggio di Nat che è parsa ad alcuni politicamente scorretta. Anche questa lamentela è ridicola, in quanto trattasi, come già detto, di un personaggio storico. Dunque la sceneggiatura ha rispettato i fatti originali. Le didascalie finali dicono che dopo l’impiccagione la pelle del predicatore di colore venne usata per rivestire messali; col grasso del corpo invece si ottennero dei lubrificanti per carri. Il film è davvero riuscito in quanto non presenta nemmeno un minuto di noia ed elabora i simbolismi classici di questo tipo di tematiche (i campi di cotone, i canti dei neri, le superstizioni di derivazione africana, l’opportunismo e le convinzioni ignoranti dei bianchi) rieditandole con una drammaturgia efficace. Inoltre Nate Parker al primo film come regista è un grande interprete, direttore di scena e cineasta a tutto tondo. Viene utilizzata la canzone Strange Fruit nella versione di Nina Simone come commento alle impiccagioni dei neri (per vendetta) dopo la rivolta di Nat Turner. Il brano, che fu un grande successo di Billie Holiday nel 1939 ,parla appunto dei linciaggi e delle violenze contro i neri del Sud. Lo strano frutto che penzola dall’albero è proprio quello dell’uomo di colore, ucciso dall’inciviltà dei bianchi. Anche in questo caso il film presenta una similitudine con Free State of Jones. In quest’ultimo, un amico del protagonista è ritratto impiccato dalla cintola in giù, con i pantaloni abbassati e la biancheria sporca di sangue, come testimonianza delle mutilazioni che accompagnavano la messa a morte degli afroamericani. In The Birth of a Nation le mutilazioni avvengono con prigionieri vivi e vegeti ai quali si fanno saltare i denti con martello e scalpello. Anche in tale film i luoghi mostrati non sono quelli dell’ambientazione vera dei fatti. La vicenda di Nat Turner ebbe luogo in Virginia, mentre The Birth of a Nation è ambientato interamente nella zona di Savannah, in Georgia. Si segnala infine nel ruolo della moglie di Nat Turner l’attrice Aja Naomi King. Questo personaggio ha una storia parallela di sofferenze e la sua storia d’amore col protagonista è tra le trame più interessanti di questo variegato film.