Festival di Sanremo: nel salotto di Michele Cucuzza commenti garbati sulla kermesse con la brava Rosanna Cancellieri. Ma il festival è circondato da comparse improvvisate. I prodi Bernabei e Gabbani all’assalto delle “crociate canore” Attualità Eventi e Tradizioni Musica Spettacolo TV 7 Febbraio 201710 Febbraio 2017 di Romolo Ricapito Michele Cucuzza Buon Pomeriggio, garbato e apprezzabile programma condotto su Telenorba da Michele Cucuzza, che in questa veste sembra il degno erede del buon Luciano Rispoli, dà spazio, come altri talk show della televisione generalista, al Festival di Sanremo con collegamenti in diretta dalla cittadina ligure e opinionisti in studio quali ad esempio la giornalista Rosanna Cancellieri, che mostra giusto disincanto davanti alla kermesse in atto. All’interno di un servizio si è vista la solita fauna (più che flora) di personaggi dimenticabili, ma purtroppo persistenti e che non perdono occasione di Rosanna Cancellieri soggiornare in piedi davanti all’Ariston, notte e giorno, alla ricerca di qualche brillio di telecamera, ovvero di luce riflessa. Ad esempio, la sosia di Liz Taylor, vista e stravista da 30 anni a questa parte in ogni dove accanto a manifestazioni importanti, nel parterre del pubblico. Questa rappresentazione di italietta retriva e scomposta è la cosa più triste del Festival di Sanremo, ma in un certo senso è naturale. Francesco Gabbani In pratica, a fronte delle grandi sviolinate a presentatori e presentatrici “generalisti” ma di genere, secondo me, scadente (mirano all’alto, ma pescano in basso) la loro controfigura sono personaggi da operetta che fanno tenerezza nel loro volere eguagliare le stelle dello spettacolo. Ma di stelle in mostra ce ne sono ben poche e quelle poche ormai già ritiratesi dal mondo dello spettacolo, leggi Mina e Milva, ad esempio. Alessio Bernabei I cantanti in gara, comunque volenterosi ed entusiasti, come i giovani Alessio Bernabei o Francesco Gabbani, sembrano certi cavalieri partiti per le Crociate. Mandati al massacro di un nulla mediatico. Le canzoni combattono contro il circo della vanità, del vallettume, del piattume, dello sconforto televisivo.