Sanremo 2017: la festa finisce con Gabbani ma cosa ci rimarrà di questo Festival? Attualità Cronaca Eventi e Tradizioni Musica Spettacolo TV 13 Febbraio 201714 Febbraio 2017 di Clelia Conte francesco gabbani sanremo festival 2017 Francesco Gabbani, giovane simpatico e comunicativo non solo con la canzone ma anche con i suoi maglioni colorati, ha vinto il Festival di Sanremo 2017, cantando Occidentali’s Karma. Lo scorso anno aveva vinto fra le nuove proposte col brano Amen. Si è classificata seconda la bella ed elegante Fiorella Mannoia con il brano Che sia Benedetta. La brava interprete, ha avuto anche il Premio della Sala Stampa, Lucio Dalla. Ermal Meta invece, terzo classificato, con il brano Vietato Morire, si è fatto onore anche conquistando il Premio della Critica Mia Martini. Come al solito si parla sempre di audience ed era ovvio che, nell’ultima serata ci fosse stato un picco di ascolto di 12 milioni più 22 mila spettatori, con risultato migliore dal 2002. Il meglio di Sanremo Festival 2017: Maria De Filippi, composta, riflessiva ed intelligente. Donna che va al passo coi tempi e non tramonta mai perché piace a tutti: giovani e non. Lei, si è prestata anche all’ironia ed è andata tra gli spettatori a distribuire gadget. Maurizio Crozza con le sue performance ha preso di mira Trump, Razzi, e il papa. E’ stato molto apprezzato il suo discorso con Maria e Carlo Conti sulle donne ed il lavoro ironizzando sul fatto che lavorino molto che studino più degli uomini, che guadagnino meno e che si debbano sacrificare. Giorgia e Carlo Conti Ha inoltre criticato il fatto che gli asili Nido in Italia siano troppo costosi. In effetti lo Stato dovrebbe garantire a chi lavora, la possibilità di avere un supporto per questi istituti, in base al reddito e le condizioni familiari. Le donne lo hanno adorato! Giorgia è stata fantastica e simpaticamente ha anche sfoggiato un vestito elegante che ogni tanto le scendeva per la sua magrezza, ma lei non si è creata problemi nel farlo notare, facendosi reggere il microfono da Conti per poi tirar sul seno il suo bell’abito. Brava Giorgia! Ci ha allietato con la sua inconfondibile voce e con la sua personalità maturata negli anni: nella piccola botte c’è il buon vino…e che vino! La TIM: grande trovata pubblicitaria che, a differenza di tanti altri spot si guardava e si ascoltava gradevolmente sulla voce della grande Mina che in un certo senso e, a modo suo ha partecipato al grande evento sanremese. Oggi tutti cantano e ballano TIM…ma molti, compresa me, lo confesso, ballavano dinnanzi al televisore. Carlo Conti, che si è sforzato ad intuire l’accostamento con De Filippi e ad immaginare il festival prima di realizzarlo anche se dopo avrà detto: “anche questa è fatta!” tirando un sospiro di sollievo. Ha valorizzato i cantanti a modo suo anche se, sono stati scartati dalla manifestazione molti talenti. Ha unito Mediaset e Rai memorabilmente ( è RAISET?). Non ha messo la “femmina che scende dalle scale” e lo ha fatto per cambiare. Non hanno ragione quelle che dicono che al festival sia mancato il glamour o il made in Italy. BASTA! Non se ne può più delle solite cose futili e inutili. E poi questo è un anno triste per l’Italia tartassata dai terremoti, da perdite umane e disoccupazione esagerata. Il popolo non va preso in giro con modelle apparentemente irraggiungibili che fanno da manichini a vestiti sfarzosi. Facessereo dei programmi solo per il made in Italy dedicati alla moda! Complimenti per il coraggio a Carlo Conti perché, pensandoci bene, ha creato una manifestazione perfetta per il nostro momento storico. Gigi D’Alessio, per aver portato a Sanremo la canzone più melodica (anche se esclusa). Disapprovo Bianca Atzei si commuove anch’io, come ha affermato Rosanna Fratello, il fatto di eliminare la melodia che identifica la vera e tradizionale canzone italiana. Dopo ciò vorrei dire a Gigi: bisogna saper perdere! Bianca Atzei – che con la canzone “Ora esisti solo tu” verso il finale ha commosso gli spettatori con i suoi dolci occhioni pieni di lacrime: emozione o ragazza innamorata? Paola Turci Bianca, dopo il quattordicesimo posto del 2015, ha rischiato ingiustamente l’eliminazione al termine della seconda serata, la cantante è tornata in gioco dopo aver eliminato i duetti di Nesli-Paba e Raige-Luzi conquistando un nono posto. Paola Turci, definita la più sexi cantante delle serate è brava e merita di più ma è piaciuta per la sua semplicità naturale e buongusto anche nel fare intravedere il suo reggiseno dalla giacca del tailleur. Mica, minestrone di simpatia e show! Bell’intervento. E infine, positivo l’arrivo di tutti gli ospiti che hanno sensibilizzato l’opinione pubblica. Il peggio di Sanremo Festival 2017: Festival di Sanremo 2017 Terza serata Annabelle Belmondo e Anouchka Delon- Le inutili comparsate della modella moglie di Eros Ramazzotti, Marica Pellegrinelli e della modella fidanzata di Vincent Cassel, Tina Kunakey, bellezza multietnica, con sangue siciliano, che fa, come alcuni hanno scritto “la felicità” di Salvini. Ma la peggiore ed inutile comparsa è stata quella della figlia di Delon e della nipote di Belmondo che però hanno accontentato le nostalgiche” del glamour con i loro abiti. Virginia Raffaele è bravissima, ma con la sua imitazione di Sandra Milo non ha fatto tanto ridere, sia per le battute allusive- scontate e sia per le citazioni, oramai superate, come la parodia di un programma di troppi anni fa: Piccoli fans. Tutto ciò, ha lasciato l’amaro in bocca alla fragile attrice favorita da Fellini non più giovanissima, che sentitasi presa in giro ed offesa, è scoppiata in lacrime in una trasmissione TV. Diletta Leotta di Sky, super criticata perché “vestita male” e anche perché Conti avrebbe potuto invitare, al Nicola Savino e Roberto Dagostino posto suo, una giornalista sportiva di Rai (ovviamente la polemica deriva, a ragione, dalla bella e raffinata Paola Ferrari). In effetti la Diletta voleva apparire troppo ed “il troppo stroppia”. Roberto Dagostino, nel Dopofestival condotto da Nicola Savino con la Gialappa’s Band, si è presentato in modo stucchevole con il suo look incrocio fra un clochard ed un metallaro, non adatto alla sua veneranda età, così come è sgradevole il suo giornale, ricco di allusioni inutili e volgarità per perversi e sporcaccioni dalle quali alcun lettore si arricchisce. Meglio Vittorio Sgarbi! Insomma un’altro Festival è giunto alla fine ma ora tra radio vendite ed ascolti si aggiudicherà il vero vincitore.