La denuncia dei corpi chirurgicamente modificati, da Pete Burns alle star dell’hard, deve essere deontologica e non compiaciuta Attualità 10 Marzo 201711 Marzo 2017 di Romolo Ricapito Ho seguito in televisione un servizio che illustrava le operazioni di chirurgia estetica fatte all’estero su soggetti particolari, come cantanti e attricette di film hard. Tale servizio si soffermava sulle numerose operazioni che alcuni tra questi personaggi affrontano, neppure per migliorare il proprio aspetto, ma per puro e semplice capriccio. L’esempio di tale attività è il cantante Pete Burns, che ha affrontato secondo il servizio una sessantina d’interventi per modificare i connotati. I lineamenti sono diventati sempre più femminili, quindi più plastificati, con una bocca trasformata da orifizio in una sorta di pianta carnivora. Burns è deceduto lo scorso ottobre: tra le conseguenze, l’indebolimento del fisico a causa delle tante operazioni. Ma il servizio era perlopiù dedicato a donne americane, quelle in particolare dedite ai film hard che amano modificare il corpo accentuandone alcune caratteristiche come il seno, facendole diventare inumane, o mostruose, allo scopo di eccitare determinati istinti di una fascia particolare di fans, quelli dediti all’ammirazione e al culto dell’orrido. Pete Burns trasformato Ecco dunque pornostar in versione casalinga mentre stanno in casa o vanno a fare la spesa con seni grandi come mongolfiere, pendenti, che hanno la caratteristica (visibile da un km) di essere innaturali, deformati e manipolati. L’errore però del filmato è stato quello di prolungare all’infinito gli esempi mostrati. A tal punto la denuncia di tali storture è stata inutile e ha avuto la meglio una sorta di sordido compiacimento. I corpi infatti non erano più un monito, ma uno squallido documento, venendo usati per solleticare il morboso, il grottesco e il paradosso. Ma la stessa messa in fila di tanti personaggi sgangherati, che comunque alla fine meritano rispetto, nella sua noiosa ripetitività assumeva qualcosa di osceno, perché pareva, essa, una vera e propria discriminazione di personalità strampalate. In Italia non abbiamo ancora raggiunto questi effetti, che in un paese come l’America sottolineano una diffusa ignoranza e un criminale comportamento al di fuori di ogni deontologia da parte dei chirurghi che manipolano i corpi di persone che, invece che sul letto della sala operatoria, dovrebbero giacere più spesso sul lettino dello psicanalista. ROMOLO RICAPITO