Non è un paese per giovani: commedia amarissima sulle giovani generazioni che emigrano all’estero in cerca di riscatto Attualità Cinema 30 Marzo 20171 Aprile 2017 di Romolo Ricapito Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi dietro l’aspetto di finta commedia giovanilistica è in realtà un film drammatico che vede il ritorno al cinema del giovane e promettente attore Filippo Scicchitano, affiancato da Giovanni Anzaldo (nella vita anche attore di teatro e sceneggiatore). La pellicola è arricchita inoltre dalle partecipazioni di Sergio Rubini e Nino Frassica. L’incipit si avvale di una serie di filmati di giovani emigrati in paesi esteri, in Europa o fuori da essa (finanche in Australia) dove costoro hanno trovato finalmente un lavoro ben pagato a fronte di titoli di studio e specializzazioni, anche elevati. Le finte interviste vedono la maggior parte degli intervistati refrattari a tornare nel Belpaese, considerato principalmente come una nazione dove è premiato il demerito ed è impossibile trovare da lavorare. Questa aspra denuncia influenzerà tutto l’andamento della storia che mostra Sandro (Scicchitano) e Luciano (Anzaldo) in fuga a Cuba, il primo con la disponibilità di una somma di denaro elargitagli dal padre, un edicolante di origine pugliese di stanza a Roma (Rubini). Nel film viene sottolineato come la carta stampata sia in crisi irreversibile mentre a Cuba non tira un’aria migliore per altre ragioni. Sandro sogna la carriera di scrittore ma finisce per fare l’inserviente presso la tavola calda di un siciliano imbroglione (Nino Frassica) mentre il suo amico Luciano resta coinvolto come pugile dilettante e improvvisato nelle scommesse clandestine di un sottobosco di disgraziati . Sara Serraiocco è invece la locandiera cubana convalescente per un vecchio aneurisma e con famiglia numerosa. L’opera va promossa per il tentativo di uscire dai canoni (indecenti) della solita commedia all’italiana. Il cast non è scontato e il tutto scorre con velocità. Quello che si apprezza meno è però “l’aria amara” che appesta tutto il film; esso diventa una storia triste e greve, a causa di un amalgama studiato a tavolino e che però, oltre alla denuncia delle storture italiane (ed estere) risulta un po’ troppo carico nelle sue ombre. Insomma, dietro i sorrisi e le scarse risate, offerte peraltro da personaggi macchiettistici, quelli cioè impersonati da Sergio Rubini (nel ruolo di Cesare) e Nino Frassica (è Euro60), “Non è un paese per giovani” è un’opera poco rasserenante e per niente rassicurante che fingendo un certo buonismo è uno schiaffo in faccia ai governanti, responsabili di uno status quo che costringe molte, troppe giovani leve ad abbandonare l’Italia dei favoritismi e delle raccomandazioni. La “nuova” Cuba è vista come una terra in divenire circa il suo sviluppo, che però è molto lento, ed è perciò descritta con la conferma delle sue tradizioni e malaffari, ma almeno con un filo di speranza sul versante dell’imprenditoria. Insomma anche l’isola dei Caraibi promette un riscatto, mentre l’Italia ( almeno a breve) no. Anche il finale,dolceamaro, non vuole concedere l’happy end ma neppure negarlo, dunque resta in bilico. Questa incertezza è per metafora anche quella della situazione italiana che, come l’opera denuncia, mostra le giovani generazioni sconfitte e sofferenti come mai prima d’ora.