Goran Paskaljevic miglior regista del Bifest (Panorama Internazionale) : cosa ha detto alla conferenza stampa del Circolo Cinema Cultura Eventi e Tradizioni 30 Aprile 20171 Maggio 2017 di Romolo Ricapito Che cosa resterà del Bifest 2017? L’edizione si potrebbe definire buonista e secondo il direttore artistico Felice Laudadio molto è migliorato anche sulla base di un’esperienza di nove anni (contando questo). Ad ogni modo dopo il successo di pubblico di quest’anno un ulteriore ritocco è d’uopo. Ad esempio, il cinema Galleria è ormai insufficiente a intrattenere i numerosi fans del Bifest. Andrebbe supportato, oltre che dal Teatro Petruzzelli magari dal Teatro Piccinni ancora (purtroppo) in “riparazione”. Sbagliata è stata invece la scelta del circolo dei canottieri Barion per le conferenze stampa di attori e registi. Troppa calca per Riccardo Scamarcio e Sabrina Ferilli. Calca che, attratta dalla popolarità dei due interpreti, ha assistito alla polemica, in gran parte montata,su certe esternazioni dell’attore pugliese. Riccardo Scamarcio- Bif&st Bari,Barion 25 apr,2017 Tale polemica, condita da fischi e dissensi che sono stati successivamente amplificati, come lo stesso Scamarcio aveva opportunamente previsto, si è contraddistinta come il “manifesto” del Bifest a livello mediatico in Italia. Non a caso essa è stata al primo posto degli Spetteguless di Striscia la notizia. Parimenti, altre conferenze stampa di apprezzati e apprezzabili registi come Goran Paskljevic sono state ignorate dal grande pubblico. Il che vuol dire, come ha sostenuto proprio Scamarcio, che il pubblico non sempre ha ragione. Particolarmente antipatici, assurdi e invasivi si sono rivelati poi i soliti cercatori di autografi e selfie di professione, che avvicinano tutti gli artisti, indistintamente, da quelli più noti a coloro che non sono ancora conosciuti, con richieste di firme e foto che, lungi dall’essere una forma di ammirazione per l’altrui lavoro, sono una mera affermazione di provincialismo, del genere “io c’ero”. Tornando a Goran Paskaljevic, cineasta di origine serba, egli ha risposto presso il Barion a domande su Dev Bhoomi, Land of Gods, una produzione India-Serbia ritenuta la migliore del Panorama Internazionale (la premiazione è avvenuta sabato 30 al Teatro Petruzzelli) con interpreti indiani tutti capaci di recitare in inglese. Per realizzare tale opera, il regista ha soggiornato sull’Himalaya per due mesi. Con i suoi attori il cineasta serbo, che si esprime in uno scorrevole francese, ha instaurato un rapporto umano prima di accedere al set. Gli attori utilizzati vengono tutti dal teatro e sono considerati da Paskaljevic “attori a tempo pieno”, ovvero i più capaci. Riguardo i pregiudizi che la storia cerca di abbattere,“noi conviviamo con il pregiudizio, , che limita la liberà umana”. La pellicola esamina anche il rapporto uomo – donna e l’utilizzo delle spose bambine. Nel film una di esse ha 17 anni, ma in realtà si parte da molto prima. Già verso i 14 anni le “promesse spose” vengono accompagnate da un villaggio all’altro e non ritorneranno mai più nel proprio luogo di nascita e neppure in visita alle loro famiglie. Già quando sono a scuola, da bambine, viene deciso per loro questo destino. “Ma non ho voluto realizzare un film politico- ha specificato Paskaljevic- piuttosto raccontare una schiavitù che si propaga ogni giorno, anno per anno, da mattina a sera”. Nel film gli uomini vengono mostrati mentre discutono al bar, bevendo, mentre le loro donne a casa badano al bestiame, all’abitazione, a tutto. Il Paese India si regge dunque sul lavoro delle donne. Alta è la frequenza dei suicidi : queste mogli spesso si buttano da altissimi burroni situati sulle montagne, o si bruciano vive. Perché la loro vita è senza senso, con i mariti perennemente ubriachi che le maltrattano. Il film è stato accusato da alcuni di essere lento. Il regista ha voluto sottolineare di tenere al racconto della vita vera e di non volere accelerare troppo la scena, in contrasto con i blockbuster americani che si basano su scene di azione ed esplosioni continue, scatenando la noia. “Seguire la trama in modo lento e costante permette allo spettatore di vivere direttamente la storia”. Paskaljevic si è formato con il neorealismo italiano quando prima di diventare cineasta lavorò come bigliettaio presso una cineteca. Pubblicato il 30 Mag 2017 alle 09 : 43