Il padre d’Italia: candidatura a 4 nastri d’argento per una pellicola assolutamente da recuperare Cinema 26 Giugno 201726 Giugno 2017 di Romolo Ricapito In occasione dell festival “Del racconto, il Film” è stata organizzata una proiezione pubblica in Largo Adua a Bari (di fronte l’ex cinema Kursaal Santalucia) della pellicola Il padre d’Italia, diretta da Fabio Mollo. Luca Marinelli nel Film “Il padre d’Italia” L’opera è candidata a 4 Nastri d’Argento, ma ha finora incassato soltanto 168 mila euro. La qualità del film però è indiscussa. Esso propone la disamina di una coppia di amici, interpretati da Isabella Ragonese e Luca Marinelli. Lei è una cantante o aspirante tale, incinta di Mario, che non si vede mai se non quasi alla fine. Lui ha un passato di emarginazione, essendo cresciuto in un orfanotrofio e ha simpatie per il proprio sesso. Il rapporto tra i due è proposto in dialoghi intensi e serrati che escludono molto gli altri interpreti, i quali rivestono una funzione accessoria. Con uno scarso budget, il regista Mollo ha realizzato un film di qualità, che propone le classiche “camera e cucina” alternate ad esterni a volte suggestivi che sfociano in un viaggio in Calabria. La nitidezza delle scene, la purezza del personaggio interpretato da Luca Marinelli, in opposizione a quello più “irregolare” recitato dalla Ragonese , la qualità della regia attribuiscono alla rappresentazione un valore aggiunto, che sfrutta una colonna sonora comprensiva di un paio di successi di Loredana Bertè, che per il carattere femminile principale rappresenta un preciso punto di riferimento artistico. Il problema degli scarsi incassi potrebbe essere attribuito anche allo sciagurato titolo, che riveste un doppio significato. Dopo la proiezione è intervenuta Anna Ferruzzo che nella pellicola riveste il ruolo della madre di Mia (Ragonese). Il personaggio di Nunzia (Ferruzzo) è intenso e sobrio, in contrapposizione a quello di Mia, parzialmente irritante. Mentre Paolo (Marinelli) agisce di sottrazione, con gli sguardi e con un tipo di recitazione controllata, ma anche raffinata. Anna Ferruzzo si è dilungata sul provino al quale si è sottoposta per la scelta del personaggio da lei sostenuto, argomentando (forse un po’ arditamente) che recitare una parte di secondo piano è più impegnativo che farlo nel ruolo principale, in quanto chi è protagonista ha la necessità di fare “crescere” il personaggio mano a mano. Uno dei temi del film è l’abbandono, che può essere sentimentale, ma non soltanto, anche e soprattutto genitoriale. Ma si parla anche dell’amicizia uomo-donna che però, sembrerebbe , un fatto abbastanza raro se non utilitaristico (dalla parte di lei). Il padre d’Italia poi vuole offrire un’immagine del sud abbastanza ampia, a metà tra tradizione (gli sguardi sospettosi dei paesani di lei) e modernità. Ma a trionfare sarebbero i retaggi vecchio stile.