Tanto rumore per nulla: “Madre!” di Darren Aronofsky non è una boiata pazzesca ma un film d’autore elegante e spiazzante Cinema 2 Ottobre 20172 Ottobre 2017 di Romolo Ricapito Tanto rumore per nulla. Fischi alla Mostra del Cinema di Venezia per “Madre!”di Darren Aronofsky, (ebreo newyorkese) in concorso, che l’ha anche scritto e diretto. Gli strali dei critici non si sono nel frattempo ancora spenti. Essi si dissociano da un cineasta che reputano presuntuoso e arrogante e che ha osato sfidare i benpensanti con un film imprevedibile e politicamente scorretto. In realtà Madre! offre ottimi spunti di riflessione sulla società d’oggi e su coloro che vogliono ottenere il successo a tutti i costi, in questo contesto, tramite l’arte. Il protagonista (“Lui”, interpretato da Javier Bardem) è uno scrittore ambizioso ma povero d’idee che vive con la moglie molto più giovane (Jennifer Lawrence) in una grandissima magione situata in una imprecisata foresta. Lei è dolce e paziente, lui affettuoso e protettivo. Ma in realtà egli è l’epitome dell’uomo di mezza età alla ricerca di stimoli, che vuole siano forniti risolutamente “dal di fuori”, o meglio da persone sconosciute con le quali egli possa costruire relazioni di amicizia e di empatia. E pazienza se di costoro non si sa nulla. E così il protagonista ospita in casa un anziano medico (Ed Harris) che, perdutosi nella foresta, scambia l’abitazione dei coniugi per un bed and breakfast. Il medico poi è raggiunto dalla moglie, una sulfurea Michelle Pfeiffer. Costei, da subito rivela un’anima volgare e schietta e si mette a tu per tu con la padrona di casa, indagando sul suo privato, anche sessuale. E’ lei però per prima (e unica) ad offrire allo spettatore e alla stessa giovane sposa una chiave di lettura che svela lo sporco sotto il tappeto. In pratica, questi personaggi sono funzionali non soltanto all’azione, ma all’indagine psicologica che il regista vuole portare all’attenzione dello spettatore. La pellicola sfrutta ottime inquadrature nei primi piani e, mentre nella prima parte è una sorta di giallo classico d’introspezione ( seppure molto sui generis e originale) e che sovverte gli schemi di questi film di genere, nella seconda diviene barocca nell’imprevedibilità, ovvero nel mettere in scena situazioni al limite della sopportazione che sfidano l’immaginazione del pubblico e la sua resistenza. E tutto per confermare la tesi che non esiste una verità soltanto, ma “più verità”. E’ lui, lo scrittore, il personaggio più antipatico del film, a fronte della mostruosità degli altri caratteri incombenti, come quello dell’editrice, che si rivela un personaggio ricco di sorprese e di nequizia. Viene analizzata tramite una serie di scene -choc, ricche di azione, la stupidità di un popolo fatto di fruitori mediatici che cercano il loro guru in qualsiasi personaggio offra loro rassicurazioni, promesse e stimoli deviati e devianti.. Questa sorta di fanatismo, che potrebbe evidenziarsi all’atto pratico in figure simbolo, poniamo, tipo Donald Trump (in politica) Vasco Rossi (in Italia, per la canzone) o qualsiasi star di internet che spopola sui social media, vuole rappresentare la mancanza di introspezione dell’individuo, che si abbandona al culto del successo tramite idoli di argilla. Jennifer Lawrence- MADRE E così l’ambiguità dello scrittore protagonista, la sua ambizione, il suo desiderio di essere venerato, si attuano con un rapporto di scambio, fagocitante, con uno sconosciuto “prossimo”, nell’abbandono totale delle responsabilità verso la famiglia. Anche la paternità è avvertita dall’uomo come un disturbo alla sua crescita personale e professionale. Il personaggio migliore dunque è quello interpretato da Jennifer Lawrence, la “madre”, non soltanto per la sua purezza, ma per la varietà dei timbri di recitazione che la coraggiosa attrice è costretta ad affrontare, guidata da una sceneggiatura che ne richiede la continua presenza in scena. Mentre Javier Bardem è perfetto nel ruolo del marito piacione, scrittore inetto non soltanto come letterato, ma anche a letto. Bravissimo anche il veterano Ed Harris e una Michelle Pfeiffer nel ruolo della signora Gleeson. Le riprese si sono svolte a Montreal. Al di là di tutto Mother! (nel titolo originale) è la testimonianza di un ottimo cinema d’autore, che propone idee e contenuti capaci di sfidare lo spettatore medio, tentando di elevarne il livello tramite la riflessione,che però deve avvenire a distanza dalla sala cinematografica. Ovvero dall’immediato impatto di sensazioni tangibili che la pellicola offre al momento. Pubblicato il: 2 Ott, 2017 h 08:57