S’Ha Rrutte u Prise! commedia dialettale al Piccolo Teatro di Bari. Si ride, ma con intelligenza e attenzione all’attualità Cultura Teatro 10 Dicembre 201710 Dicembre 2017 E’ andata in scena al Piccolo Teatro di Bari l’8 dicembre, giorno dell’immacolata Concezione, la commedia comica dialettale S’ha rrutte u prise!! scritta e interpretata da Piero De Lucia con Kikka Frisini nel ruolo principale, quello di Teresa. di Romolo Ricapito La pièce ha raggiunto lo scopo di allietare la serata di festa per i numerosi spettatori intervenuti, preparandoli alle prossime festività natalizie con l’ausilio di buonumore e ottimismo. Ma va ricordato anche un altro imminente appuntamento del Piccolo Teatro di Bari “Eugenio D’Attoma”: per festeggiare i suoi 50 anni di attività, venerdì 15 settembre alle 21 la struttura ospiterà Mirko Signorile in concerto con “Bertolucci & Sakamoto”. Signorile, pianista jazz pugliese, proporrà un suo excursus collegato al mondo del cinema, da lui celebrato in diverse suggestive e ispirate composizioni. La commedia S’ha Rrutte U Prise! propone invece come quadro fisso il soggiorno di una casa borghese, all’interno del quale si osserva un uomo sdraiato sul divano: il sessantenne, ormai in pensione, è impegnato in un dormiveglia popolato da sogni erotici. Piero De Lucia Piero (Piero De Lucia) è sposato con Teresa (Kikka Frisini) casalinga diciamo così “disperata”. La donna rivendica infatti i problemi economici dai quali la famiglia, composta anche da un’unica figlia, Pasquina, è assillata e inoltre l’abitudine inveterata del consorte di andare a bere birre al bar con gli amici. Trattasi di uno spaccato ancora attuale dell’Italia meridionale, quella maschilista, che non è stata al passo coi tempi progredendo riguardo le istanze dell’emancipazione femminile, restando dunque parecchi passi indietro, soprattutto laddove gli strumenti culturali sono pochi e male impiegati. E difatti Teresa, donna ruspante e intelligente, ma poco istruita (ricorda spesso al pubblico di avere soltanto la quinta elementare) rivendica la scarsa attenzione affettiva del coniuge, i cui sensi sembrano ormai assopiti . Il terrore della vecchiaia , la frustrazione per i troppi bisogni economici, come accennato, fanno diventare la protesta della donna”gridata”. La speranza di un riscatto economico-sociale nel capofamiglia si attua con il desiderio di una cospicua vincita al Gratta e Vinci. Nel quadretto familiare che coinvolge anche la giovanissima Pasquina (Monica Cusato) impegnata negli esami per la patente, subentra il gemello di Piero, Cristino. Costui cerca soldi da condividere col germano per l’esumazione dal padre, una cifra che ammonta sui 2500 euro. La caratterizzazione di Cristino, sempre interpretato da Piero De Lucia, è mutuata nelle mosse e nell’aspetto su Cristiano Malgioglio che è anche citato dalla suoneria del telefonino che canta “Mi sono innamorato di tuo marito” recentissimo successo del cantautore siciliano fino a pochi giorni fa impegnato al Grande Fratello Vip. Questa caratterizzazione, che dà luogo a numerose battute a doppio senso, è la cosa meno riuscita della commedia, perché ammicca troppo a recenti modelli televisivi e all’omosessualità rappresentata soprattutto come macchietta. Ad ogni modo la commedia si riscatta per la sua vena popolare e popolaresca tesa a intercettare i cambiamenti dell’attuale società in maniera ironica e beffarda, cogliendo le storture di vite apparentemente regolari e regolate, ma rese “irregolari” da aspirazioni frustrate, troppe costrizioni per disagi economici, insufficienza di istruzione, noia. Il convivere quotidiano è un “non vivere” serenamente. Proprio questa carenza di sopportazione reciproca tra coniugi maturi, ovvero insofferenza, di sicuro drammatica, è resa comicamente nelle effervescenti trovate sceniche dell’autore. Il tutto è complicato dall’arrivo in scena di Agata, sorella minore di Teresa, con maggiori velleità sociali , che però anche lei confina nel mero acquisto quotidiano di semplici Gratta e Vinci. La donna è insofferente perché poco soddisfatta dal coniuge nei rapporti intimi. Agata, a differenza di Teresa, casalinga trascurata, veste in maniera ricercata. E poi c’è Licetta sorella del parroco, che arriva nell’ambiente già sufficientemente movimentato alla ricerca di fondi per la costruzione di una campana per la chiesa di quartiere. La seconda parte della pièce risulta ancora meglio organizzata sia per struttura che per le azioni di scena, diventate adrenaliniche. Il personaggio maschile scende dal palcoscenico interagendo con gli spettatori. Infine c’è un cambio abito per tutte le attrici, che vestono molto eleganti, ma anche sexy. Il tutto propone come antichi i rapporti familiari con tutti i consanguinei, di nuovo c’è l’esasperazione di queste relazioni strette con atteggiamenti sempre più drastici e aggressivi. Le altre interpreti sono Chiara Buonvino (la sorella del parroco) Susi Rutigliano (la cognata di Piero) e la già citata Monica Cusato nel ruolo della figlia di Piero e Teresa. Molto positivi i commenti sulla rappresentazione, anche all’uscita. Le signore per strada si scambiavano pareri positivi e lodavano soprattutto l’interpretazione ricca di verve e sfumature di Kikka Frisini.