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La storia di Simonetta e Candida, due alunne del  liceo classico molto studiose nella Bari dei primi anni Sessanta

La cantante Milva in una foto del 1967. Milva, nome d'arte di Maria Ilva Biolcati è nata a Goro, in provincia di Ferrara, il 17 luglio del 1939
(Seconda Parte )
di Romolo Ricapito 
*Il racconto è dedicato a Milva, in occasione del premio alla carriera (Festival di Sanremo 2018)

Candida iniziò a riceve le lettere di Giovanni Maria che consegnava poi, puntualmente, all’amica Simonetta.

Teatro Petruzzelli

Puntualmente però   finiva per   leggerle    prima della consegna, perché la curiosità era troppa.

Per farlo, scioglieva la colla delle missive avvicinandola al vapore dell’acqua bollente della pentola nella quale stava già cuocendo la pasta   da mangiare a pranzo.
I contenuti delle lettere erano ingenui, romantici, ma espliciti.
Il fidanzatino della sua amica, a parole, manifestava già intenzioni serie per il futuro.
Tutto ciò iniziò a ingelosire la ragazza, la quale aveva cominciato  ad immedesimarsi nelle questioni personali dell’amica e che in fondo non era indifferente al fascino di Giovanni Maria, anche perchè questi aveva gli occhi verdi come l’erba dei prati all’inglese in primavera.
Nell’ultima lettera da lui spedita, il giovane invitava Simonetta a uno spettacolo del Teatro Petruzzelli della domenica pomeriggio. Vi si ospitava una gara per giovani promesse del canto, i cosiddetti primi urlatori.
Per quella volta e anche per quelle a seguire non si sarebbe più andati alle riunioni pomeridiane del circolo letterario, in quanto Giovanni Maria voleva approfondire la conoscenza della sua amata.
Candida escogitò un piano pazzesco, colta da un’indole trasgressiva che non riusciva a vincere.
Si sarebbe recata all’appuntamento al posto dell’amica, alla quale non avrebbe naturalmente consegnato la lettera.
E poi? Avrebbe raccontato che la povera   Simonetta era ammalata. Così fece . Ma osò anche di più: arrivò vestita alla maniera di Simonetta, che era più antiquata rispetto al modo, civettuolo, che già Candida aveva ormai da tempo  adottato, adeguandosi alla moda del tempo ricalcata sulle riviste femminili che entravano in casa. Per una forma di inadeguatezza,però,  si pettinò come Simonetta, che già aveva precedentemente adattato  la sua capigliatura all’aspetto di Milva, coi capelli all’insù che costituivano una specie di enorme palla.
Arrivata all’appuntamento, Candida raccontò l’enorme bugia a Giovanni Maria, dell’indisposizione dell’altra.
Lo spettacolo fu bellissimo ed era ora di tornare già a casa .
L’azione di contrasto, per così dire, alla relazione di Simonetta continuò nelle domeniche successive.
La ragazza non riceveva più nessuna lettera, non vedeva più il fidanzatino e aveva smesso anche ad andare alle riunioni dell’associazione culturale della professoressa Libanotti.
Ma le venne riferito, da qualcuno, che la sua amica era stata vista giorni prima al teatro Petruzzelli in compagnia di un ragazzo che assomigliava in tutto e per tutto a Giovanni Maria,
Nel frattempo Candida aveva assaporato il frutto proibito, che non era un esotico avocado , ma qualcosa di più prosaico.
Valeria Fabrizi
Valeria Fabrizi

Ma disgraziatamente aveva anche iniziato ad avere un ritardo del ciclo mensile, vomitava nei bagni della scuola ed era preoccupata.

Certo, persa la purezza non aveva avuto rimpianti: si  sentiva come una famosa diva del cinema in quei drammi o commedie sentimentali di moda in quel momento storico, come Antinea, l’amante della città sepolta  o Scandali al Mare con Valeria Fabrizi.
Alla lunga, non seppe che fare e confidò il sospetto a un’amica di classe, che naturalmente provvide subito a diffondere la cosa.

 

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