Spice Girls torna a riunirsi- Sull’argomento un’epistolare Ricapito-Cazzullo Cinema 10 Febbraio 201811 Febbraio 2018 da Corriere della Sera di GIOVEDÌ 8 FEBBRAIO 201s Caro Aldo, il gruppo delle Spice Girls tornerà a riunirsi, segno che l’atmosfera anni 90 tornerà a rivivere. Le Spice Girls non hanno cambiato la musica, ma i loro motivetti sono un manifesto allegro di un decennio musicale. Romolo Ricapito, Bari Caro Romolo, Le Spice Girls furono uno dei simboli della Londra che tra la fine dei Novanta e i primi anni Duemila tornò a essere swinging. Victoria, la Posh Spice (vale a dire sofisticata, anche se in un film dei Vanzina veniva definita «sciampista»), sposò non a caso un altro simbolo di un tempo allegro e un po’ frivolo, David Beckham. E poi: il Manchester United e Robbie Williams. La fiaba globale di Harry Potter e i raffinati romanzi di Ian McEwan. Il ciuffo di Hugh Grant. Gli emiri arabi e gli oligarchi russi, Abramovic contro Berezovskj, spie e omicidi con il veleno. La morbidezza di Kate Winslett e la magrezza di Keira Knightley. La City che compra Piazza Affari e Briatore che si trasferisce, come pure Valentino Rossi inseguito dal fisco. Kate Moss. Il Millennium Dome, il London Eye, i vecchi docks sul Tamigi riconvertiti in case per borghesi bohémienne. Tutti i miti letterari inglesi in quegli anni sono diventati film: «Narnia», «Alice nel paese delle meraviglie», «Jack lo Squartatore», «Sherlock Holmes», «Frankenstein», «Orgoglio e pregiudizio» e ovviamente Shakespeare (lo splendido «Shakespeare in love» di John Madden vinse sette Oscar nel 1999). Colin Firth, umiliato da Bridget Jones, si prese la rivincita dieci anni dopo conquistando la nuora in «Matrimonio all’inglese». Emma Thompson e Liz Hurley non erano mai state così belle, Elisabetta I aveva il volto di Cate Blanchett (da giovane) e di Judi Dench (da anziana), Elisabetta II veniva messa in scena nei giorni della morte di Diana — «The Queen» — e Vittoria negli anni di formazione — «The young Victoria» —; e «Notting Hill» non era più solo un quartiere ma un film. Londra è stata la capitale della cultura giovanile, del teatro, della musica — Oasis, Radiohead, Blur — , della pubblicità — Saatchi &Saatchi —, del design — Sir Terence Conran —, del linguaggio. I migliori vi si trasferirono: l’australiano Murdoch, l’americana Gwyneth Paltrow, il friulano Capello. Damien Hirst diventava l’artista più noto del pianeta, Lewis Hamilton vinceva il Mondiale di Formula 1 a 23 anni, Alexander McQueen innovava l’alta moda, prima di morire suicida. Ora che si dibatte tristemente di Brexit e la sterlina è crollata, un po’ di nostalgia è inevitabile
La Gran Bretagna non può fare a meno dell’Europa, e l’Europa non può fare a meno della Gran Bretagna. Uscire o entrare in Europa non deve essere più volontà del popolo sovrano del singolo Stato, ma di tutti i popoli di tutti gli Stati uniti di Europa. Il prof. Cazzullo ricorda i fenomeni estetici, l’epidermide della cultura prettamente giovanile degli anni novanta. la beat generation è nata in Gran Bretagna, così gli urlatori, la minigonna, il dark, gli americani sono arrivati appena dopo, ed in seguito i nostri giovani. Si sono già pentiti della Brexit, che potrebbe avere l’effetto di ridurre i giri dei nostri giovani, ma la cultura non ha confini territoriali, cordialità n c Rispondi