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Il racconto. Strana lite di sera su un bus cittadino tra una donna forse avvocato e due giovani palestrati

Romolo Ricapito

di Romolo Ricapito

Tornando a casa dal centro città, alle 21, invece di prendere il solito bus che ferma quasi sotto casa, ho optato per quello di un’altra linea, pur di accelerare il rientro, anche se la fermata è un po’ lontana dalla mia abitazione.

Pochi i viaggiatori e quei pochi erano saliti assieme a me.
A un certo punto, da un sedile alla sinistra, una donna sui 50, dall’aspetto sofferto, priva di un incisivo, dall’apparenza comunque rispettabile, che si accompagnava a un giovane di colore, ha iniziato a inveire contro due giovani sui 25 che si ritiravano dalla palestra (portavano le borse sportive con loro).
La donna pretendeva che costoro le fornissero le generalità.
“Io conosco anche tuo padre, potrei metterlo al corrente”, sosteneva.
A un certo punto, stanchi di stare zitti, i due intervenivano spiegando di non avere diretto nessuna canzonatura alla donna, che si era professata un avvocato, ma invece una semplice osservazione sul compagno straniero, ovvero: “ma è un uomo o una donna?”.
Questo perché, nonostante l’aspetto virile, il giovane aveva appunto un lungo codino appeso alla testa.
Lo straniero si rivolgeva ai giovani con una frase volgare, di risposta all’affronto.
Infine la donna, o avvocato, diceva all’accompagnatore: “gli italiani  sono così”.
Scendendo a una fermata successiva, la donna e il giovane venivano salutati con la frase: buonasera, avvocato.
Cogliendo in questa osservazione un presunto sfottò, il duo iniziava ad inveire in direzione dei giovani, i quali manifestavano all’indirizzo dello straniero un dito medio alzato e parolacce.
La coppia allora dopo avere sbattuto violentemente i pugni sulle portiere di vetro per farsi riaprir l’ingresso, balzava sull’autobus urlando e la donna chiedeva di nuovo ai giovani le generalità per denunciarli.
I ragazzi, stufi, rispondevano in dialetto barese alle richieste della donna mentre lo straniero li riprendeva a voce alta.
A un certo punto l’autista, stanco di non poter ripartire, avvertiva la signora : potreste essere denunciata per  interruzione di  servizio.
Allora lei, col suo accompagnatore, scendeva dall’autobus mugugnando.
I giovani alzatisi in piedi con le borse rosse della palestra scendevano qualche fermata più in là. Nessuno degli altri viaggiatori (forse due) ha commentato nulla!
17 febbraio 2018

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