La Vedova Winchester: perché piace questo pseudo-horror che è in realtà una biografia storica di matrice psicologica-soprannaturale Cinema 26 Febbraio 201826 Febbraio 2018 di Romolo Ricapito La Vedova Winchester (titolo originale: Winchester) è un thriller paranormale che sta ottenendo un buon successo di critica e pubblico in Italia. A dirigere i fratelli gemelli Spierig (Michael e Peter) dei quali Gazzetta dal Tacco aveva recensito recentemente l’horror Saw Legacy. Qui siamo su un territorio meno fantasioso e più biografico: l’opera infatti vuole raccontare la storia di Sarah Winchester (1839-1922) vedova di William, industriale delle armi che le lasciò un’eredità miliardaria. Tanto da consentirle di costruire a San Josè in California una incredibile magione, la Winchester House, il cui allestimento proseguì, ingrandendola per gradi, per ben trentotto anni, fino alla morte dell’ereditiera. I lavori si svolgevano 24 ore al giorno, dunque ininterrottamente. Appassionata di spiritismo, ma anche di architettura, la vedova pensava che costruendo nuove stanze vi si potesse fare “abitare” tutti gli spiriti uccisi dai fucili Winchester e addirittura, come la sceneggiatura degli Spierig ipotizza, riproducendo perfettamente gli arredamenti degli ambienti dove gli assassinati perirono tramite la devastante potenza delle armi da fuoco. L’opera si avvale dell’interpretazione della premio Oscar Helen Mirren nel ruolo della Winchester ma il protagonista maschile è altrettanto valido. A impersonare il medico Eric Price incaricato dal consiglio di amministrazione della ditta di armi di stendere una perizia psichiatrica sulla ricca ereditiera ( considerata dai soci insana di mente) è l’attore australiano Jason Clarke. Va ricordato che la produzione è mista (Australia -Usa) mentre l’argomento, affascinante, si dipana agevolmente per i 99 minuti di durata. La Vedova Winchester ha il merito di portare all’attenzione del grande pubblico una storia autentica e bizzarra, non a tutti conosciuta e risulta intrigante anche perché, al di là dei contenuti horror che attraggono ipoteticamente un pubblico di adolescenti, in realtà assistiamo a un dramma psicologico che utilizza elementi di filosofia (tramite alcune frasi pronunciate da Sarah Winchester) di storia degli Stati Uniti (viene citata la guerra di Secessione) religione ed elementi attinenti alla morale e al senso comune. Le due anime gemelle sono proprio quelle di Sarah e del dottor Price: tutti e due vedovi, ma di età diverse, elaborano il lutto come possono. Lei in maniera “femminile”, ospitando tra l’altro da autentica benefattrice una nipote, anche lei vedova, con a carico un bambino sotto i dieci anni, affetto da sonnambulismo. Il film spiega come la casa originaria, che è attualmente visitabile (160 le stanze, ma nel film sono 500, perché molte dopo la costruzione venivano abbattute e poi ri-allestite; essa è quindi considerata uno dei siti di maggiore interesse storico della California) includesse follie architettoniche con scale che non portavano da nessuna parte e porte che si aprivano su muri. Nel film questa caratteristica è bene evidenziata e si sposa con tutto il resto della storia. Si può affermare come, effettivamente, la casa stessa costituisca la “protagonista” del film e che tutto ruoti attorno a “lei”. E’ essa il risultato di un lutto non elaborato: quello della vedova Winchester più che per il consorte William (figlio unico della dinastia) per la figlia Annie, morta dopo poche settimane di vita. La donna, che non ha nessuna intenzione di risposarsi, stabilisce una sorta di connubio di amorosi sensi con le vittime di tutti i fucili Winchester: esse popolano un elenco enciclopedico che domina nella libreria dell’anziana. L’opera va divisa in due parti: la prima è insieme introspettiva e psicologica, ma anche efficace e affascinante perché riesce a condensare tutte le complicate tematiche del film. La seconda, diciamo così, più spettacolare, grazie ad effetti speciali e risoluzioni tecniche, è egualmente riuscita, in quanto risolve dubbi e perplessità degli spettatori riguardo l’intricato intreccio che considerare un horror puro sarebbe una diminutio. Si è detto del fascino della casa, che va di pari passo a quello dell’attrice Helen Mirren, nel primo ruolo “misterico” della carriera, mentre la psicologia del dottor Eric Price è “completa” nell’alternarsi di “abiezione” (dipendenza dal laudano e dalle prostitute) e competenza professionale (s’intende di malattie nervose, ma è anche un abile interprete dei sentimenti altrui e possiede un’umanità accattivante). Completa il tutto un cast ottimo nel quale spicca l’altra attrice australiana Sarah Snook nel ruolo di Marian Marriott, nipote della Winchester 25 febbraio 2018