Carlo Ripa di Meana e la consorte Marina: uniti nella vita come nella morte. Una versione moderna di Cime Tempestose di Emily Bronte? Attualità 3 Marzo 20183 Marzo 2018 di Romolo Ricapito Alcuni trovano dei risvolti romantici anche nella morte e così con la scomparsa di Carlo Ripa di Meana, 88 anni, malato da tempo, su certi organi di stampa o nei commenti si è voluto “leggere” il raggiungimento “voluto” (nell’aldilà) della moglie Marina, scomparsa quasi due mesi fa per un brutto male. Carlo Ripa di Meana nel 1981 Insomma l’ex commissario europeo, socialista, ecologista etc… avrebbe accelerato la sua fine perché psicologicamente provato dall’assenza di una consorte vitale e frizzante che gli dava giorno per giorno la carica per combattere malattia e vecchiaia. Certo, anche tra le persone comuni, unite in matrimonio da decadi o sin dalla prima giovinezza, si constata che una volta deceduto uno dei coniugi, l’altro passa a miglior vita quasi subito, o addirittura immediatamente. Ciò è documentato puntualmente dalle cronache, che ci narrano come matrimoni di durata-record per anni (anche settanta e più) vedano la dipartita congiunta dei protagonisti, come una coppia di veri inseparabili. Tornando a Carlo Ripa di Meana, legatissimo anche in molte battaglie civili e sociali a Marina, l’immaginario comune li vuole uniti anche nella morte, avvenuta a breve distanza, come in una versione riveduta e corretta, stile terza età, di “Cime Tempestose” celebre romanzo ottocentesco di Emily Bronte. 3 marzo 2018