Dogman: film-capolavoro, ma sconta il pregiudizio di essere troppo violento Cinema 21 Maggio 201821 Maggio 2018 di Romolo Ricapito Sta andando piuttosto bene nelle sale italiane il film Dogman, premiato a Cannes dov’era in concorso e che ha vinto nell’ambito della rassegna francese il prestigioso premio per il migliore interprete, Marcello Fonte. In realtà l’opera che è decisamente un capolavoro per l’apporto fondamentale alla sua riuscita della splendida recitazione di Fonte, attore che riesce con la sua verve poetica a umanizzare in modo straordinario la figura dell’omonimo Marcello, sconta il pregiudizio di essere un film “troppo violento” essendo ispirato nella forma e nella sostanza al famoso delitto del “Canaro” della Magliana, avvenuto a Roma nel 1988. Dogman invece è stato girato nella periferia casertana di Castel Volturno nella frazione di Pinetamare. Nel film Marcello è il gestore di un negozio di lavaggio cani, è divorziato e si prende cura nel tempo libero anche della figlioletta Alida, che lo visita regolarmente. L’opera è intrisa di poesia per il rapporto amorevole che il protagonista intrattiene con cani di tutte le razze e stazze e non è poi così violenta, anzi è comprensiva di quelle scene appena necessarie a narrare una storia di degrado e delinquenza, ma anche di vendetta e senza nessun compiacimento di sorta. Il carattere generoso e angelicato di Marcello fa il paio con la dicotomia di essere un piccolo spacciatore di cocaina. Questa attività extra lo metterà in contatto con il bullo Simone,drogato all’ultimo stadio e con il quale intrattiene un’amicizia “pericolosa”. L’uomo, interpretato ottimamente da Edoardo Pesce, lo coinvolgerà in nuovi “affari” poco puliti, mettendolo nei guai e facendolo oggetto di pestaggi tanto gratuiti quanto terribili. La vendetta del mite Marcello sarà incredibile. Ma certamente non tanto tremenda come quella del personaggio del “vero” Canaro, Pietro De Negri, che uccise in modo aberrante il pugile Giancarlo Ricci. Le atmosfere della pellicola sono livide negli esterni e la drammaticità non è inficiata da colonne sonore d’epoca oppure eccessive e straripanti, come avviene spesso. Il Cielo in una Stanza di Mina adoperata per il trailer non fa ad esempio parte del film. Marcello Fonte ha parlato del bellissimo rapporto che lo ha legato durante le riprese alla piccola Alida Baldari Calabria, nel ruolo di Aida. La madre di Simone in un piccolo cameo è la brava caratterista Nunzia Schiano già presente nel poco fortunato Reality, film del 2012 dello stesso Garrone. Ora si attendono premi anche in Italia per questo straordinario film che ha appena iniziato il suo percorso nelle sale, superando grazie al clamore del Festival di Cannes la pellicola Loro 2 di Paolo Sorrentino. E molti considerano ormai Sorrentino e Garrone come i registi italiani più dotati di talento e inventiva. 20 maggio 2018