Bif&st- Bari International Film Festival alla IX edizione diventa tradizione per Bari strapopola nei cinema e fa del Petruzzelli uno scenario da sogno Attualità Cinema Cultura Eventi e Tradizioni 29 Maggio 20183 Giugno 2018 Clelia Conte di Clelia Conte foto di Francesco Guida Felica Laudadio Trionfo per il Bif&st 2018 grazie all’impegno profuso dal direttore artistico Felice Laudadio che con grande passione si impegna col suo staff per farlo crescere ed emergere. E’ riuscito in soli nove anni a farlo divenire uno dei più importanti eventi cinematografici d’Italia. Infatti è al quarto posto dopo il Festval di Torino e conta all’incirca 75.000 spettatori (per capirci, quello di Roma ne conta 65.000) perciò varrebbe la pena investire anche se a mio parere sarebbe giusto dare anche un contributo di un euro per i film gratuiti. Il Bif&st, promosso dalla Regione Puglia con il Comune di Bari, è prodotto dalla Fondazione Apulia Film Commission. La regista tedesca Margarethe Von Trotta è il presidente del festival ed Ettore Scola che lo ha presieduto fino al suo decesso, resterà sempre il presidente onorario. Mi piace chiamare le Master Class semplicemente “Lezioni di Cinema” che quest’anno hanno preso vita con Pierfrancesco Favino; Pippo Baudo; Andréa Ferréol; Antonio Albanese; Mario Martone; Margarethe Von Trotta con Gianrico Carofiglio, Giancarlo De Cataldo e Michele Emiliano; Vittorio Storaro ed infine Bernardo Bertolucci. Le Master Class si sono svolte nel teatro Petruzzelli e partecipate da un ricco pubblico che ha sempre riempito la sala. Quest’anno il Bif&st è stato delicato alla grande figura di Marco Ferreri e Franco Cristaldi. Emozionante la serata dedicata al grande maestro Armando Trovaioli preceduta dal premio Federico Fellini Platinum Award consegnato a Pippo Baudo per la sua grande professionalità. Armando Trovajoli Trovajoli, compositore del quale Baudo ne era grande estimatore e amico, è stato da lui ricordato. Il grande Pippo, dopo il premio, è entrato nelle vesti del presentatore annunciando il cine-concerto dal titolo “Armando Trovajoli. La musica tra teatro e cinema” tributo per i cinque anni dalla scomparsa. Una produzione originale del festival “Creuza de Mà – Musica per Cinema”, ideata da Gianfranco Cabiddu, con Rita Marcotulli (pianoforte), Peppe Servillo (voce), Luciano Biondini(fisarmonica), Daniele Tittarelli(sax), Ares Tavolazzi(contrabbasso), Alessandro Paternesi(batteria) Enrico Rava(tromba). ). Altra serata alla quale ho assistito è stata quella finale al Petruzzelli con il Premio Federico Fellini Platinum Award for Artistic Excellence a Bernardo Bertolucci, ricevuto dalle mani di un altro Premio Oscar, Giuseppe Tornatore. In seguito è stata proiettata l’attesissima versione restaurata in 4K del suo film-scandalo del 1972, Ultimo tango a Parigi in anteprima assoluta. Il lavoro di restauro è stato eseguito dal Centro Sperimentale di Cinematografia. All’epoca del film, la commissione di censura fu molto severa: “Io, il produttore Alberto Grimaldi e Marlon Brando fummo condannati a due mesi di carcere– ha raccontato il regista- che poi non facemmo perché eravamo incensurati. Ma andando a richiedere il certificato elettorale all’anagrafe, scoprii che tra le pene accessorie c’era anche la sospensione per cinque anni dei diritti civili e che non potevo votare. Questo mi ferì profondamente”. Bernardo Bertolucci ha gradito molto la versione restaurata del film con la consulenza di Vittorio Storaro per la fotografia e di Federico Savina per quanto riguarda il suono. Il film, uscito nel 1972, causò un totale turbamento e ne provocò il sequestro e in seguito la messa al rogo di copie e del negativo. La versione restaurata sarà proiettata nelle sale a partire dal 21 maggio in 120 copie. A proposito cito e parole del regista: “Ora aspetto il giorno in cui la Cineteca Nazionale, oltre a restaurare i film, sarà in grado di restaurare anche i registi!” Maria Schneider, nel film ULTIMO TANGO A PARIGI Sinceramente avrei voluto sentire parlare un po’ di più di Maria Schneider, protagonista con Marlon Brando che nel film interpreta la sua parte con grande bravura ed eleganza. Lei ha forse vissuto poco, ma io ho avuto il tempo di conoscerla sul set del film “Qualcosa in cui credere” del ’98 e allora mi era sembrata guarita da tutti i mali. Era una persona umile, sensibile, insomma con noi è stata adorabile. Tornando al festival vorrei sottolineare come Felice Laudadio si sia espresso alla conferenza stampa finale già preannunciando il prossimo Bif&st: “Noi siamo orgogliosi di aver contribuito a fare un festival eccezionale– ha affermato così il direttore artistico- “la forza del festival sta nel riuscire a portare grandi ospiti. Tutti accettano di venire a Bari”. Per lui una chicca sarebbe quella di portare il Festival nei teatri e nei castelli di Puglia perché è una regione meravigliosa e ciò potrebbe essere un valore aggiunto al grande flusso turistico. Il periodo giusto per realizzarlo sarebbe il mese di marzo, lontano dal Michele Emiliano festival di Cannes e dalle svariate manifestazioni e tradizioni locali che riempirebbero le strutture alberghiere senza lasciare spazio agli appassionati e agli ospiti del Bif&st. Il Presidente Michele Emiliano di risposta a Laudadio ha detto in tono scherzoso: “Dovremmo cavarcela…Poi coi 5 Stelle ci parlo io!”. Continuando ha parlato di istituzionalizzazione del festival. Il sindaco Antonio Decaro ha trovato interessante la proposta del direttore artistico ed ha dichiarato che il castello Svevo di Bari sia già pronto preannunciando le prossime aperture del teatro Margherita e in seguito del Piccinni. Il Bif&st potrà avere così un ampio Antonio Decaro palcoscenico offerto dalla città di Bari. Per il primo cittadino è emozionante avere relazioni umane con gli artisti com’è successo a lui con Antonio Albanese che ha portato in giro per la città ed è sicuro che se ne sia andato con un’immagine molto positiva di Bari. Infine mi esprimo per dire che tutti i progetti nel cassetto saranno ben accetti a patto che il Bif&st, nuova macchina culturale del cinema, abbia sempre una marcia in più e cioè sia sempre una fonte innovativa di ciò che già c’è. 29 maggio 2018