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A Quiet Passion: riuscita biografia sulla poetessa Emily Dickinson apprezzata dal pubblico italiano

di Romolo Ricapito
A Quiet Passion, biopic sulla vita della poetessa americana Emily Dickinson, uscito il 14 giugno, ha stupito gli addetti ai lavori per il successo ottenuto nelle sale italiane che lo ha visto raggiungere anche il settimo posto al box office.

A Quiet Passion 

La poetessa Emily Dickinson

Tale film d’essai poi arriva in ritardo da noi: targato 2016, è uscito nell’aprile 2017 in patria (Regno Unito) mentre a interpretare la poetessa è l’americana Cynthia Nixon.

La pellicola, girata tra il Massachusets e il Belgio, è diretta da Terence Davies.
Va aggiunto al tutto che il  crescente consenso del pubblico italiano per le pellicole straniere e impegnate fa il paio col flop di diversi prodotti nostrani come Due Piccoli Italiani del barese Paolo Sassanelli che, presentato con grande rilievo all’ultimo Bifest barese, è stato ignorato nelle sale come anche Tito e Gli Alieni con Valerio Mastandrea, anche questo un “prodotto” del Bifest dai risultati molto modesti al botteghino.
Tornando a noi, A Quiet Passion si apprezza principalmente per la sceneggiatura, molto riuscita laddove spiega le contraddizioni del personaggio Dickinson.
In un dialogo con la sorella  Vinnie (Jennifer Ehle)  ella rivela di trovarsi completamente a suo agio in famiglia e poco con gli estranei.
Di fatto nel film vengono valorizzati glia spetti “vittoriani” di Emily, anche se in maniera romanzata.
Ovvero la sua predisposizione alla reclusione psicologica tra le quattro mura della residenza paterna viene alleggerita, anche per  non appesantire la storia.
Epperò il film è moderno laddove le storture dell’auto-educazione di Dickinson vengono rappresentate col suo autoescludersi dalla vita sentimentale in maniera talvolta incomprensibile, se non assurda.
La poetessa viene descritta come un’asociale, sociopatica, moralista e gelosa del rapporto del fratello Austin con l’amante Mabel.
Di più: nell’ultima parte il personaggio viene proposto come un’odiosa zitella   dittatrice e spietata (oltre che repressa) insopportabile anche per i familiari.
Pare comunque che la letterata soffrisse di depressione, mentre nel film è l’anziana madre Emily (sua omonima, interpretata da Joanna Bacon)  a parlare della sua malinconia post -parto dopo la nascita di Vinnie  e della reale  depressione che ne causò  la perenne infelicità.
L’interpretazione di Cynthia Nixon si apprezza nella prima parte, ma nella seconda l’attrice appare troppo segaligna e uguale a se stessa  .
Invece la Dickinson da giovane è interpretata efficacemente se pur brevemente da Emma Bell ( tra i  suoi film, Final Destination 5). .Una menzione di merito va a Keith Carradine, 69 anni, nel ruolo di Edward, padre di Emily.
L’opera è da considerarsi riuscita, anche se la regia pur essendo valida non risulta ricca di suggestioni, tranne la scena della fotografia posata, nella quale i vari personaggi si trasformano in quello che  saranno vent’anni dopo e più.
Costato 7,3 milioni di dollari questo biopic ne ha incassati in tutto 3,5.
E’ da considerarsi dunque,  a fronte della qualità, un insuccesso commerciale, mentre va dato atto alla produzione di avere affrontato un personaggio di difficile rappresentazione al cinema.
Terence Davies poi non si è limitato a dirigere, ma ha anche scritto l’intero copione. Merita dunque la principale menzione di merito.
Il film infine è stato apprezzato dalla critica sia in Inghilterra che negli Stati Uniti

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