Il Sacrificio del Cervo Sacro: un thriller che riecheggia il Teorema di P.P.Pasolini Cinema Cultura 20 Luglio 2018 di Romolo Ricapito Continua ad essere proiettato nelle sale il thriller Il Sacrificio del Cervo Sacro, diretto e sceneggiato da Yorgos Lanthimos e con interpreti principali Colin Farrell e Nicole Kidman. La storia vede un chirurgo affermato e la sua famiglia modello, una bella moglie, due figli , ovvero una ragazza adolescente e un bambino, che viene insidiata dal figlioccio di lui. Tale figlioccio in realtà è il figlio di un paziente che Steven (Farrell) operò anni prima, ma che morì sotto i ferri. Il medico accetta l’amicizia del giovane per un senso di protezione ma anche per i suoi ovvi sensi di colpa. Il rapporto si fa insidioso, anche perché il ragazzo tenta di appioppare al chirurgo la madre, una donna ancora giovane e piacente, feticista delle mani (Alicia Silverstone in un cameo). Ma non basta: a un certo punto Martin (è questo il nome del giovane) rivela le sue intenzioni lanciando una minaccia: la famiglia del chirurgo si ammalerà e i figli, per primi, moriranno d’inedia. Poi sarà il turno dei genitori. L’unica soluzione per liberarsi dall’anatema è uccidere uno qualsiasi dei componenti della famiglia, per salvare gli altri. E dovrà essere proprio il padre ad agire. E in effetti i ragazzi, prima Bob e poi Kimm si ammalano senza nessuna causa apparente, rifiutando di mangiare e camminare. Nella mente del chirurgo si fa strada la “soluzione finale” prospettata dall’odioso figlioccio. Il film fa leva sui sensi di colpa, si è detto: il medico operò sotto l’effetto di due robusti drink alcolici. La pellicola ricorda come tematica Teorema, di Pier Paolo Pasolini. L’invadenza dell’estraneo, cioè, che diventa pregnante e deleteria. Ma c’è anche qualche scena che pare presa da Un Borghese Piccolo Piccolo riguardo le torture che il medico, infuriato, pratica allo scomodo figlioccio. Va detto che per la messinscena nel ruolo di Martin è stato scelto un attore dalla faccia antipatica, l’irlandese Barry Keoghan. Il giovane interprete dal volto segnato da cicatrici ha alle spalle una storia personale drammatica. Ma il viso corrotto e nervoso fa il paio con quello di Nicole Kidman, talmente stravolto dagli interventi chirurgici tanto che sembrano apparire in un’inquadratura persino dei buchi vicino alle narici. La pellicola è un’analisi psicologica di una gabbia di matti. In effetti, la famiglia modello è un concentrato di stranezza. Lei ama spogliarsi verso il bordo del letto, filiforme, per eccitare il marito, assumendo una posa estatica. Lui, il chirurgo, confessa al figlio di avere masturbato da adolescente il proprio padre nel sonno, generando un’immenso fiotto di sperma. La ragazza adolescente si diletta nelle arti e canta da far schifo. Anna, nel tentativo di far parlare l’anestesista che lavora in sala operatoria col marito sulle malversazioni di quest’ultimo, lo sottopone a masturbazione in auto. Etc etc. E’ logico come anche a causa di queste particolarità la famiglia ideale sia vittima sacrificale dell’invadente ragazzaccio assetato di vendetta, al quale basta un eloquio preciso, forbito ma noiosissimo e pedante per trasformare la famiglia dei Murphy in burattini. Va detto che la pellicola assume nel finale venature horror e che, a dispetto della follia di una sceneggiatura sgangherata, funziona grazie a buone atmosfere di attesa e suspense. Nonostante ciò, gli incassi almeno in Italia si sono rivelati abbastanza scarsi. 20 luglio 2018 Mail priva di virus. www.avast.com
Se tutti ragionassimo allo stesso modo il mondo sarebbe perfetto anche se piatto.L’inutilità della recensione quindi è relativa. Rispondi