Notizie dal Consiglio Regionale della Puglia: Trevisi, Amati, Loizzo Regione 13 Ottobre 2018 Lecce. 30 assistenti sociali licenziati dall’Alba Service. Trevisi chiede l’istituzione di un tavolo tecnico sulla vertenza “Non possiamo permettere che 30 assistenti sociali vengano mandati a casa dalla società partecipata della Provincia di Lecce Alba Service, che nei giorni scorsi ha comunicato di aver avviato la procedura di licenziamento collettivo”. Lo dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi, che in una lettera indirizzata a al presidente della Task Force regionale sul Lavoro e le crisi aziendali Leo Caroli, alla Prefettura di Lecce, al Direttore dell’Asl di Lecce Narracci e alla Giunta Regionale, ha chiesto di istituire un tavolo tecnico congiunto che si occupi della vertenza. “Al tavolo – continua Trevisi – spetterà il compito di valutare azioni concrete per preservare la situazione occupazionale dei lavoratori dell’Alba Service, anche attraverso la predisposizione di piani di riqualificazione professionale degli stessi a carico della Regione Puglia, nonché l’attivazione di percorsi di reimpiego degli assistenti sociali nell’ambito delle politiche sociali e del lavoro di specifica competenza regionale. Si tratta di personale che ha già un’importante esperienza lavorativa nei centri dell’impiego e, con il potenziamento di questi ultimi, potrebbe da subito essere reimpiegato. Un’altra possibilità sarebbe quella di ricorrere a queste figure professionali negli ambiti sociali territoriali, o una loro redistribuzione nei servizi socio-sanitari erogati dalle ASL, che quotidianamente affrontano gravi carenze di organico. Bisogna garantire – prosegue – sia la salvaguardia dei livelli occupazionali sia la definizione di azioni in grado di garantire l’erogazione dei servizi alle persone in difficoltà e ai soggetti deboli e a rischio di esclusione sociale. Per questo auspichiamo al più presto la convocazione del tavolo tecnico”. /comunicato Fabiano Amati Festival della scienza e della decisione politica, Amati: evento in cui il Sapere prova a ridurre i profeti di sventura “Il Festival della scienza e della decisione politica di Fasano, che si apre domani con la lezione di Elena Cattaneo su ‘Scienza, cittadini e politica”, è un evento in cui il Sapere prova a ridurre la legione dei profeti di sventura, demoni sempre attivi nell’approfittare della scarsa capacità di adattamento della mente umana al nuovo.” Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati, presentando il “Festival della scienza e della decisione politica” in programma a Fasano dal 13 al 21 ottobre. Il Festival é promosso dal Comune di Fasano, finanziato dalla Regione Puglia, organizzato con la collaborazione del Politecnico di Bari, ASL Brindisi, Liceo scientifico “L. da Vinci”, scuola media “Bianco-Pascoli e diversi partner privati, si avvale della prestigiosa sponsorizzazione di ENI. “È una rassegna di maestri impegnati ad offrire la prova che chi sa sopravvaluta i suoi dubbi e chi non sa le sue certezze. È un appuntamento dove s’incontrano gli ottimisti, quelli ragionevoli, si fermano a pensare, discutono e poi si mettono in cammino. È una storia fatta da tante storie che si danno appuntamento affinché la civiltà dei pensieri venga sempre a trovarci.” IL PROGRAMMA COMPLETO: Si inizia domani (13 ottobre) presso il Teatro Sociale – ore 17, con la lezione di Elena Cattaneo su “Scienza, cittadini e politica”, introdotta da Fabiano Amati. A seguire l’evento (ore 19) con Roberto Bassi, Giovanni Martella e Donato Boscia su “Il fastidioso caso della xylella”, introduce e coordina Renato Moro. Domenica 14 ottobre (Sala di rappresentanza del Comune): – ore 10:30, Teodoro Miano, Angelo Moretto e Donatello Sandroni su “La verità, vi prego, sul glifosate”, introduce e coordina Mauro Denigris; – ore 18:00, Gianfranco Bangone e Michele Laforgia, su “Novi Ligure, Perugia, Avetrana, Brembate: la firma dell’omicida, il DNA entra in Tribunale”, introduce e coordina Giuliano Foschini; – ore 19:30, Paolo Legrenzi e Armando Massarenti su “Come decidiamo, in scienza e coscienza?”, introduce e coordina Pino Donghi. Giovedì 18 ottobre 2018 (Sala di rappresentanza del Comune) ore 17:00, Tommaso Di Noia e Pietro Leo, su “Big data e intelligenza artificiale: sfide scientifiche e sociali”, introduce e coordina Dino Amenduni. Sabato 20 ottobre 2018 (Teatro sociale): – ore 10.30, Giordano Masini, Deborah Piovan e Giacomo Scarascia Mugnozza su “AI, A come Agricoltura, I come Innovazione”, introduce e coordina Gianni Tanzariello; – ore 18.00, Vittoria Brambilla, Bruno Mezzetti e Cinzia Montemurro, su “Tra antiche piante e nuove tecnologie: genome editing e altri strumenti per l’agricoltura del futuro”, introduce e coordina Massimiliano Scagliarini; – ore 19:30, Andrea Grignolio,Pierluigi Lopalco e Stefano Termite, su “Vaccini e opinioni: perchè la scienza non può essere democratica”, introduce e coordina Gerardo D’Amico. Domenica 21 ottobre 2018 (Sala di rappresentanza del Comune): – ore 10.30, Antonio Incampo e Luca Simonetti su “In scienza e giurisprudenza: quale diritto per la ricerca?”, introduce e coordina Enzo Magistà; – ore 16:30, Giulio Giorello e Giovanni Maria Flick su “Cultura, ricerca, costituzione: l’eredità del passato e lo sguardo verso il futuro”, introduce e coordina Giuseppe De Tomaso. Dal 15 al 19 ottobre il Festival si trasferisce nelle scuole fasanesi, con: – Pandemic, un gioco da tavola, in tutto simile simile a Risiko o a Monopoli, con l’obiettivo di scoprire le quattro cure a quattro malattie prima che la situazione sfugga di mano ed i morbi si diffondano senza controllo, perdendo così la partita. – Tribunali di Bioetica, una rappresentazione teatrale durante la quale viene raccontata la vicenda di una ragazza morta per una terribile malattia non curata perché i genitori erano seguaci delle teorie di Ryke Geerd Hamer. Alla fine della rappresentazione viene chiesto ai ragazzi di esprimersi “giudicando” le diverse ragioni, come fossero una giuria popolare che si è ritirata in camera di consiglio, così da esprimere un verdetto. Un’occasione per riflettere su alcuni passaggi fondamentali della Filosofia Morale e del Diritto. Il Festival é promosso dal Comune di Fasano, finanziato dalla Regione Puglia, organizzato con la collaborazione del Politecnico di Bari, ASL Brindisi, Liceo scientifico “L. da Vinci”, scuola media “Bianco-Pascoli e diversi partner privati, si avvale della prestigiosa sponsorizzazione di ENI. Mario Loizzo Convegno sul brigantaggio, Loizzo: “è tempo di trasformare il Mezzogiorno” “La ricerca storica va coltivata con impegno, per fare luce su ogni aspetto della storia, con l’obiettivo di costruire, se non una memoria condivisa, un terreno di civile confronto”. Lo ha sostenuto il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo, intervertendo nel convegno a bari “Guerra ai briganti, guerra dei briganti storiografia e narrazioni”. Le tre giornate di studio, per Loizzo, offriranno un contributo alla ripresa del dibattito sulla storia postunitaria del Mezzogiorno, aprendo si auspica “un varco nel muro della demagogia che alcuni hanno deciso di innalzare, anche su questo aspetto della storia italiana”. Perché “se l’esercizio del revisionismo di per sé non è un male, si trasforma in una inaccettabile falsificazione della storia, quando viene finalizzato al proprio tornaconto politico o elettorale”. Un “certo revisionismo” sui temi del Risorgimento e dell’Unità nazionale, “negando l’evidenza – secondo Loizzo – si spinge sino a rivalutare fatti che, per quanto controversi, sono già stati storicamente ben definiti. Letture nostalgiche, invece di fare tesoro delle lezioni della storia, finiscono per mistificarla”. Oltre ad una “vasta pubblicistica, il fiorire di associazioni, sette e correnti di pensiero, che si richiamano al regime borbonico, hanno scelto una lettura dei fatti, non con l’obbiettivo di ricordarli ma per celebrarli, spesso con affermazioni che rasentano l’insulto nei riguardi della storia risorgimentale e dei suoi protagonisti”. Il presidente del Consiglio regionale pugliese ha ricordato, tra l’altro, l’iniziativa promossa da una forza politica nazionale in alcuni Consigli regionali del Sud. Si chiedeva di indicare il 13 febbraio come giornata in cui commemorare i meridionali che perirono in occasione dell’unità. “Il Consiglio regionale della Puglia ha accolto la richiesta, il 4 luglio 2017, non per condividerla – ha detto Loizzo – ma per offrire un terreno di confronto, peraltro istituzionalmente obbligato e che, se negato, avrebbe provocato solo inutile vittimismo”. L’iniziativa non ha avuto seguito, ma “avrebbe sicuramente visto la stragrande maggioranza del Consiglio battersi con l’obiettivo di ricordare le sofferenze subite dalle popolazioni meridionali, non per celebrare un regime sanguinario e illiberale”. Il Convegno barese è impegnato ad approfondire i temi del brigantaggio, “con spirito laico e senza i preconcetti che per anni lo hanno caratterizzato. Insieme al triste fenomeno della mafia e dell’emigrazione di massa che seguì, segnò profondamente quei decenni. Poi, la questione sociale, la rivoluzione industriale, il giolittismo, la guerra e il ventennio fascista, posero definitivamente le basi per l’incancrenirsi della questione meridionale. Oggi i problemi del Sud non sembrano ai primi posti nell’agenda del governo, proprio mentre si sta delineando una sorta di tsunami demografico e sociale: i giovani italiani che emigrano all’estero sono più dei migranti che entrano in Italia”. Questo conferma invece l’attualità della questione del Mezzogiorno, e tuttavia, “da qualche tempo a questa parte, la spinta propulsiva del meridionalismo storico si è decisamente attenuata, generando un vuoto riempito da una parte dalla cultura rivendicativa e piagnona del sudismo falso meridonalista e, dall’altra, dall’imperversare di una classe politica autoreferenziale che prospera sul baratto, tra i fondi pubblici e il consenso elettorale, esattamente come un secolo fa”. Pertanto è indispensabile, ha fatto presente il presidente Loizzo, “una ripresa vigorosa dell’analisi critica e della narrazione del Meridione, nella consapevolezza che la posta in gioco non è quella di ‘chiedere per il Sud’, ma di lavorare ‘per trasformare il nostro Mezzogiorno’”. (fel)