Bif&st: presentato film biografico Sonja The White Swan. La famosa pattinatrice Sonja Heine amò anche Tyrone Power Arte Cinema Eventi e Tradizioni 3 Maggio 20194 Maggio 2019 di Romolo Ricapito E’ Stato presentato al Bif&st di Bari giovedì 2 maggio nella rassegna Panorama Internazionale presso il Teatro Petruzzelli il film in concorso Sonja The White Swan, della regista norvegese Anne Sewitsky con Ine Marie Wilmann nel ruolo principale, quello della celebre pattinatrice vincitrice di tre Olimpiadi (1928, 1932, 1936) Sonja Heine, diventata in seguito una star di Hollywood. La Henie, conosciuta come il Cigno Bianco è ritratta vincitrice alle Olimpiadi del ’36 (con svastiche sullo sfondo). Ella si compiaceva di conoscere Goebbels e Hitler e come vedremo nella pellicola alla fine della carriera questo le procurò intoppi per tornare a ottenere nuovi ingaggi in Europa. L’inizio la vede nella sua terra natale mentre da bambina pattina sul lago ghiacciato di Oslo in compagnia del fratello Leif. Molto unita alla famiglia e ai genitori, con il suo egoismo e l’aderenza agli aspetti esteriori della vita rimarrà da sola, allontanando il germano per questioni economiche. Si approprierà dell’intera eredità del giovane e, al culmine della carriera negli Stati Uniti , si dedicherà a pratiche orgiastiche, diventando anche un’alcolizzata. Le scene della pellicola sono splendide e va detto che per questo motivo, ma anche in quanto si parla di un personaggio conosciuto a livello universale, il film potrà essere visto in tutto il mondo, a differenza di altre opere in concorso, improponibili per il circuito internazionale, come l’italiano Non Sono Un Assassino. La musica è un buon accompagnamento della storia : ammiriamo la cadenza ritmata quando Sonja fa il suo ingresso trionfale a L.A. sul Sunset Boulevard, portata in auto come una regina. Da grande affarista, spunta un contratto vantaggioso che la vedrà protagonista per quattro film, rifiutando un ruolo di sette minuti come comprimaria per 75 mila dollari. Critica la Dietrich e Shirley Temple, come se lei stessa fosse già un’attrice eccelsa, mentre di base è soltanto una sportiva. Hollywood è descritta visivamente in maniera accattivante, con le sue piscine e i suoi party magnifici, mentre si utilizza a un certo punto una musica dance per rendere il tutto “attualizzato”. Sussiste qualche lentezza, ma va detto che l’opera si riscatta anche per le splendide ricostruzioni delle esibizioni sui pattini, nell’ambito di scene fastose e ricche coreograficamente. Epperò la Henie è sconfessata a livello umano con un’aspra critica della sceneggiatura che ne ritrae tutti gli aspetti peggiori . “Ti chiamavano ninfomane da quando avevi 11 anni” la rimprovera un personaggio. Ma soprattutto Sonja è cattiva: impone alla madre di lasciarle una buona eredità in Norvegia, mentre lei a Hollyewood ha sperperato milioni di dollari, affidando il suo patrimonio a impostori e a un marito inaffidabile. Arriva a fare togliere gli anelli d ‘oro dalle mani del cadavere della madre, affamando l’altro erede, Leif, che non vorrà mai più rivederla. Amerà però, all’inizio del “sogno” cinematografico , Tyrone Power. Il divo, padre della nostra Romina, è ritratto nell’unica scena erotica del film mentre possiede come uno stallone la pattinatrice. Tyrone poi compare sul serio nei titoli di coda, in un estratto originale di una commedia girata a suo tempo con la Heine, L’ultima parte è ambientata a Rio De Janeiro, dove Sonja “si rifugia” in cerca di un riscatto artistico. Ma viene abbandonata da tutti per la sua empietà. Va detto che la magia del film e la sua ambiguità sottile consiste in un risarcimento nei confronti della viziata “mantide”: in una scena davvero molto bella nel suo paese natale mentre pattina sognante, ritrova un suo antico amore, che la sposerà e la farà felice. La coppia diventerà famosa per le collezioni d’arte miliardarie, ma Henie morirà di leucemia non ancora anziana, sulla cinquantina avanzata a Parigi durante un viaggio in aereo.. Il film evita di mostrare il fidanzamento col pianista Valentino Liberace, anche perché esso fu inventato da costui per la stampa, con la Heine consenziente, per mascherare la sua omosessualità. Evitata anche la storia della protagonista col boxeur nero Joe Louis. Una curiosità : Sonja e gli altri interpreti alternano il norvegese all’inglese. Nominato a un importante premio in Norvegia, Sonja The White Swan è quasi impossibile che possa vincere il Bif&st, in quanto i temi di altri film, più “pregnanti” per la critica, lo sconfiggerebbero. Eppure se trionfasse sarebbe una bella rivincita e un’ottima cosa anche rispetto a tante pellicole brutte e inutili messe in cartellone nell’ambito della rassegna barese, in particolar modo al Cinema Galleria. Bravissima la protagonista Ive Marie Wilmann, proveniente dalla tv, affiancata dall’amica- assistente Valene Kane, che svolge un po’ il ruolo del Grillo Parlante di Pinocchio. Eldar Star è Leif Heine, anch’egli un “televisivo”,Aidan McArdel il produttore Darryl Zanuck. 3 maggio 2019