PUGLIA-Notizie dal Consiglio Regionale Regione 4 Luglio 20194 Luglio 2019 Sanità, Zullo: “Bene inaugurare nuovi reparti, ma poi non lasciamoli in agonia” Dichiarazione del presidente del gruppo regionale di Direzione Italia, Ignazio Zullo, che ha partecipato a Bari all’apertura di Radiologia Pediatrica. “Quando si inaugurano strutture come quella di questa mattina non si può non essere contenti: il nuovo reparto di Radiologia Pediatrica al Papa Giovanni XXIII è indubbiamente importante ai fini diagnostici e quindi della prevenzione. L’ospedaletto dei bambini è un centro di eccellenza, dove la salute dei nostri piccoli è una missione di tutti coloro che vi lavorano. Per questo nel complimentarmi con il direttore generale, Giovanni Migliore, ho sottolineato come al taglio del nastro poi deve seguire una vera organizzazione della struttura che risente come altri ospedali della mancanza di medici, infermieri e, a volte, di materiale di consumo. Insomma, l’invito è ad andare oltre le inaugurazioni, non succeda quel che è successo per l’ospedale della Murgia inaugurato alla vigilia di appuntamenti elettorali e poi lasciato nell’agonia per carenze di personale. Ma sono certo che non accadrà in questo caso: mi conforta in questa convinzione la sensibilità e la capacità manageriale del direttore Migliore e dei suoi collaboratori”. Psr, Damascelli: “275milioni da spendere entro l’anno, ma il governo regionale resta immobile. Si svegli e agisca!” Nota del vicepresidente della IV Commissione Agricoltura, Domenico Damascelli di Forza Italia. “I ritardi che hanno portato allo stop del Piano di Sviluppo Rurale sono noti e la Puglia è fanalino di coda tra le Regioni italiane per spesa delle risorse comunitarie. Ho chiesto l’audizione in IV Commissione Agricoltura, che si è tenuta oggi, per avere lumi su cosa il Governo regionale intenda fare per scongiurare il rischio di dover restituire all’Ue i fondi non spesi entro il 31 dicembre di quest’anno. Si tratta di un problema gravissimo e noi siamo ancor più preoccupati per un Assessorato sempre più vuoto, senza una guida politica, con grave penuria di dirigenti e funzionari e, a breve, anche senza guida tecnica per nuovi pensionamenti. Chi potrà, in dieci mesi dalla fine della legislatura, mettere mano per aggiustare un mastodontico problema, frutto di una pessima gestione politica dell’agricoltura da parte del Governo Emiliano? Abbiamo audito il responsabile regionale dell’autorità di gestione del Psr e le organizzazioni professionali del mondo agricolo, che hanno evidenziato questioni da lasciare sbigottiti. Nessuno si è preoccupato e occupato di dare indirizzi agli uffici su cosa fare, lasciando tutto nel caos. E ancora, i giri di valzer, stigmatizzati dalle organizzazioni agricole, le mancate decisioni di Emiliano e le gravi responsabilità politiche, per non parlare del teatrino dei nuovi bandi prima annunciati dall’assessore e poi revocati dal presidente. Davvero pazzesco. Segno tangibile di un disordine politico notevolissimo, che si è riverberato inevitabilmente sull’aspetto procedurale. Tra le misure strutturali bloccate per varie ragioni, tra cui i ricorsi al TAR, e le vicissitudini interne alla Giunta, ci domandiamo come si potranno spendere 275 milioni di euro entro la fine dell’anno. Purtroppo, con l’assenza costante del presidente e la poltrona dell’assessore attualmente vacante, mancano i riferimenti politici con cui confrontarci e la situazione è delicatissima. La verità è che qualunque iniziativa si dovesse prendere, si potrebbero generare danni. Tutto questo perché la mala gestito della Regione ha causato alla Puglia un disastro incalcolabile. Noi abbiamo chiesto che siano adottate tutte le iniziative necessarie a salvare i fondi destinati al mondo agricolo. Abbiamo insistito per il bene della nostra Terra, vittima degli errori e degli orrori del centrosinistra, che stanno affossando un grande regione come la Puglia”. Brindisi, Centro per l’Impiego, Bozzetti: “Primi spiragli per la riapertura della sede distaccata di Mesagne” “Prime buone notizie per i centri per l’impiego pugliesi e in particolare per quello di Brindisi, di cui da tempo denunciamo le gravi carenze strutturali e di personale. Oggi il Commissario straordinario dell’Arpal Massimo Cassano ha parlato del potenziamento dell’organico e della necessità di aprire nuovi Centri per l’Impiego nella nostra provincia, che al momento ne conta solo tre. Per questo pare si stia attivando l’iter per la riapertura della sede distaccata di Mesagne”. Lo dichiara il consigliere del M5S Gianluca Bozzetti a margine dell’audizione in VI Commissione del Commissario straordinario dell’ARPAL Massimo Cassano sulla situazione dei CPI pugliesi. “Altra nota positiva è che siano stati stanziati dalla Regione all’Arpal 3.700.000 euro per il proseguimento dell’attività dei 250 formatori professionali pugliesi che così potranno avere il lavoro fino a fine anno. Nei prossimi mesi il Commissario si è impegnato ad emanare un Concorso a cui i formatori potranno partecipare per poter entrare nell’organico dell’Agenzia. Continueremo a monitorare la situazione – continua Bozzetti – del CPI di Brindisi per aggiornare costantemente i cittadini, che al momento sono costretti a mettersi in fila già dalle prime ore del mattino, quando non a dormire davanti alla sede per poter fare anche un semplice certificato. Una situazione che crea numerosi disagi anche ai residenti della zona, più volte costretti a chiamare le forze dell’ordine, e mette a rischio la sicurezza dei dipendenti Un risultato per cui dobbiamo ringraziare il precedente Governo nazionale. Ora come sempre spetta al nostro Governo rimediare ai disastri passati”. Ospedale di Manfredonia, Gatta ad Emiliano: “Sono tra quei cretini” Nota del vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta di Forza Italia. “Ho provato a resistere alla tentazione di replicare all’infelice espressione adoperata dal presidente Emiliano, secondo cui coloro che paventano la “chiusura” dell’ospedale di Manfredonia sarebbero “tre volte cretini”. Ebbene, poiché ritengo di essere tra quei “cretini”, mi preme evidenziare come la chiusura di un ospedale non consista nell’abbassare una saracinesca, bensì nel suo depotenziamento graduale e sistematico che porti il nosocomio a non poter dare più risposte efficaci alla richiesta dell’utenza. Anche su questo ci sarebbe da discutere: come mai l’ospedale di Manfredonia, che serve una popolazione di quasi centomila unità (Manfredonia, Zapponeta, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Vieste) ed alcune località disagiate e difficilmente raggiungibili, è qualificato “di base” pur avendo un’utenza pari, se non addirittura superiore, alle strutture di primo livello della provincia di Foggia? E a voler ritenere immodificabile tale dato – cioè che Manfredonia debba rimanere ospedale di base, guarda caso l’unico in Capitanata – per quale motivo non è dotato del personale che spetta, in base alla pianta organica, ai singoli reparti? Perché, per esempio, se sono previsti 6 anestesisti ve ne sono solo 4? Perché abbiamo solo 2 ortopedici, quando in pianta organica ne sono previsti ben 9? Il sospetto è che per non assumersi la responsabilità della chiusura della struttura, qualcuno abbia deciso di condannarla ad una morte lenta e silenziosa per carenza di personale. Capisco (si fa per dire!) che alla vigilia delle elezioni regionali Emiliano possa qualificare come “cretini” coloro i quali paventano un depauperamento progressivo della struttura, ma non è l’offesa verbale che urta di più la nostra comunità: la vera offesa è smantellare giorno dopo giorno un ospedale importante per il territorio ed avere la faccia tosta di negarlo anzi, addirittura di sostenere che ci siano in ballo progetti per il suo rilancio”. Per le sagre pugliesi un marchio di qualità, Maurodinoia presenta proposta di legge La Puglia terra di cultura, storia e sagre paesane dal profumo inconfondibile. Luoghi straordinariamente unici da scoprire attraverso un cibo da assaporare e gustare. Un autentico patrimonio da tutelare, frutto del lavoro di contadini coraggiosi, di lavoratori fantasiosi, di inventori di sapori, che realmente operano per la promozione e tutela del territorio garantendo la genuinità dei prodotti. Nasce così la proposta di legge “Promozione e valorizzazione delle Sagre di Qualità”, presentata alla Regione dalla consigliera Anita Maurodinoia che prevede l’attribuzione di un marchio, che identifichi in maniera univoca, le sagre tradizionali e di qualità, ovvero le manifestazioni che vantano da tempo, un legame con il territorio e che abbiano come obiettivo la promozione e creazione di sinergie con le attività economiche locali. “La proposta che è aperta al contributo delle associazioni -dichiara la Maurodinoia- è uno strumento per stabilire regole condivise per l’organizzazione di manifestazioni che promuovano il prodotto locale, i suoi piatti tipici, la sicurezza e il rispetto dell’ambiente. Le sagre, espressioni dell’identità e della cultura di un territorio devono essere disciplinate, valorizzate e tutelate anche da eventuali plagi”. Pertanto, l’obiettivo principale è quello di distinguere tra sagra e sagra, chiedendo alle associazioni (in possesso dei requisiti) che organizzano e, alle amministrazioni che le autorizzano, di fregiarsi del codice di qualità per rendere facilmente riconoscibili le sagre che realmente rispettino le prescrizioni previste. Quindi, secondo la proposta sono considerate “Sagre di Qualità” quelle in cui vengono somministrati prodotti tipici del nostro territorio, a “chilometro zero” o tra quelli a marchio DOP, DOC, DOCG, DECO, oltre a quelli tradizionali, e che per il metodo di produzione, trasformazione, conservazione e stagionatura, sono realizzati sul territorio regionale in maniera omogenea e continuativa. L’UNPLI regionale, l’Unione delle Pro Loco di Puglia che ha collaborato alla proposta, insieme al variegato mondo dell’associazionismo, in qualità di principali organizzatori di queste manifestazioni dal grande valore sociale, turistico ed economico, avvertono sempre di più la necessità di disciplinare il comparto. Alla Regione il compito sia di istituire un Albo regionale “Sagre di Qualità” in cui saranno inserite le manifestazioni che avranno ottenuto il riconoscimento, sia quello di promuovere gli eventi, contrassegnati da un apposito logo che contraddistinguerà la sagra come una manifestazione che rispetta specifici requisiti di sicurezza, di prodotti utilizzati e di rispetto dell’ambiente. III commissione: audito D.G. Dipartimento Salute Regione Seduta di audizioni della III commissione presieduta da Pino Romano. Il Direttore del Dipartimento Salute della Regione Vito Montanaro ha illustrato il programma di attività per i prossimi 15 mesi. Tra gli obiettivi da perseguire prioritaria è l’uscita della Puglia dal Piano operativo in modo da riacquisire la “libertà di decidere le azioni strategiche”. In questo ambito la Giunta regionale ha approvato proprio ieri la 4° versione della riprogrammazione della rete ospedaliera, tenendo conto delle prescrizioni stabilite precedentemente dal Tavolo romano. In relazione alla situazione delle liste d’attesa, il dipartimento e i direttori generali delle aziende sanitarie (che ogni lunedì si incontrano a Bari presso la sede dello stesso dipartimento) stanno compiendo una verifica sugli strumenti informatici e di programmazione da porre in atto. Si punta a un processo di uniformità dei sistemi informatici sulla falsariga del CUP unico ASL Bari-Policlinico-IRCCS Oncologico su cui si sta lavorando. Altre innovazioni previste riguardano la seconda visita (quella di controllo) che sarà prenotata dagli stessi specialisti, con la collaborazione dei medici di base che dovranno sensibilizzare gli assistiti e la previsione di liste d’attesa dedicate per gli screening. Immediatamente successivo al disco verde del Tavolo di monitoraggio romano sarà il piano assunzionale, a cominciare dal maxi concorso per infermieri che sarà gestito per tutta la regione, con la collaborazione di Innovapuglia, dalla ASL BA, dal Policlinico e dall’IRCCS di Castellana Grotte. Quindi la spesa farmaceutica su cui la Puglia è in recupero ma ancora in affanno. Si punta alla centralizzazione. A tal fine è stato istituito un Tavolo specifico che entro la fine di luglio dovrà verificare le gare in corso e porre in essere la programmazione per quelle future con acquisti unici. Stesso discorso per i contratti di manutenzione della grandi macchine. Montanaro ha espresso la necessità di rivedere il modello dipartimentale. Attualmente due delle cinque sezioni che compongono lo stesso dipartimento sono prive del dirigente. Andrebbe aumentato il numero delle sezioni. Diversamente sarà necessario aumentare il numero dei servizi. Successivamente è stata la volta delle rete Oncologica, con le audizioni del Direttore generale dell’Aress Giovanni Gorgoni, del coordinatore operativo della rete Gianmarco Surico e dei rappresentanti delle aziende sanitarie. La rete oncologica è operativa in Puglia (unica regione del Sud su un totale di 7 regioni). I Coro (Centro di orientamento oncologico) previsti sono 17 e sono stati tutti attivati. Sono stati licenziati dall’Aress i PDTA (Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) per i tumori solidi; è stato istituito l’Alto Comitato per la ricerca per le terapie sperimentali mentre si punta a un Comitato etico unico a livello regionale. Sono circa 700 gli interventi effettuati in più da quando è stata attivata la rete, dato che comincia a delineare un inizio di inversione di tendenza per quel che riguarda la mobilità sanitaria passiva per le patologie oncologiche. A fine luglio è previsto il provvedimento dell’Aress in merito all’assetto dal Hub & spoke alla base del funzionamento della Rete pugliese. I primi riscontri, comunque, danno una situazione a macchia di leopardo: dall’eccellenza dell’ASL TA con 538 prime visite con tempo di attesa 0 e 621 prenotazioni di prestazioni specialistiche alle ASL FG e BAT dove il servizio non è ancora partito. Emersa anche la necessità che il numero verde dalla rete venga pubblicizzato più adeguatamente, con l’ausilio dei medici di base e dell’associazionismo. Infine in ultimo la riconversione dell’ex ospedale di Bitonto in PTA, per la quale è stata audita la direzione dell’ASL BA su sollecitazione di Domenico Damascelli. Nonostante la disponibilità di più di 5 milioni di risorse europee il percorso langue, mentre l’attività degli ambulatori presenti si riduce o viene meno a seguito del pensionamento dei medici responsabili. Il DG Sanguedolce ha fatto presente che i 5 milioni saranno rimpinguati per mettere a norma l’intera struttura nell’ambito della nuova programmazione regionale. Da un mese ha preso servizio la nuova responsabile del distretto socio sanitario di competenza che sta stilando un programma per la rimozione delle criticità evidenziate da Damascelli, con particolare riferimento al personale. 4 luglio 2019