Coronavirus: La risposta all’intervista del dott. Roberto Race Attualità 5 Marzo 2020 di Nicola Cristofaro La risposta al precedente articolo riguardante l’intervista a Roberto Race sulla questione economica rapportata al gravoso problema del Coronavirus: Intervista a Roberto Race Forse il nostro interlocutore ha allargato un po’ l’orizzonte di lettura, rilevando varie criticità tipiche della nostra società e della P.A. es. le pulizie dei bagni, le fake news, inevitabili, l’infodemia cioè abbondanza di informazioni. Tutti questi sono elementi strutturali della società moderna, ineliminabili, se non con lo spirito critico del lettore, che deve essere capace di separare le notizie, separare quelle concrete da quelle tendenziose e false. Ma, come si sa, la verità è quella del falsario, solo costui pensa di esserne il custode. Invece le considerazioni sui sistemi paese hanno un certo interesse. Osservo che non esiste un sistema paese, salvo che in alcuni aspetti culturali specifici. Nell’economia le relazioni tra paesi sono intensi, forse non sono in competizione, perché si devono integrare, in quanto le merci si acquistano dove costano di meno, e si vendono dove si incassa di più. Gli Stati non sono capaci di controllare i capitali, il rispetto dei diritti umani, dei lavoratori, delle modalità di produzione. Per cui: se una tshirt costa di meno nel Bengala, si va lì a produrre. se un paese non fa pagare le tasse, o applica un regime di tassazione e di penaltriburaio meno invasivo, ivi si spostano le sedi legali, se nessun sindacato controlla i ritmi di lavoro, quella è una sede ideale. Lo Stato è concepito non come territorio, ma come ordinamento giuridico, e l’imprenditore sceglie quello più adatto alle sue esigenze. Cioè la competizione è falsata, le condizioni di partenza non sono uguali per tutte le imprese, e le stesse si scelgono quello che fa comodo. Se un telefonino ha bisogno di cortan, che viene estratto dalle multinazionali nel Congo da ragazzini di dieci anni, destinati ad una fine prematura e con forti disturbi, non interessa a nessuno, anzi nessuno lo sa. Questa è ignoranza, ed la base costitutiva della moderna società, dove chi possiede i mezzi di controllo dell’informazione decide di far perseverare in tale ignoranza. Il capitalismo illude, delude e consola. E i divieti di un singolo stato, in un mondo così interconnesso, sfiorano la ilarità. Se si impedisce il volo diretto dalla Cina, e chi ci crede? Sono tanti i posti con interscambio nel mondo. Si aggira facilmente. Ma vi è un dato favorevole da questo caos mondiale, che la ricerca è mondiale e chi arriva prima la mette a disposizione di tutta la comunità scientifica. Non chiudere le barriere, aumenterebbe l’allerta, i controlli personali e qualcosa può sfuggire: pazienza, si rimedierà! Il problema del nostro Paese è che non si può giustamente, permettere il lusso di curare migliaia di ammalati e perciò cui tutti dentro casa, per 15 giorni, con la speranza che il virus si debelli da solo, che si stanchi e per incanto sparisca. E’ successo altre volte, quando le reliquie dei Santi venivano portati in processione, ed innalzate le Chiese, alla Madonna della Salute. Se si chiude Lourdes, vuol dire che non crede nessuno neanche ai miracoli, e questo, per un popolo che si crede tutta scienza e sapienza, è grave. L’ansia impera ovunque ed è il risvolto della ignoranza. Auguri a tutti, lettori e non. 5 marzo 2020