8 marzo: Rai Tre trasmette il film “Suffragette” dove le protagoniste preferiscono essere ribelli piuttosto che schiave Cinema Cultura Storia 7 Marzo 20209 Marzo 2021 di Clelia Conte L’8 Marzo, giornata dedicata alle donne, voglio pubblicare per la seconda volta la mia recensione del Film “Suffragette” di Sarah Gavron, proiettato nei cinema nel 2015 e in onda ieri sera in prima serata su Rai Tre. Sarah Gavron, regista del film “Suffragette” Mode, interpretata da Carey Mulligan, lavora in fabbrica Londra, 1912. Maud Wattatts (interpretata da Carey Mulligan), è una 24enne occupata nella lavanderia industriale di Mr. Taylor, un uomo senza scrupoli che abusa delle sue operaie. Alcune di loro combattono da anni a fianco di Emmeline Pankhurst (Meryl Streep), fondatrice del movimento femminile delle Suffragette e ricercata della Women’s Social and Political Union. Le Militanti combattono solidalmente per i loro diritti e per il loro diritto al voto. Il loro motto è “meglio essere ribelli piuttosto che schiave!” Purtroppo non vengono favorite dai giornali, che hanno timore della censura, né dai politici, che le ritengono folli. Così per far sentire la propria voce, decidono tutte unite di usare la violenza attraverso atti di terrorismo senza però coinvolgere vite umane. Così lanciano pietre contro le vetrine e bombe a degli edifici, pur di far rumore e dare vita ai loro sogni. Mode (Carey Mulligan) Nella scena, Mode viene arrestata Maud Wattatts, la protagonista, avvicinatasi timidamente alle Suffragette, diventa presto una militante appassionata e decisa a vendicare le violenze sulle operaie e a riscattare una vita alle dipendenze degli uomini (il marito ed il titolare di fabbrica). Arrestata più volte, perde il lavoro e viene ‘ripudiata’ dal coniuge che la caccia di casa. L’uomo in seguito darà in adozione a una famiglia borghese il loro bambino. Rimasta sola, Mode diventa ancora più forte nella lotta politica e quando viene per la seconda volta messa in carcere, si rifiuta di mangiare per cinque giorni uscendone con le sue amiche debilitata. Nella scena, Mode porta il bambino dalla farmacista, Edith Ellyn, per una visita di controllo Carey Mulligan è brava e si intercala nel personaggio di Mode in maniera eccellente dimostrando sensibilità nell’interpretazione in tutte le sue evoluzioni: trasmette perfettamente gli stati d’animo della protagonista. Anne-Marie Duff interpreta l’operaia Violet Miller, che coinvolge Mode con l’aiuto della farmacista Edith Ellyn (Helena Bonham Carter). Mode e Violet (Anne-Marie Duff) Quest’ultimo personaggio, si ispira a Edith Garrud professionista delle arti marziali che organizzò dal 1913 dei corsi riservati esclusivamente alle donne incoraggiandole a difendersi dai poliziotti durante le manifestazioni duramente represse. Edith Garrud interpretata da Helena Bonham Carter Edith Garrud (1872-1971) Non si smentisce il talento di Meryl Streep che incarna vivacemente la figura Emmeline Pankhurst in una breve apparizione poiché la regista ha preferito dare spazio alle donne semplici, le operaie che si sono sacrificate e delle quali non si conosceva la storia. Meryl Streep interpreta Emmeline Pankhurst Emmeline Pankhurst (1858-1928) La regista britannica Sarah Gavron ha dato a questo lungometraggio una visione di denuncia molto forte. Abbiamo visto infatti la storia della rivoluzione femminile in modo molto più crudo di come ce lo immaginavamo perché “Suffragette”, non è il film di Mary Poppins con la bella Glynis Johns. Glynis-johns suffragetta nel film di Mary Poppins L’attrice, infatti, nel film del 1964 interpretava una donna borghese e sorridente che beve il tè e sfila serena con le colleghe, tutte eleganti con la fascia al petto. In questo film invece ci troviamo dinnanzi ad un’altra versione dei fatti perché Abi Morgan, la sceneggiatrice, ha fatto una precisa ricerca negli archivi, trovando testimonianze nelle lettere e nei diari più intimi di donne che, come la protagonista, sacrificarono la loro vita privata per affermare i loro ideali. Nel film SUFFRAGETTE Natalie Press interpreta Emily Davison Nel film, Emily Davison (impersonata dall’attrice Natalie Press), muore lanciandosi contro il cavallo del re Giorgio V . Accadde il 4 giugno del 1913 quando una folla di prestigiosi Inglesi si recarono a Epsom, nei pressi di Londra, per il Derby, la corsa dei cavalli dove c’era anche il re, Giorgio V. A un passo dalle ringhiere di protezione, Enily Davison si gettò verso il cavallo del re per tentare di afferrarne le briglie. L’urto fu immortalato dalle immagini e video. Nella realtà la donna riportò una frattura cranica e varie lesioni interne, e morì pochi giorni dopo. Il sacrificio della povera Emily riuscì finalmente ad attirare l’attenzione della stampa mondiale. Giorgio V disapprovò il gesto di Emily per aver rovinato festa e la regina augurò al fantino di rimettersi al più presto da “un triste incidente causato dal comportamento deplorevole di una donna lunatica e terribile” che al contrario restò talmente sconvolto dall’evento che dopo anni rese un pubblico omaggio all’eroina delle suffragette che mise in pericolo la sua vita. Emily Davison Clamorosa scena reale, dell’incidente tragico, causato da Emily Davison, che si fece travolgere dal fantino del re The Derby (1913) – Emily Davison trampled by King’s horse | BFI National Archive Il Diritto al voto del gentil sesso è stato conquistato in Inghilterra nel 1918, in Italia nel 1945. La Svizzera, vista da noi italiani come un Paese ricco ed evoluto, ha concesso il voto solo nel 1975 e l’ Arabia Saudita dal 2015. La strada da percorrere per affermare dignità e rispetto alle donne in tutto il globo terrestre però è ancora molto lunga. Grazie a Sarah Gavron per averci fatto ancora riflettere sulla condizione femminile. Grandi saranno le “Suffragette” del corrente secolo che lotteranno ancora per conseguire i loro ideali, non trascurando il gravissimo reato di femminicidio che colpisce circa 150 donne all’anno solo in Italia. FacebookTwitterWhatsAppEmailPrint 8 marzo 2020