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“Sorry We Missed you” il film di Ken Loach e la gig economy. Come rinunciare agli acquisti online

 

di Clelia Conte

sorry-we-missed-you,ken loachRicky, Abby e i loro due figli, l’undicenne Liza Jane e il liceale Sebastian, vivono a Newcastle e sono una famiglia unita. Ricky è stato occupato in diversi mestieri mentre Abby fa assistenza domiciliare a persone anziane e disabili. Nonostante lavorino duro entrambi si rendono conto che non potranno mai avere una casa di loro proprietà. Così Ricky trova l’occasione per realizzare i sogni familiari: se Abby vende la sua auto e va a lavorare con i mezzi pubblici facendo un grande sacrificio, sarà possibile acquistare un furgone che permetterà a lui di diventare un trasportatore freelance con un sensibile incremento nei guadagni. Non tutto però va per il verso giusto.

Abby, anche lei vittima di un lavoro stanchevole e deprimente, nonostante corra da una situazione problematica di anziani disabili all’altra, appare sempre dolce, comprende i problemi dei familiari finché  non viene stravolta da una serie di eventi che non riesce più a controllare. Tutto ciò è conseguenza del lavoro di suo marito da cui scaturiscono i problemi legati al figlio Seb che soffre dell’assenza forzata dei genitori e delle condizioni disagiate. Il ragazzo fugge così al controllo dei genitori che rientrano la sera tardi a casa, sfiniti dalle giornate di lavoro lunghe e faticose. Liza Jane invece è una ragazzina vivace e intelligente che vive con molta maturità il periodo critico della sua famiglia che un tempo era serena e felice.

Nel nuovo lavoro di Rick la tecnologia impone il ritmo quotidiano della sua vita che viene controllata secondo dopo secondo. L’uomo deve consegnare i pacchi nelle mani dei committenti. Deve correre, correre sempre per fare rapidamente le sue consegne. Non ha il tempo materiale per mangiare e né per fermarsi a fare pipì in una stazione di servizio. Corre per non scontentare quella clientela che pretende subito il suo ordine e può controllare in quel momento dove si trovi. Dalla sua velocità nella consegna dipenderà il suo guadagno: quante più commissioni farà tanto più guadagnerà.

sorry-we-missed-youIl titolo del film “Sorry We Missed you” è l’avviso scrivono i corrieri al destinatario quando è assente.  Qui il protagonista, vive una sorta incubo. Lo sfruttamento e le condizioni critiche e disumane che vive gli fanno perdere il rispetto di se stesso e della sua dignità. L’uomo esce fuori di senno con gravi conseguenze tra gli equilibri familiari e che lo porteranno a scannarsi coi suoi colleghi. Alle consegne incompiute e le giornate perse conseguono mancati guadagni e sanzioni. Il protagonista vive una pressione psicologica stressante che porta a gravi conseguenze nella sua vita.

Il regista espone un quadro tragico ma molto realistico di questo tipo di lavoro dove lo sfruttamento impera. Ken Loach ha voluto farci riflettere. Prima di ordinare qualche pacco dopo aver visto il suo film dovremmo desistere e magari preferire una passeggiata per negozi della nostra città, opzione più salutare.  Quanti Rick corrono per le strade e quanta sofferenza e sfruttamenti dietro le gioie delle consegne veloci a casa nostra? Dove andremo a finire se continueremo ad alimentare questo sistema non solo umiliante ma anche distruttivo?

Il sistema sociale presentato nel film ma che evoca la realtà, massacra il concetto di dritti che in tanti anni di lotte, giorno per giorno, abbiamo conquistato a favore di quel lavoro che nobilita l’uomo in nome della sua dignità. Questo nuovo tipo di sfruttamento si chiama gig economy, basato sul lavoro a chiamata e come tantissime nuove occupazioni è un lavoro precario e rischiosissimo.

Il mio pensiero è quello di vedere il nostro centro cittadino in un pullulare di negozi illuminati dove poter acquistare qualsiasi cosa avendo un rapporto umano col negoziante che può consigliare e esplicare le proprietà dei prodotti. Non chiamatemi nostalgica ma vi immaginate i centri urbani senza negozi? Non acquistate online tranne che l’artigianato e le cose che non possiamo trovare nelle attività commerciali cittadine.

One thought on ““Sorry We Missed you” il film di Ken Loach e la gig economy. Come rinunciare agli acquisti online

  1. la denuncia del film riguarda gli stessi lavoratori, marito e moglie, corriere e badante, che sono costretti a rinunciare alle loro stesse necessità fisiologiche, e familiari, più urgenti e drammatiche, ridurre i tempi di cura. I figli si oppongono a questo sistema, inculcato anche dalla scuola, di dovere e di obbedienza. avvertono di cadere nella trappola di un meccanismo lavorativo disumano. Il bene si rinviene all’interno della famiglia, il male all’esterno, in un ambiente in cui vivono l’avidità e la spietatezza, come ad esempio. quando il padrone della ditta assume un dipendente gli dice che non lavori per noi, ma con noi. Viene descritto un mondo simile ad un incubo. il regista è un abile narratore che ipnotizza e ci trascina nel suo mondo. ci scuote soltanto a momenti, per un senso di incredulità, come capita davanti ad una realtà descritta in modo univoco ed ossessivo.

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