Le conseguenze dell’instabilità Europea derivanti dal COVID19: Il Movimento Europeo esprime la sua preoccupazione Attualità Europa Notizie dal Mondo 31 Marzo 2020 a cura di Clelia Conte Notizie Movimento Europeo Europa nei rapporti con il mondo deve considerare il grande peso della sfida attuale. La pandemia da Coronavirus che si è sviluppata in tutto il continente europeo e che ora colpisce in misura ancora maggiore gli Stati Uniti ha praticamente messo il silenziatore – con qualche rara eccezione – alla drammatica situazione in Siria, con la conseguente crisi migratoria al confine fra la Grecia e la Turchia e dai rischi di una catastrofe economica e umanitaria sul continente africano, pur denunciata da Bill Gates il 14 febbraio a Seattle davanti alla Associazione americana per la promozione della Scienza: una catastrofe ignorata, perché questa nuova epidemia è tuttora considerata come una “malattia di bianchi” al contrario di Ebola che era unadd Gli europei hanno dimenticato che a Idlib in Siria un milione di persone vivono in una situazione infernale, che quasi tutto il paese è ormai sotto il controllo di Assad e del suo esercito, che centinaia di migliaia di siriani sono stati costretti alla fuga per una guerra che dura da quasi dieci anni. Quel che è avvenuto e sta avvenendo in Siria è dovuto in larga parte all’assenza dell’Unione europea nella regione e alle politiche contrastanti, fluttuanti e contraddittorie dei paesi europei a cominciare dalla Francia. L’Unione europea nel suo insieme, a cominciare dal suo Alto Rappresentante Borrell, deve assumere un’iniziativa politica, diplomatica e militare nella regione riaprendo a livello internazionale la questione della permanenza al potere del regime di Assad, cancellata dall’agenda delle potenze mondiali quando il dittatore siriano rivendicò il suo ruolo nella lotta contro l’ISIS. L’occasione di riaprire il dossier siriano può e deve essere colta quando si incontreranno a Roma a ottobre i leader religiosi e delle società civili del Mediterraneo. In secondo luogo l’Unione europea nel suo insieme deve affrontare la questione della crisi migratoria al confine fra Grecia e Turchia, riaprendo il negoziato fra i paesi membri sulla loro ripartizione secondo criteri umanitari e di ricongiungimento familiare, creando corridoi umanitari e mostrando forte determinazione con la Turchia, una potenza regionale incapace di portare la pace in territori insanguinati dalle guerre. In terzo e ultimo luogo (last but not least) l’Unione europea deve rafforzare il piano per la ricostruzione dell’Africa affrontando gli effetti dell’emergenza sanitaria che sta colpendo duramente paesi con popolazioni potenzialmente vulnerabili e Stati, come l’Africa del Sud ma non solo, con un forte tasso di urbanizzazione che facilita la diffusione del virus. Mozambico: energia, edilizia, agroalimentare e turismo L’Africa, continente esportatore di materie prime, può subire una terribile crisi economica se si rallenterà e si arresterà la produzione di queste materie, con conseguenze non solo per i paesi produttori ma anche per i paesi europei importatori, le cui industrie si vedrebbero improvvisamente private di materie essenziali per rilanciare l’economia dopo la fine dell’emergenza. Gli Europei devono essere coscienti del fatto che una nuova catastrofe economica e sociale in un continente che si avvia nei prossimi decenni ad una crescita esponenziale della sua popolazione provocherebbe un aumento della instabilità e dei regimi autoritari con ripercussioni evidenti anche per l’Europa. 31 marzo 2020
A raccontare i problemi siamo tutti bravi. Ma a risolverli è un po’ diverso. Conta comunque che vi sia una coscienza dei problemi. Ma in una Europa ove l’Olanda, Stato evasore, e che consente l’evasione, cioè che sottrae all’Italia, ed altri paesi imposte perchè le società che lavorano in italia hanno la sede legale in quel paese, e non pagano nulla, se non gli spiccioli, che va sempre ai loro cittadini, non agli italiani. La Germania che quando ha avuto bisogno di denaro dopo la riunificazione e tutta l’Europa ha partecipato, perchè una Germania divisa era un dramma per tutta l’Europa, non si deve ergere a custode dei conti. La Grecia, se ha falsificato i suoi bilanci, va detto che la Deutche Bank non poteva non conoscere quei falsi. Poi Tutta l’Europa è intervenuta, per salvare l’Europa, che non poteva permettersi una Germania con il fallimento della sua maggiore banca (il fallimento del debitore, Grecia, trascina il creditore Deutche bank). Per i coronavirus, si tratta di pandemia, cioè tutto il mondo, non solo l’Italia. L’Europa deve rispondere insieme. Non si tratta di soldi, che l’Italia avrebbe ed ha la forza di vedersela da sola, è lo stigma, l’architrave della solidarietà, in quanto, il debito è sempre nazionale, ma la garanzia è di tutta l’Europa. E’ questo il principio che deve prevalere. Un esempio di un continente unito, nel bene e nel male. Domanda. Come farebbe l’Italia da sola? Risposta: una volta gli stati emettevano bond solo come rendita. Lo stato non rimborsava, pagava solo l’interesse. Il detentore poteva vendere il titolo sul mercato, e recuperava sempre il suo capitale. Così, se si emettessero bond perpetui, oppure a 50 100 anni, e gli italiani, anzichè tenersi i soldi in banca, acquistassero quei bond, il debito pubblico sarebbe sparito. Sul mercato potremmo presentarsi puliti- Facciamo uno sforzo comune. L’Europa deve risponderci, aliamo la testa. Per cambiare qualcosa devi starci dentro, non fuori. E noi dobbiamo restare in Europa. Questa è la nostra Patria comune. Non ci sarà più che le mascherine devono essere tutte cinesi o indiane, o che i respiratori devono esser cinesi, o che i telefonini devono essere cinesi, La Nokia era finlandese, male ha fatto quel paese a venderla. Europa, continente autonomo anche nella globalizzazione. Questo termine serve al virus, che è molto più intelligente di qualunque intelligenza artificiale. Lo sconfiggeremo, ma dopo che ha combinato la strage, Altri virus sono pronti, arriviamo prima, non aspettiamo i pipistrelli di qualche caverna cinese, solo a loro serve la globalizzazione. Compriamo prodotto europeo, i vestiti fatti dalle nostre sartine, costeranno di più ma i soldi vanno alle nostre sartine, con ossequio a tutti Rispondi