CORONAVIRUS- Troppi italiani in giro. Perché l’Italia consiglia e la Cina costringe? Perché abbiamo delegato ai cinesi il nostro mercato globale? Attualità Economia 5 Aprile 20205 Aprile 2020 di Nicola Cristofaro Coronavirus Cina ,Wuhan, città fantasma La provincia cinese di Hubei, con capitale Wuhan, sul Fiume Azzurro, conta circa 60 milioni di abitanti, cioè quasi tutta l’Italia. In Cina, che si sono accorti in ritardo del cataclisma in arrivo, hanno messo in quarantena tutta la Provincia, manu militari. Nessuno, e in Cina nessuno significa nessuno, poteva uscire da casa, i militari lo arrestavano e lo portano ai lavori forzati, in Africa, continente del quale sono diventati i padroni. In Italia, chiusura si, ma non per tutti, alcuni locali aperti fino alle 6, deroghe, vecchietti sui sedili seduti con il loro cartone, metro affollati come al solito, jogging, mascherine introvabili fatte con la carta forno, ecc. Come sarà noto, il virus di 0,1 micron, non viaggia da solo, non ha gambe, o ali, si affida al suo malcapitato per trovare il suo cibo. Ma l’Italia è una democrazia, e vedere i militari nelle strade a qualcuno fa ricordare qualche periodo, nel quale la cura era l’olio di ricino. Arriviamo al sodo: il tema è potere autoritario, o democrazia. L’Autorità gerarchica è essenziale per assumere velocemente decisioni, che si fanno rispettare. La democrazia rispetta i diritti umani, per cui occorre un verbale, un giudice, una condanna, un appello, ecc. Coronavirus- Napoli, troppa gente! L’Italia non costruisce strade e città in Africa al costo di manodopera gratis, dei carcerati per un niente (come in Cina!). Poi si vedrà se ha ragione o meno ma nessun giornale lo segnalerà mai. Ecco perché i nostri morti aumentano, perché la persuasione non è connaturata al nostro spirito libero, ed ha bisogno di spiriti evoluti per comprendere le ragioni, e la forma di invito, che non deve essere un comando, ma un suggerimento: per piacere, non uscite, vecchietti non andate ai giardini, attenti a dove sputate, ecc. Non così le donne, che sono tutte TV, cucina, casa, telefonate. Finita questa baraonda, il dopo non sarà più lo stesso: vanno ripensati i rapporti tra Autoritarismo e democrazia, e i rapporti tra Stati autoritari e Stati democratici. I primi sono più efficienti nelle catene di comando, non vi sono diritti umani, sindacali, ecc. Ma noi compriamo le nostre merci, che prima producevamo in casa, da quei paesi con costi inferiori. Il prezzo di un prodotto incorpora diritti. Lo diceva Marx: le mele non vanno da sole al mercato, qualcuno li porta, e se è monopolista fissa pure il prezzo. Ho scritto un’altra volta che il Free Trade cioè il libero scambio, va sostituito con i Fair trade, comprare quei prodotti che sono fabbricati con il rispetto dei diritti, che la nostra civiltà occidentale ha accumulato in secoli di lotte, di guerre, di impegno sociale ma il telefonino della Huawei rende di più, costa di meno del brondi, dei Nokia, ecc. Anche se li acquistiamo con marca Apple. Così è finita la produzione in Europa e anche negli Usa: abbiamo delegato ai cinesi il nostro mercato globale, che lo è solo per gli acquisti, e per qualche vendita di prodotti interni, ma di scarsa incidenza nella nostra occupazione, tra quella che si perde comprando in cina, e quella che aumentiamo vendendo in Cina. Il capitalismo illude, delude, consola. Tanto, basta stampare carta denaro, e tutto si aggiusta. Ma secondo voi, chi comanda, il tuo creditore, che ti fa fallire quando vuole lui, o tutte le tue idee democratiche. Questa è la vera battaglia del futuro, che venga accolta almeno dalle nostre elite, buon letargo. siamo tutti nella prigione di Sing Sing! 5 aprile 2020