Fede e scienza: Medicina Religione e Razionalismo Cultura Religione Salute e Benessere 3 Maggio 20205 Maggio 2020 di Nicola Cristofaro Abbiamo chiarito, anche se in sintesi, i rapporti tra scienza e religione, ai fini della conoscenza della epidemia in essere ( LINK- covid-religiosità-ragione). Si è rilevato che i due sistemi sociali non sono competitivi, i conflitti appartengono a rimasugli di una fase di sviluppo della società in cui si doveva lottare per la differenziazione tra il sistema religioso e quello scientifico. La religione copre la funzione della necessità dell’uomo di rendere presente il suo futuro esistenziale, cioè il trascendente (il sovrannaturale, l’assoluto). Mentre il sistema sociale scienza si occupa di ottenere conoscenza. Resta da confrontare il sistema sociale religione con il sistema sociale medicina. Questo sistema sociale si orienta all’ambiente della società, è concentrato sui problemi che osserva in tale ambiente. Si occupa delle condizioni organiche e mentali degli uomini. Lo scopo del medico è di intervenire quando un individuo non è nelle condizioni di essere una base organica o psichica della comunicazione sociale. Il rapporto con il paziente in genere avviene in modo silenzioso. Il fulcro non è la comunicazione tra le due parti, che aiuta, bensì una diagnosi ed una terapia corrette. Il codice del sistema è malato/sano. La vita umana per il medico è rilevante solo in vista della malattia. Il sistema sociale medicina funziona solo in presenza di una malattia. I sani sono rilevanti solo se portatori di malattie non diagnosticate. Dalla relazione tra corpo e coscienza discende la malattia. Il corpo importuna la coscienza attraverso il dolore, che vincola l’attenzione al corpo. La malattia si annuncia attraverso dolori ed hanno la priorità sul resto: il medico ha la precedenza su tutto, quando i corpi chiedono aiuto. L’agire medico deriva dal valore attribuito all’indiscutibilità del valore della salute, che è un valore massimo all’interno della società, e dell’etica professionale del medico. Il razionalista Cartesio Le interdipendenze tra medicina e altri sistemi di funzione sono molto importanti. Il sistema della medicina è strutturalmente accoppiato con l’economia, la scienza, il sistema giuridico, la politica e coì via: la cura medica richiede decisioni politiche, conoscenze scientifiche, finanziamenti, regolazione giuridica. Le interdipendenze non intaccano l’autonomia del sistema della medicina: possono essere coinvolti uffici del lavoro, sedute parlamentari, commissioni etiche, preti, parenti, ma la costruzione della malattia (la diagnosi e la cura, l’informazione e i consigli) rimane materia della medicina. L’ambito di rilevanza della medicina si estende all’intera condotta della vita individuale. Si registra una inflazione delle pretese di trattamento della malattia: il trattamento non può mancare, le disuguaglianze vengono considerate scandalose. Aumentano le pretese, segue una politica espansiva, con corrispondenti problemi finanziari. Il tentativo di ridurre le pretese di cura, riducendo i costi, viene impedito dall’autonomia del sistema della medicina: il calcolo economico non può essere anche un calcolo della sofferenza. La regolazione del livello delle pretese viene lasciata agli individui, ai quali i medici finiscono per rispondere in modo automatico, con prescrizioni di farmaci ed esami. In conclusione non esiste nessuna istanza sociale che sia competente a cogliere e rappresentare il rapporto di questo singolo sistema con il suo ambiente, in quanto i problemi più urgenti della società attuale sono connessi alla contemporanea necessità, ed impossibilità, di una razionalità sociale globale. Pertanto, le pretese dei razionalisti di spiegare tutta la complessità del mondo, il vero, e la realtà, con il solo strumento della ragione umana, forse non colgono nel segno. Sicuramente la razionalità è uno strumento indispensabile, il rischio è che venga considerato come giudizio di valore, che non è proprio il criterio logico della ricerca della verità e della spiegazione della realtà. Razionalità che, come chiarito, è del singolo sistema, della sua capacità di riflettere su sè stesso, e di orientarsi alla differenza con l’ambiente. Verità e realtà sono dei paradossi. Spiego con un esempio cosa significano. Per la verità, riporto l’affermazione di Epidemide: “questa frase è falsa”. Non si può decidere se l’affermazione è vera o falsa: le condizioni della sua falsità sono contemporaneamente le medesime della sua verità. È indecidibile, devi oscillare tra i due poli, e diventa impossibile continuare l’osservazione. Non è una situazione di contraddizione, ma è paradossale, in quanto le condizioni della affermazione sono le stese della negazione. Cosa s’intende per realtà. Ricorro ad un esempio. Un beduino aveva 11 cammelli. Quando morì, nel suo testamento destinò la metà (½) degli stessi al figliolo che gli era stato più vicino, ¼, cioè il 25% al secondo, e 1/6, al terzo figlio. I tre camminavano pensierosi nel deserto, perplessi, perché non riuscivano a dividersi le quote. Un cammello non si può dividere in pezzi per equilibrare le quote. Da lontano apparve un altro beduino, con il suo cammello, era un medico. Li vide così disorientati e chiese il perché. Dopo la lettura del testamento, regalò il suo cammello ai tre, così che i cammelli diventarono 12. A questo punto divise le quote: la metà di 12 è 6, e il primo figlio si prese la sua quota; ¼ è 3, e il secondo si prese i tre cammelli; 1/6 di 12 è due, e il terzo si prese la sua. In totale: 6 + 3 + 2 = 11. I tre fratelli se ne andarono felici, e il medico si riprese il suo cammello. Dov’è la realtà: nel dodicesimo cammello, quello che non c’era nel testamento. Dunque, anche la realtà è indecidibile, è rinvio ad altre possibilità, ogni dato reale è proiettato contro un orizzonte di altre possibilità, ogni sua attualizzazione potenzializza altre possibilità. Con i razionalisti mi accomunano le speranze sulle capacità dell’homo sapiens e dell’homo faber, cioè dell’homo novus. Ma gli uomini, per fortuna, non sono tutti uguali. L’uomo è una macchina storica, ma anche banale. I banali sono più del 98%, i loro gesti, pensieri, azioni, sono ripetitivi e prevedibili, sono misurabili con i sondaggi demoscopici. Per coloro la verità è quella cartesiana della corrispondenza della cosa con quello che “si sa già”; e la realtà è solo quella che si tocca. Le macchine storiche sono pochissime, fortunatamente, sono i rivoluzionari, i pensatori, chi si inventa il futuro, chi sconquassa l’esistente. Per questi il mondo sarebbe in continuo fermento, la conoscenza è solo una costruzione, è una invenzione di dati esterni. Allora? Voglio chiudere con il “dogma”: Dio è nato con l’uomo, senza Dio l’uomo non esiste, senza uomo Dio non esiste. La pandemia passerà, come tutte le altre della storia, con o senza la Divina Provvidenza, con o senza la ricerca scientifica. La prima dovrebbe far aprire gli occhi al rispetto del nostro Pianeta, e di tutti gli esseri viventi, animali e piante. La scienza farebbe bene ad anticipare le probabili future epidemie, e a non farsi scappare i virus. 2 maggio 2020