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Puglia in guerra 1940: corso online per docenti avviato in Consiglio regionale

10 giugno 1940: “l’ora segnata dal destino” batteva anche “nel cielo” della Puglia, ma i pugliesi non si aspettavano che le “decisioni irrevocabili” le avrebbero subite in casa, da spettatori e vittime. Vuole sensibilizzare il mondo della scuola e l’opinione pubblica su quella storia e sul suo significato il corso online “l’Italia in guerra. La Puglia e il fronte Adriatico. Luoghi della memoria 1940-2020”, a cura dell’Istituto storico pugliese Ipsaic, della Biblioteca del Consiglio Regionale della Puglia, dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri, della Soprintendenza archivistica-bibliografica di Puglia e dell’Università di Bari.

Una vecchia immagine di via Sparano – Bari

Molto numerosi gli iscritti, duecento, per oltre la metà docenti in servizio di 60 scuole di tutte le province, ma anche insegnanti in pensione iscritti in piena autonomia, direttori di biblioteche, archivisti, giornalisti, cultori di storia e laureandi.
Totalmente gratuito e a distanza, su piattaforma dedicata, il ciclo di incontri si concluderà ad aprile-maggio, con una visita guidata al Sacrario Militare di Bari (in data da destinarsi) e prevede 18 ore di formazione online in 6 incontri, 4 ore di laboratorio (al Sacrario), 2 di studio autonomo ed una di verifica, per un totale di 25 ore.
La prima giornata, dopo il saluto istituzionale del segretario generale del Consiglio regionale Mimma Gattulli e l’introduzione del direttore dell’Ipsaic Vito Antonio Leuzzi, ha visto la lectio magistralis del prof. Luciano Monzali, ordinario di storia delle relazioni internazionali nell’ateneo barese. Principale studioso dei rapporti tra il nostro Paese e quelli dell’area balcanica, tra i massimi esperti della politica estera italiana, con particolare riguardo all’attività di Aldo Moro ministro degli esteri, si è soffermato sull’entrata in guerra dell’Italia e su quello che ha comportato per la Puglia, per la presenza di installazioni importanti come la base navale di Taranto (colpita dagli aerosiluranti inglesi già l’11 novembre 1940) e per l’apertura del fronte greco-albanese alla fine di ottobre.
D’altra parte, fino al 1942 l’intensità dei bombardamenti subiti dai centri del Mezzogiorno risultò cinque volte superiore rispetto ai territori settentrionali. Ripetute incursioni aeree su Napoli, Palermo, Foggia ed altre città portarono morte e distruzione, scegliendo come bersaglio la popolazione civile.
Il corso, ha spiegato Leuzzi, porrà l’accento su fonti documentali poco esplorate: giornali, editoria, radio, cinema., il Minculpop incentivò la produzione cinematografica a scopo propagandistico. In pochi mesi il regista Roberto Rossellini realizzò tre film di contenuto bellico, uno dei quali, “La nave bianca”, con scene riprese a Taranto, che ospitava grandi navi da battaglia, incrociatori e personale dell’Arma Navale.
Dopo la dichiarazione di guerra alla Grecia, nel giro di poche settimane il capoluogo pugliese si trasformò prima in un’immensa caserma, alloggiando reparti in partenza e rientro dall’Albania e poi in un ospedale diffuso, per dare assistenza a migliaia di feriti e congelati dallo stesso fronte epirota, ni varie strutture sanitarie allestite dal lungomare all’area del futuro Policlinico.
I materiali del corso confluiranno in una banca dati del centro di documentazione Ipsaic-Biblioteca del Consiglio.

22 novembre 2020 

One thought on “Puglia in guerra 1940: corso online per docenti avviato in Consiglio regionale

  1. Come al solito, la guerra viene vista e descritta come quella che si studia sui libri scolastici, o in qualche trasmissione televisiva, ove si richiamano i protagonisti politici, e gli sviluppi internazionali. Ma un racconto in questo modo non descrive quello che tali eventi hanno provocato sulle popolazioni pugliesi, i loro entusiasmi, le loro avversità, i drammi famigliari, i racconti dei soldati prigionieri, le loro storie, ecc. Partire cioè dal basso. Sono del 1948, i racconti della mia infanzia, se ascoltavo mio nonno reduce della Grande guerra, erano i rapporti con i soldati austriaci, di un loro sentire comune di una guerra della quale non capivano i fini, gli ideali, la funzione politica dell’Italia, ecc: la domenica, sacra per tutti i cristiani, i soldati italiani, i loro alleati (es, gli scozzesi con il twuid) e con gli stessi austriaci), giocavano a pallone), il giorni dopo si massacravano .Era di stanza a Cortina, sull’Adamello, non conosceva gli sci (per dirne una), Mio padre parte per la Grecia, mi raccontava, con le scarpe di cartone, in piena stagione nevosa sull’Epiro (regione che io conosco e che lui manco sapeva di quelle montagne). Resta per due anni a Rodi. poi prigioniero dei tedeschi, scappa dal campo di concentramento, ad Atene, ove era stato ristretto, con un fratello. Viene accolto con grande rischio da una famiglia greca, che lo tiene nascosto per mesi. Si fidanza con la figlia del padrone di casa, con la quale in pratica conviveva, fanno una figlia, che sto cercando da tempo, al ritorno, scende a Fasano, sale a Martina a piedi, e trova un disastro, ecc. Il padre di un mio amico ritorna in Italia a piedi dall’Albania, girando la penisola, impiega un mese. Un altro sul treno sud est da Locorotondo a Martina Franca, viaggia con la madre, non si riconoscono se non davanti all’uscio di casa, dal quale era partito cinque anni prima, e si era trasformato. Ecc. questi episodi, orma solo in memoria, sono la storia vissuta dalle nostre genti pugliesi, che non conoscevano l’italiano, l’Italia, il mondo, la radio, analfabeti, ecc ecc. Questa, a mio avviso, è la storia dei pugliesi che deve essere raccontata dagli storici, con la partecipazione dei ricordi della gente che ancora ricorda qualcosa. Complimenti comunque per la iniziativa,

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