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Benvenuto vaccino: dietro le quinte delle strutture sanitarie si attende con gioia il momento di vaccinare tutti

foto copertina- dott.ssa Cinzia Santoro (a destra) con i colleghi

di Cinzia Santoro

Una  mattina in un ambulatorio di vaccinazioni, seguendo la trepida attesa degli operatori sanitari che si accingono a vaccinare contro il virus Sars Cov 2 nel primo pomeriggio. Ore undici circa, in lontananza le sirene dell’auto della polizia che scorta l’arrivo delle delicatissime prime dieci fiale del vaccino Pfizer. Le operatrici aspettano con ansia quel momento. Hanno studiato le caratteristiche del prodotto, la diluizione, la tecnica di conservazione. L’infermiera Antonella dice “Non ho dormito, ero troppo emozionata. Mi sento gravata da una grande responsabilità e da un grande onore: attraversare la storia sanitaria da protagonista. È un’emozione intensa!”
Finalmente il gruppo accoglie il  vaccino, nello stupore e tra la curiosità composta dei piccoli pazienti e dei loro genitori.
Gli occhi velati da lacrime della collaboratrice Maria Grazia, svelano la trepidazione e l’entusiasmo che anima il team.
Afferma ” Quando sono arrivata a marzo in questo ambulatorio non avrei mai immaginato di provare tutte queste emozioni. Grande è l’onore e la gioia di vivere questa memorabile giornata. Ora possiamo ricominciare a vivere!
La piccola scatola conservata in un’apposita borsa termica, contiene sei boccette di vaccino, che verrà riposto in frigorifero, fino al momento della diluizione.infermiera-ospedale
L’infermiera Pasqua, spiega che non si deve sprecare nemmeno una preziosa goccia del liquido, si devono vaccinare sei pazienti per ogni boccetta.
Alessandro, il medico, sorride. Ha preparato il planner dei primi sessanta medici e pediatri che riceveranno il vaccino. Firma il documento di accompagnamento.
I poliziotti e il trasportatore salutano, devono eseguire altre consegne.
A destra Cinzia Santoro con i suoi colleghi

Le infermiere hanno organizzato l’ambulatorio e sono pronte per la somministrazione. Hanno un briefing per le quattordici. Grande dignità e fermezza si denotano in questi operatori, che dall’inizio della pandemia hanno riorganizzato la loro attività con l’obiettivo di mantenere alta la guardia contro il virus. A dicembre i loro tamponi risultavano negativi. Nessun contagio nel loro ambiente di lavoro.
Ore quindici di un venerdì pomeriggio, dove la nebbia calata a coprire ogni cosa, viene spazzata via da una pioggia battente.
Sono pronte. Prima dose a Francesco, simpatico pediatra che chiede un selfie. “Voglio che tutti i genitori dei miei piccoli pazienti vedano quanta gioia sto provando ora nel vaccinarmi.” E dopo ancora altri medici, sorridenti e fiduciosi. Si va avanti fino al tramonto. Le infermiere ricevono apprezzamenti e gratitudine. Sui loro visi la serenità di chi sta dalla parte dei giusti. Il team si riunisce alle venti per il debriefing, non ci si può ancora abbracciare, ma la carica positiva si sente fortissima. Un solo scatto, un ricordo, pollice su per tutti.
L’aria sul calare della sera è fresca e limpida, quasi a voler presagire che un nuovo giorno ci attende. Un giorno che vedrà un mondo in cammino, tutti accanto l’uno all’altro, tenendosi per mano.
Benvenuto vaccino.

13 gennaio 2020

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