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l corpo vibrante di una violoncellista. Giulia Mazza: “…le vibrazioni passano anche dalla madre al bimbo nel grembo materno.”

di Cinzia Santoro

Giulia Mazza, violoncellista di grande talento, tratteggia in questa intervista la sua vita, il suo dono e la sua disabilità, dimostrando che ogni esistenza può divenire un canto alla bellezza dell’universo attraverso l’impegno e la positività. Nata con sordità profonda a causa della rosolia contratta dalla mamma durante la gravidanza, Giulia apprende l’arte della musica, e diviene una violoncellista fin dai primi anni di vita. Sostenuta nel cammino dai suoi genitori e dai maestri che l’hanno accompagnata nella crescita, in particolare dall’insegnante Giulia Cremaschi. L’intervista

Giulia tu suoni meravigliosamente. Come nasce l’idea del violoncello?

Lo studio del violoncello è stato suggerito da Giulia Cremaschi a mia madre per via dell’estensione di frequenze simili a quelle della voce umana (sono compresi tutti i registri vocali) e perché studiandolo avrei potuto sentire le vibrazioni che si trasmettono dalla cassa armonica al corpo.
Il mio tipo di sordità profonda permette di sentire le vibrazioni più gravi ma c’è una perdita totale purtroppo delle frequenze acute.

Chi era la tua maestra e cosa ha significato per te?

La mia prima maestra di musica è stata Giulia Cremaschi, che è una professoressa di musica e musicoterapeuta, fondatrice del modello musicoterapia umanistica APMM e presidente della F.I.M. Federazione Italiana Musicoterapeuti.
Poi ho avuto maestri di canto e solfeggio nella scuola privata dove i miei genitori mi avevano scritto e successivamente diversi maestri di violoncello.
A me tutti i miei insegnanti hanno dato molto, anche se non sempre è stato semplice superare gli ostacoli e far capire quali erano le mie difficoltà nel fare ciò che mi era richiesto.

Che significato ha la musica nella tua vita?

La musica mi ha accompagnata per tutta la vita e ho sempre fatto concerti nella mente, credo di non esser mai stata sola con la musica.
I periodi in cui ho vissuto la solitudine erano momenti in cui avevo smesso di suonare.

Che ruolo hanno avuto i tuoi genitori nell’affrontare la tua disabilità?

I miei genitori hanno accettato sin da subito la mia disabilità anzi non penso l’abbiano mai vista come tale. Oltretutto la sordità è un problema che richiede di seguire un bambino con problemi di udito soprattutto nell’età preverbale e scolastica, attraverso la logopedia e l’esecuzione di numerosi esercizi. È fondamentale che i genitori abbiano la serenità di affrontare questo percorso non come una condanna ma con pazienza e amore.

Qual è il ricordo più intenso della tua mamma?

Ho tanti ricordi della mia mamma e non è semplice sceglierne uno. La rivedo quando andavano a sciare in Austria o ricordo le giornate trascorse qui sulle nostre montagne friulane.

La tua è una storia di successo. Che significa per una giovane donna sentirsi bene con se stessa?

Beh, io non sono stata sempre felice. Il dolore mi ha fatto capire che la felicità va conquistata e parlo di quella interiore.
È un lungo lavoro sui propri condizionamenti sociali, sul proprio modo di vedere le cose, quindi ho iniziato a capire che amare completamente se stessi è il punto di partenza. Ci hanno abituati a credere che questo sia egoismo e che l’individualismo sia un male, ma non è affatto così. Se prima non diventiamo individui completi e amorevoli, difficilmente possiamo avere un equilibrio personale e sociale. Bisogna diventare persone mature per poter stare bene con se stessi, e poi anche con gli altri.

Perché hai scelto di non fare l’impianto cocleare e portare le protesi ?

L’impianto cocleare non mi è stato fatto quando ero piccola perché all’epoca era ancora sperimentale e io dovevo fare un intervento chirurgico al cuore, pertanto i miei genitori non hanno voluto stressarmi con troppi interventi.
Io ho iniziato a portare le protesi acustiche a 8 mesi di età. Ho smesso solo 3 anni fa per via di forti acufeni che mi procuravano molto fastidio.
Oggi invece non sono orientata a fare l’impianto perché comunque con le protesi acustiche ho un buonissimo recupero, grazie anche all’allenamento musicale. E avendo sofferto di acufeni causati da disordini craniomandibolari non ho voglia di sottopormi all’intervento.

Le vibrazioni e i suoni che importanza hanno nella tua vita?

Le vibrazioni e i suoni ci tengono in contatto con la vita, danno forma alle nostre emozioni e noi dobbiamo conoscere le nostre emozioni, farne esperienza per conoscere noi stessi e gli altri.

Che cos’è il corpo vibrante?

È il nostro corpo che percepisce le vibrazioni. Anche nel grembo materno, i suoni e le vibrazioni passano da madre al figlio nella pancia. È emozionante se ci pensi!

15 aprile 2021

 

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