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Lo sporco gioco delle migrazioni: dolore e morte sulla pelle di migliaia di esseri umani

di Cinzia Santoro

Mentre stasera staremo con la nostra famiglia, intorno a una tavola imbandita e al sicuro nella nostra casa riscaldata, fermiamoci e ascoltiamo il lamento struggente di un’ umanità in cammino tra le foreste innevate nel cuore dell’ Europa razzista.  Denutriti, assiderati, impauriti e derubati del poco che possiedono dai militari alle frontiere tra Croazia, Serbia, Bosnia e Polonia, migliaia di uomini, donne e i loro bambini vagano per la foresta innevata,  storditi dalla crudeltà e dall’ indifferenza degli europei. È un’umanità che cerca scampo da guerre, persecuzioni politiche e miseria ma si ritrova in un girone infernale di pericoli e morte.
Per comprendere cosa accade davvero a tanti migranti che attraversano a piedi la rotta balcanica ho incontrato Gian Andrea Franchi, socio volontario  dell’Associazione Linea D’Ombra, che con sua moglie Lorena Fornasir non si è voltato dall’altra parte e a Trieste ha teso una mano agli ultimi della terra.
Gian Andrea professore di filosofia quasi ottantenne e sua moglie Lorena, figlia del comandante partigiano Ario Fornasir e di Maria Antonietta Moro, lei giovanissima in prima fila nella resistenza slava prima e nelle formazioni garibaldine a Pordenone.  Lorena e Gian Andrea, con gli altri volontari ogni sera al tramonto, scendono nella piazzetta antistante la stazione ferroviaria di Trieste. Il trolley verde ha al suo interno bende, garze, disinfettante, il necessario per curare i piedi macerati dal gelo e dai chilometri macinati nelle foreste o lungo strade dissestate, spesso con le scarpe rotte o senza scarpe, perché se ti prendono i poliziotti croati anche le scarpe ti tolgono prima di spezzarti la schiena a suon di manganellate.  Ma oltre i medicamenti,  spesso offrono cibo, coperte, cellulari . E non manca l’ ascolto e il calore umano, offerto a sconosciuti che ripartono prestissimo. 

L’intervista

The game: il gioco che conduce migliaia di esseri umani in un labirinto crudele.
Cos’è la rotta balcanica?

Ciò che chiamiamo Rotta balcanica, e che dovrebbe più propriamente chiamarsi Rotta verso l’Europa, è il tortuoso percorso dalla Turchia all’Unione Europea che percorrono i profughi da un vasto territorio chiamato Medioriente, che va dall’Afganistan alla penisola arabica, in cui la vita è resa difficile e anche in molti casi impossibile per interessi geopolitici prevalentemente di Europa e Stati Uniti. È necessario anche  ricordare che il Medioriente è una costruzione coloniale europea, per opera di Gran Bretagna e Francia dopo la crisi definitiva dell’Impero Ottomano durante la Prima guerra mondiale.

Da dove provengono i migranti della rotta balcanica?


Principalmente dall’Afghanistan e dal Pakistan, poi dall’Irak, dalla Siria, dall’Iran, ma anche dal Bangladesh, dal Nepal e anche dal Marocco, Algeria, Tunisia: tutti paesi in grave crisi, in molti casi guerre, come in Siria, guerriglia, crisi ambientali irreversibili.

Quali sono le responsabilità dell’Europa?


Le responsabilità dell’Europa sono gravissime, sia nel passato, come ho accennato prima, per aver imposto la costruzione di formazioni statuali con l’unico criterio dell’interesse dei paesi coloniali, sia recenti, basti pensare alla presenza in Afganistan, insieme agli USA, conclusasi con un disastro e ora con il rifiuto di affrontare positivamente la crisi dei richiedenti asilo.

Quanti muri esistono nel cuore dell’Europa?


I muri cominciano fra la Turchia, lautamente pagata dall’Europa per contenere milioni di profughi che usa come un ricatto, e la Grecia, per poi proseguire in tutti i Balcani sia nella fascia alta (Bulgaria, Romania, Ungheria, Austria), sia in quella che costeggia l’Adriatico (Albania, Montenegro, Bosnia Erzegovina, Croazia): ogni paese ha un confine attentamente sorvegliato con barriere di ogni tipo, dai muri veri e propri ai fili spinati, alle difficoltà naturali, come i fiumi e, soprattutto, alla volontà dei governi di bloccare i migranti.

Qual è la legislazione vigente?


Bisogna dire che, al di là di una complessa legislazione, che comincia con gli articoli 79 e 80 sul funzionamento dell’Unione Europea, al trattato di Lisbona (in funzione dal 2009) e agli Orientamenti strategici del 2014, gli stati europei si comportano a seconda degli interessi momentanei di ciascuno, ma complessivamente ostacolando in tutti i modi i migranti, rinchiusi in campi che vanno da veri e propri campi di concentramento, come in Grecia, a situazioni meno rigide e comunque di estrema difficoltà di sopravvivenza, come il campo di Lipa in Bosnia, ad atrocità come quelle della polizia croata e polacca. Un flusso di migranti, nella misura di un terzo delle presenze disperse fra Turchia e Unione Europea, riesce tuttavia ad arrivare e va a fornire forza lavoro a bassissimo costo e in condizione di svantaggio o servile, di cui in Europa c’è notevole bisogno. Recentissimamente l’Italia ha autorizzato l’ingresso di 70.000 migranti  ma dal paese d’origine!

L’Italia è l’unico paese dell’Unione in cui non esiste un testo unico sulle immigrazioni ma una serie di leggi e di decreti : dalla legge Turco-Napolitano del 1998 ai Decreti Sicurezza del 2018-’20 – che tentano di regolamentare il fenomeno.

Che ruolo riveste Erdoğan nelle migrazioni che vedono protagonisti siriani, pakistani e afgani?

Erdogan, foraggiato dall’UE a suon di miliardi, esercita un ricatto sull’Europa con i milioni di migranti nel suo territorio, oltre a sfruttarne il lavoro. Ricordo le tensioni di qualche mese fa con la Grecia, cioè con il paese dell’UE confinante con la Turchia, quando i migranti venivano spinti verso il confine greco.

Linea d’Ombra: associazione di volontariato per il sostegno ai migranti. Come nasce l’associazione e chi sono i volontari?


L’Organizzazione di Volontariato Linea d’Ombra nasce nel settembre del 2019 per iniziativa di Lorena Fornasir e Gian Andrea Franchi, intorno a cui, sull’intervento quotidiano nella piazza Libertà di Trieste, davanti alla stazione ferroviaria, si raduna un piccolo gruppo di persone. Da allora interveniamo quotidianamente, fornendo ai migranti in transito, in genere per andare fuori dall’Italia, cure sanitarie, cibo, scarpe e indumenti.
Il nucleo attivo di LDO conta circa una quindicina di persone. I volontari sono di diversa età e origine: vanno da alcuni  anziani, fra cui Lorena ed io, a studenti universitari. Ci sono anche alcuni migranti stabilizzati che ci aiutano validamente con le loro competenze linguistiche. LDO va anche regolarmente in Bosnia, portando aiuti in denaro da spendere in loco con attivisti locali e internazionali. 

29 dicembre 2021

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