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“Ebbene venga Giugno Festival” con Daniele Sepe e altri ospiti all’Art&Lab Lu Mbroia di Corigliano d’Otranto (Le)

Continua anche a giugno la programmazione di concerti ed eventi all’Art&Lab Lu Mbroia di Corigliano d’OtrantoDa giovedì 2 a domenica 5, il mese prenderà il via con il festival “Ebbene venga Giugno” con  Mino de Santis e Gaetano Cortese in “Canzoni al Tavolino” (giovedì 2), il trio Officina Salentina, progetto dei fondatori di Officina Zoè, Lamberto Probo, Cinzia Marzo e Donatello Pisanello (venerdì 3), il polistrumentista e compositore napoletano Daniele Sepe (sax, clarinetto e flauti), affiancato da Mario Nappi (pianoforte e rhodes), Davide Costagliola (basso e contrabbasso), Paolo Forlini (batteria), con “Sepè le Mokò – Le musiche dei film di Totò” (sabato 4) e Cortese canta Lucio Battisti (domenica 5). Il programma proseguirà con Enza Pagliara e Dario Muci in “Terragnula” (sabato 11), “Mina in Jazz” con la voce di Domy Siciliano e il pianoforte di Luigi Botrugno (domenica 12), “The Black shoes“, nuovo progetto di Giorgia Santoro e Francesco Cusa (sabato 18), un omaggio a Pino Daniele di Pino Ingrosso (domenica 19), “Viaggio a Samarcanda” con Giovannangelo De Gennaro e Peppe Frana (lunedì 20), Rachele Andrioli e Massimo Donno in “Homo Faber 1970/1973 – La Trilogia di Fabrizio de André” (sabato 25) e il duo formato da Valentina Negro e Angelo Surdo per il Taranto Jazz Festival (domenica 26). Prima dei concerti (dalle 20) sarà possibile degustare primi e secondi piatti, insalatone, verdure. Inizio live ore 21. Info e prenotazioni 3381200398 – lumbroia@massimodonno.it.

Giovedì 2 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euro) “Ebbene venga Giugno” parte con Mino de Santis Gaetano Cortese in “Canzoni al tavolino“. Due amici cantautori salentini, intorno a un tavolo. Due chitarre, alcune armoniche. Tante canzoni proprie e alcuni omaggi ai grandi del passato. Mino De Santis è testimone di usi e tradizioni del meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste e il comico, senza perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani. Gaetano Cortese è un cantautore dai toni poliedrici che esprime attraverso le sue canzoni quelle che sono le problematiche della sua terra e di tutto il Sud. Un live intimo, in cui alla bravura dei protagonisti si aggiunge la convivialità di un tavolo e la magia della loro complicità.

Daniele Sepe

Venerdì 3 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euroOfficina Salentina proporrà un viaggio nella canzone popolare salentina. Il trio fondatore di Officina Zoé – Cinzia Marzo (voce e tamburello), Lamberto Probo (tamburello e tammorra) e Donatello Pisanello (organetto, chitarra, armonica) – da trent’anni sulla scena internazionale della world music e fautore della rinascita della pizzica, presenta un repertorio ispirato all’autentica tradizione musicale del Salento. Brani interpretati in maniera schietta, senza orpelli e contaminazioni, nel più puro stile popolare, così come sono stati appresi dai detentori della tradizione viva di cui i tre sono tra i più autorevoli interpreti ed eredi.Sabato 4 giugno (ore 21 – contributo associativo 13 euro)LuMbroia accoglie l’atteso concerto di Daniele Sepe con il progetto “Sepè le Mokò. Le musiche dei film di Totò“. Il musicista e compositore napoletano (sax, clarinetto e flauti) sarà affiancato sul palco da Mario Nappi (pianoforte e rhodes), Davide Costagliola (basso e contrabbasso), Paolo Forlini (batteria). Le dadaiste avventure di Totò e i suoi comprimari, Peppino De Filippo, Vittorio Gassman, Nino Taranto, Aldo Fabrizi, sono talmente intense e veloci che il più delle volte si presta poco orecchio a quello che avviene al di sotto, alle strepitose partiture che sottolineano la comicità tragicomica delle sceneggiature, e così si perde di vista un elemento prezioso. Compositori della levatura di Piero Piccioni, Armando Trovajoli, Lelio Luttazzi, Carlo Rustichelli, Alessandro Cicognini, Piero Unliliani, tutti compositori con una possente preparazione jazzistica alle loro spalle. E quello che meraviglia, ascoltando la sola colonna sonora, è la qualità degli interventi degli interpreti che si susseguono negli assolo, perchè molta musica è puro e semplice be bop, spesso declinato nella sua variante west Coast, ed è sorprendente riconoscere figure del calibro di Chet Baker o Gerry Mulligan dialogare con i personaggi dei film. “Sepè le Mokò” vuole restituire la genialità e la profonda italianità di questo swing sanguigno e ironico, che è un vero e proprio patrimonio, poco esplorato, della nostra tradizione jazzistica. Un sentito omaggio a quei registi, attori, sceneggiatori e musicisti che ci hanno regalato e ci regalano buonumore, mica poco, e spesso uno sguardo più profondo di tanti film “seriosi” dell’epoca sulla società italiana degli anni ’60.

Mino De Santis

Domenica 5 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euro), Ebbene venga Giugno – Festival! si conclude con “Cortese canta Lucio Battisti“. Il cantautore salentino Michele Cortese (voce e chitarra), accompagnato da Matteo Bemolle de Benedittis (pianoforte) proporrà il suo personale viaggio alla scoperta del mondo di Lucio Battisti, attraverso canzoni, aneddoti, fili sottili che il pubblico dovrà intrecciare. Attivo sulla scena internazionale da circa dieci anni, a partire dalla vittoria della prima edizione di X-Factor, con Aram Quartet, Cortese da solista ha pubblicato tre album e vinto la 56esima edizione del prestigioso festival Viña del Mar, in Cile. Da allora numerose sono le collaborazioni e le attività artistiche che Michele intrattiene con l’America Latina.

Sabato 11 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euro) nell’uliveto de Lu Mbroia spazio a Terragnula, nuovo progetto di Enza PagliaraeDario Muci. Due tra le voci più intense del Tacco d’Italia, da lungo tempo protagonisti di percorsi artistici di alto profilo, ripropongono canti dimenticati, raccolti da loro stessi dalla voce viva dei cantori del Salento. Li incarnano e li impastano coi tempi e le storie che vivono, svelando la vitalità del passato sullo sfondo del presente. Un repertorio di canti tradizionali per voci, tamburelli e chitarra che unisce la ricerca alla riproposta, il femminile al maschile. Se Enza Pagliara con dischi come “Frunte de luna” e “Bona Crianza” si è segnalata come una delle più intense interpreti della vocalità al femminile, Dario Muci con il progetto “Barberìa e canti del Salento” ha gettato nuova luce sul repertorio dei musicisti barbieri, donando nuova vita ad un corpus di canti e musiche per lungo tempo finite nell’oblio. Terragnula nasce dalla comune esigenza di rileggere uno straordinario corpus di canti appresi dalla voce degli anziani cantori salentini, mescolandoli a composizioni nuove ispirate alla realtà che li circonda, dando vita ad un incontro tra passato e presente.

Dario Muci ed Enza Pagliara

Domenica 12 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euro) la cantante Domy Siciliano, accompagnata dal pianista Luigi Botrugno proporrà “Mina in Jazz“, un progetto accattivante, dedicato alla star cremonese per reinterpretare, in chiave jazz, i suoi più grandi successi. Mina resta tra le maggiori interpreti di musica leggera di ogni tempo, ma è anche una jazz singer sui generis, con risultati sempre eccellenti. Proprio partendo da queste considerazioni, nasce questo viaggio musicale. Il duo ha all’attivo diverse produzioni, sia in ambito jazz che in quello della musica da film e del repertorio cantautorale, tutto reinterpretato nel loro stile vicino a quello jazzistico. Grande grande grande, E se domani, Nessuno, Parole Parole, solo per citare alcuni dei brani che ascolteremo questa sera.

Sabato 18 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euro), la salentina Giorgia Santoro (flauto, flauto basso, flauto contrabbasso, ottavino, bansuri, xiao, voce, cimbali, live electronics) e il siciliano Francesco Cusa (batteria) con il nuovo spettacolo “The Black shoes“. Entrambi si dedicano da anni alla musica improvvisata, alla continua ricerca di un linguaggio nuovo, puro e irriverente al tempo stesso. “The black shoes” sono le scarpe del musicista, l’abito che custodisce le radici dell’uomo. Nell’armonica alternanza dello Yin e dello Yang, la musica svela i suoi lati opposti, contraddittori, plasmando un linguaggio sempre nuovo, profondo come le radici ma con lo sguardo verso il cielo.

Domenica 19 giugno
 (ore 21 – contributo associativo 7 euro) il cantante Pino Ingrosso torna a Lu Mbroia con un personalissimo omaggio a Pino Daniele. Un percorso teatrale – musicale, nel quale Ingrosso affronta il repertorio del cantautore napoletano con delicatezza, apportando alle canzoni il proprio linguaggio e stile. Pino Ingrosso, salentino doc, debutta proprio a Napoli nel 1980 come voce solista nello spettacolo teatrale “Opera”, su musiche di Eugenio Bennato, con il quale collaborerà per undici anni. Da lì in poi, tra musica, teatro e cinema, avrà la possibilità di lavorare al fianco di artisti quali Roberto De Simone, Nicola Piovani e Vincenzo Cerami, Fiorello e Marco Baldini, Antonio Albanese, Pino Donaggio, Giancarlo Giannini, Noa, Gigi Proietti, Luca De Filippo, solo per citarne alcuni.
Lunedì 20 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euro), Giovannangelo De Gennaro (voce, viella, flauti, cornamusa) e Peppe Frana (liuto, oud, rebab afghano) con “Viaggio a Samarcanda“. Nella primavera del 1403 re Enrico III “l’infermo” ordina al suo ciambellano Ruy Gonzalez de Clavijo di guidare una missione diplomatica diretta alla corte di Tamerlano a Samarcanda. I diecimila chilometri che separano Cadice, dove il nostro si imbarca, e l’odierno Uzbekistan diventano oggetto di un diario di viaggio dal piglio più scientifico che letterario che descrive con dovizia di particolari e aneddoti l’Italia meridionale, il Dodecanneso, Costantinopoli (dove il convoglio sosterà alcuni mesi), l’Armenia, la Persia, deserti e montagne lungo la Via Della Seta e infine Samarcanda, raggiunta l’8 settembre 1404. Questo concerto tenta di ripercorrere le orme di Gonzalez de Clavijo e dei suoi carovanieri, toccando repertori di alcuni dei luoghi descritti e ibridando nell’esecuzione strumentazioni e stilemi propri della penisola iberica cristiana del tardo medioevo con quelli della variegata koinè Islamica che proprio dall’Asia centrale estendeva le sue propaggini fino al sultanato di Granada.
Sabato 25 giugno (ore 21 – contributo associativo 7 euroRachele Andrioli Massimo Donno duetteranno in “Homo Faber 1970/1973 – La Trilogia di Fabrizio de Andrè“. In scaletta i brani di tre tra i più importanti album del cantautore genovese – “La buona Novella”, “Non al denaro non all’amore né al cielo”, “Storia di un impiegato” – secondo molti l’apice compositivo di Faber, sia da un punto di vista musicale sia da un punto di vista del valore letterario e politico. Nel suo lavoro per uno sviluppo della voce secondo stilemi della tradizione, Rachele Andrioli attinge a esperienze di viaggi, collaborazioni e incontri con le altre culture del mondo. In questo modo la tradizione pugliese viene a confronto e sintesi con quella di terre vicine e lontane, diventando lo “strumento” che caratterizza fortemente i suoi progetti musicali. Massimo Donno, chitarrista, cantautore ed interprete, soprattutto legato alla canzone d’autore italiana, ha pubblicato tre album per etichette di livello nazionale, distribuiti in Europa, dove spesso ha avuto modo di portare i suoi progetti musicali. È in uscita “Lontano”,  nuovo album che ospiterà, tra gli altri, Gabriele Mirabassi, Daniele Sepe, Musica Nuda, Juan Carlo Flaco Biondini, Redi Hasa.

Rachele Andrioli


Domenica 26 giugno (ore 21 – contributo 7 euro), ultimo appuntamento del mese con una tappa del Taranto Jazz Festival, diretto da Antonio Oliveti. Sul palco il duo composto da Valentina Negro (voce) e Angelo Surdo (fisarmonica) con un repertorio internazionale che spazia dalla world music alla tradizione latina, fino alla canzone d’autore francese. In questo intenso viaggio il pubblico incontrerà, solo per fare qualche nome, Astor PiazzollaCaetano VelosoEdith PiafGabriella Ferri e Paolo Conte.

30 maggio 2022

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