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Sanità privata su liste d’attesa Salatto risorse irrisorie

La sanità privata accreditata supporterà la Regione Puglia nell’obiettivo di abbattere le liste
d’attesa negli ospedali. In Puglia arriveranno 33 milioni di euro. Questa la cifra complessiva
assegnata dal governo con la legge di Bilancio per recuperare di qui alla fine dell’anno le
prestazioni non erogate a causa del Covid, che hanno prodotto un ulteriore intasamento delle
liste d’attesa: 20 milioni per le strutture sanitarie ecclesiastiche e 12,8 per le strutture private
accreditate, come ufficializzato ieri in una riunione dall’assessore alla sanità Rocco Palese e
dal direttore del dipartimento salute della regione Puglia, Vito Montanaro, alla quale era
presidente Potito Salatto, presidente di Aiop Puglia l’organizzazione che rappresenta 27
strutture private accreditate distribuite su tutto il territorio regionale per un totale di 3803.
“Accogliamo gli sforzi fatti dalla Regione Puglia, – afferma Salatto – accettiamo la sfida che ci
viene lanciata ma non possiamo fare a meno di esprimere alcune perplessità.
A) la cifra che ci viene assegnata è irrisoria rispetto all’entità del problema, aggravato dal
rallentamento delle prestazioni erogate durante il Covid;
B) siamo assolutamente scettici sui criteri di ripartizione che si basano sui fatturati delle
strutture e non sulle reali necessità dei territori. Questo ci rimanda a ciò che da tempo
suggeriamo alla regione Puglia, ovvero una revisione del sistema delle prenotazioni
che tengano conto dei bisogni sanitari dei territori in rapporto alla specificità degli
stessi.

Polito Salatto

La sanità privata – continua Salatto -ancora una volta mostra il suo volto responsabile in
un’ottica che vede il sistema sanitario regionale come un comparto fatto di pubblico e privato
che collaborano e cooperano per garantire assistenza adeguata ai cittadini. Ma il privato deve
anche essere messo nelle condizioni di lavorare e di crescere. Questo può avvenire solo
ponendosi come obiettivo quello di far crescere i territori più sguarniti di strutture e servizi di
assistenza sanitaria. Ma questa è un’altra storia”.

21 luglio 2022

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