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Hommage #2 Artisti che omaggiano artisti ospita Beppe Labianca

locandina

di Maria Pia Latorre

Al museo Nuovaera, di Bari, in Strada dei Gesuiti, 13, nei giorni dal 5 al 26 novembre, si sta svolgendo la seconda edizione della rassegna “Hommage, Artisti che omaggiano artisti”, da un’idea di Iginio Iurilli, a cura di Carmelo Cipriani.
La mostra vede la partecipazione di opere di Nicola Carrino, Mimmo Conenna, Beppe Labianca, Giuseppe Spagnulo, Domenico Ventura, tra gli artisti pugliesi scomparsi nell’ultimo decennio, omaggiati dagli artisti pugliesi contemporanei Antonio Paradiso, Piero Di Terlizzi, Francesco Granito, Giulio De Mitri e Vito Maiullari. Un’occasione importante per un percorso di immersione nell’arte visiva
autoctona che regalerà grandi emozioni.


“La mostra consentirà di riscoprire un patrimonio storico-artistico latente, fatto non solo di opere ma anche di storie sottaciute”, si legge nella brochure.
Ci soffermiamo qui su uno degli artisti in particolare, strappatoci di recente dalla terribile pandemia che tante vittime ha fatto, Beppe Labianca, punta di diamante dell’arte figurativa italiana e tra i maggiori innovatori e animatori culturali meridionali.

Lungo e variegato il percorso artistico di Labianca, che è passata dall’esperienza dell’espressionismo contadino, insieme al materano Luigi Guerricchio, e che si è arricchita dall’avvicinamento a Guttuso e, durante alcuni soggiorni a Londra,
dall’adesione all’arte di Francis Bacon.
Da questi eredita una sorta di sguardo empatico sulla realtà, che si prende carico della
natura degli uomini e delle donne in un limpido slancio corale, uno sguardo dotato di
rara intensità che ne travalica l’hic et nunc, per trascenderne sentimenti e
interrogativi. Ha caratteri di esistenzialismo l’arte di Beppe Labianca, ma non si
lascia ingabbiare nelle sue maglie di sfiducia immanente, di nichilismo assordante,
bensì compie agili salti verso una percezione metafisica che riesce a rendere nelle sue
opere con grande potenza evocativa.


Può, senza dubbio, la sua produzione artistica essere suddivisa in diversi
contraddistinti periodi, in base ai precisi ambiti di ricerca che hanno coinvolto

l’artista, a partire dal periodo della pittura di impronta espressionista legata al mondo
rurale meridionale, al periodo baconiano a quello successivo dell’essenzialismo
figurativo e di impostazione metafisico-simbolica.
Successivamente approda ad una innovativa modalità espressiva, unica nel suo
genere, immediata e semplice come solo la genialità sa esserlo. Una forma d’arte a
tutto tondo, a metà strada tra pittura e scultura, che riesce a sfruttare le possibilità
espressive di ciascuna delle due componenti, grazie ad un sapiente e solido utilizzo di
ognuna di esse e di entrambe fuse insieme.
Ma tutto ciò non basterebbe a spiegarci la forte valenza emotiva e la resa artistica
degli autentici capolavori d’inventiva che Labianca ha creato, se li pensassimo
disgiunti da una frenetica immaginazione e da un io continuamente teso a porsi
domande e ad interrogare la vita, in un’inquietudine che ha coabitato ora
pacificamente ora in maniera impetuosa con l’artista.
Tale rigorosa postura lo ha portato a osservare e a ritrarre con grande accoglienza e
rispetto la variegata umanità, in un atteggiamento di estrema e delicata attenzione, ma
nello stesso tempo, lo slancio metafisico lo ha portato a trasfigurarla, epurarla,
sublimarla in una sorta di proiezione estetica mai fine a se stessa, ma tesa ad
emozionare, ad indurre riflessione.

In tale percorso di serena dialogicità con la materia artistica, il Maestro introietta un’ulteriore elemento che aggiunge valore e intensità alle sue opere ed è legato ad uno sguardo architettonico della realtà di largo respiro, realtà che si prepara a diventare dimora e sostrato delle opere stesse.
L’uso sapiente degli spazi gioca dunque un ruolo fondamentale nelle installazioni delle sagome in ferro, ruggine e pittura di Beppe Labianca, che si fondono così intimamente con l’ambiente tanto da trarne maggior forza ed energia. Dalla bidimensionalità delle tele si passa alla tridimensionalità delle installazioni, con un suggestivo ed emozionante percorso tra masse e volumi dialoganti.
L’artista di sé più volte ha ripetuto che ambiva ad entrare nelle sue opere perché voleva esistere attraverso esse e con esse.

locandina


L’originale modalità che ha saputo creare certamente ha permesso questo
meraviglioso viaggio onirico e di continuo stupore. Lo ha permesso a lui come a
chiunque si accosti alla sua arte.
Probabilmente il suo è stato un viaggio alla ricerca del sublime, per trascendere una
realtà talvolta non esaltante, mortificante. Ma l’arte vive per questo anche, e l’arte di
Labianca ha, oggi più che mai, tale potere taumaturgico.

Gli orari di apertura della mostra dal martedì al sabato dalle 17,30 alle 20. Chiuso il
lunedì.

2 thoughts on “Hommage #2 Artisti che omaggiano artisti ospita Beppe Labianca

  1. Ottimo articolo che contribuisce a cogliere gli aspetti più significativi e originali di un grande artista e di un uomo buono. Un amico caro che ha lasciata un vuoto incolmabile. Le installazioni trasmettono la sua “presenza”. Una sensazione mai provata prima.

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