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Più sicurezza per i ciclisti Milano Napoli Genova e Lecce mobilitazione in contemporanea

I ciclisti formeranno “ciclabili umane”, come già avvenuto a Milano lo scorso 10 novembre, due giorni dopo la morte di Luca, giovane ciclista investito da un tram

Domani, sabato 3 dicembre, a Milano, Napoli, Genova e Lecce si svolgeranno contemporaneamente quattro mobilitazioni di protesta dei ciclisti, che chiedono più sicurezza per la mobilità attiva e per chiedere il rispetto delle piste ciclabili, che spesso vengono utilizzate dagli automobilisti come area di sosta.

Dopo la prima edizione di “Proteggimi”, un flash-mob che a Milano lo scorso 10 novembre ha coinvolto più di 400 ciclisti, che si sono disposti in una lunga fila umana per proteggere coloro che utilizzano la corsia ciclabile in viale Monza, la protesta si allarga in altre città per chiedere alle amministrazioni pubbliche di proteggere le piste ciclabili esistenti e di estendere la rete dei percorsi ciclabili e al Governo di stanziare i fondi necessari per attuare il piano nazionale della ciclabilità. Le comunità ciclistiche di Genova, Lecce e Napoli hanno deciso di promuovere in contemporanea la stessa manifestazione realizzata a Milano (seguendo i consigli dei cicloattivisti milanesi), che ne organizza una seconda edizione. Le manifestazioni erano tutte già programmate, ma assumono un significato ancora più tragico e urgente dopo le morti nei giorni scorsi del ciclista Davide Rebellin e del giovane Manuel Lorenzo Ntube, entrambi uccisi in bici investiti da mezzi a motore.

IL PROGRAMMA DI SABATO 3 DICEMBRE 2022

MILANO, alle ore 15, appuntamento in corso Buenos Aires 77.
Dopo la prima edizione in viale Monza, questa volta la mobilitazione “Proteggimi” creerà una “ciclabile umana” lungo la pista in segnaletica realizzata durante la pandemia in corso Buenos Aires, molto utilizzata dalle biciclette (6.500 al giorno in media, quadruplicati rispetto a prima) e purtroppo anche dalle auto che ci parcheggiano sopra, chi per qualche minuto chi per tutta la giornata.

Proteggimi

“Subito dopo la prima edizione di “Proteggimi” sono state molte le città che ci hanno contattato per sapere come fare a promuovere una manifestazione del genere – dichiarano Angelo Lisco e Ilaria Fiorillo del gruppo di ProteggiMi. Abbiamo condiviso quanto sperimentato e siamo felici che già altre tre città si siano unite per promuovere in contemporanea ciclabili umane. Pedalare in sicurezza deve essere un diritto di tutte le persone, a prescindere da dove vivano. Le tragedie di questi giorni ci dicono che il cammino per la sicurezza stradale degli utenti deboli è purtroppo ancora molto lungo ”

Evento Facebook: https://web.facebook.com/events/516993560152825/

GENOVA, alle ore 15, appuntamento in piazza De Ferrari.

La “ciclabile umana” sarà formata in via XX Settembre. 40 associazioni e tantissimi cittadini e cittadine chiederanno una città a misura di persona: a piedi, in bicicletta, con sedie a rotelle. Organizzati 4 bicibus per i ciclisti che raggiungeranno la piazza centrale dai quattro angoli della città.

Nella ciclabile, protetti dalle persone, sfileranno i nostri bambini. Via XX Settembre, la via dello shopping, sarà la migliore vetrina per il futuro che

sogniamo per loro” dichiara Alessandra Repetto di GenovaCiclabile.

Evento Facebook:  https://web.facebook.com/events/3396230393923512/

LECCE, alle ore 11am, appuntamento in viale Lo Re

Sempre più persone pedalare in città ma troppo spesso le piste e i percorsi ciclabili sono occupati impunemente da auto e furgoni in sosta selvaggia. Come avviene, per esempio, in viale Lo Re. È qui che sabato 3 dicembre dalle 11 alle 12 sarà formata una ciclabile umana a protezione simbolica di chi pedala, per manifestare in maniera ferma e pacifica chiedendo una città più sicura e vivibile. Con questo appello lanciato attraverso i social con l’hastag “#PROTEGGI_LE”, il movimento di cittadinanza attiva LeccePedala organizza un flashmob per denunciare crescenti fenomeni di malcostume e per chiedere di ristabilire in città il rispetto per i ciclisti urbani.

Vogliamo una città che non si piega alla legge del più forte, ma che vuole essere a misura dei più fragili, una città dove ci sia rispetto di aree pedonali, strisce pedonali e marciapiedi e che vengano create sempre più aree pedonali alberate. Vogliamo una città con il limite dei 30 km/h. Vogliamo vivere in una città nella quale attraversare la strada non dev’essere una preoccupazione per mettere fine alla quotidiana violenza stradale”, dichiara Ernesto Fumarola di LeccePedala.

Proteggile

Evento Facebook https://web.facebook.com/events/531534555562961/?ref=newsfeed

NAPOLI, alle ore 8am, appuntamento in galleria Principe di Napoli, presso la Bicycle House.

Da lì ci si sposta per raggiungere corso Umberto, per fare la “ciclabile umana” lungo la bike lanes, oltraggiata da auto e scooter in sosta ad ogni ora. I promotori chiedono che diventi subito una pista ciclabile bidirezionale sul lato dell’Università Federico II di Napoli.“Napoli agli ultimi posti per km di ciclabili e nessun interessante progetto all’orizzonte, nonostante ci siano ben 35 mln di euro di fondi PNRR a disposizione. Ed allora proviamo noi a realizzare una ciclabile umana, per chiedere al Comune di Napoli di sbloccare le risorse già in cassa per proteggere dalle auto chi ogni giorno pedala in corso Umberto. Infatti solo per questo progetto sono stanziati e già disponibili circa un milione di euro che ora si rischia di perdere”, commenta Luca Simeone Direttore del Napoli Bike Festival.

Evento Facebook: https://web.facebook.com/events/478056434421282/

DATI INCIDENTALITÀ E SICUREZZA STRADALE

Il 20 novembre si tenuta la giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada, un’elaborazione dei dati effettuata da Giovanni Mandelli di “Stradapertutti” riporta che la maggior parte degli incidenti avviene in città su strade urbane (73,1% fonte istat) e che le principali cause di incidente sono sono la distrazione (15,4%), la mancata precedenza (14,3%) e l’eccesso di velocità (10%).  Che cosa significa? Gli incidenti non sono fatalità e avvengono per cause sulle quali possiamo e dobbiamo agire. Se si vuole puntare alla “vision zero” ovvero zero morti in strada, serve intervenire sui mezzi più pesanti che rendono pericolose le nostre strade. Ad esempio abbassare il limite di velocità a 30km/h in città consente di aumentare la sicurezza sulle strade per tutti gli utenti, anche per gli stessi automobilisti che rappresentano in valore assoluto il numero più alto di vittime (1192 nel 2021 – istat). Molte città europee stanno sperimentando con successo questa azione: Barcellona, Bruxelles, Madrid, Parigi, Bilbao, Helsinki e Zurigo. Queste città sono diventate non solo più sicure ma anche più silenziose, più accessibili e più vivibili.

La strada è spazio pubblico e deve poter essere percorsa in sicurezza da tutti gli utenti: automobilisti, ciclista, pedoni (dai bambini agli anziani). Occorre promuovere il concetto di strada condivisa in cui l’utente “forte” si prende cura dell’utente più “debole”.

Non solo quindi serve una rivoluzione infrastrutturale ma anche e soprattutto un cambiamento culturale rispetto alla mobilità urbana.

DATI SU PISTE CICLABILI IN ITALIA

Clean Cities, Fiab, Legambiente e Kyoto Club hanno pubblicato di recente il dossier “Non è un paese per bici” (https://italy.cleancitiescampaign.org/dossier-ciclabilita/) in cui sono svolte analisi e formulate proposte su come rendere l’Italia davvero un paese ciclabile, con evidenti benefici ambientali e sociali. La prima, sconcertante anche se non sorprendente evidenza del dossier è che l’Italia investe nell’auto quasi 100 volte più che nella bici: 98 miliardi di euro per il settore automotive e le infrastrutture stradali contro poco più di un miliardo per bonus bici e ciclabili urbane ed extraurbane. Questo senza contare riduzione delle accise e altri sussidi ambientalmente dannosi. Secondo la ricognizione fatta su dati ISTAT, le città italiane hanno una media, secondo i dati Istat, di 2,8 km di ciclabili per diecimila abitanti, con grandi disparità territoriali, da zero km in molti capoluoghi del Centro-Sud ai 12-15 km di Modena, Ferrara, Reggio Emilia.

Le ciclabili sono cresciute del 20% tra il 2015 e il 2020, ma oltre un terzo dei comuni non ha costruito un solo chilometro in più, o ne ha addirittura rimossi alcuni. Le disparità territoriali sono grandissime: nella top 10 ci sono solo città del Nord, mentre in coda alla classifica si trovano quasi solo città del Centro-Sud. Metà delle città italiane hanno in media meno di 30 cm di ciclabili per abitante, rispetto ai due metri di Helsinki e al metro e mezzo di Amsterdam. Non tutte le città capoluogo di provincia hanno un PUMS, e non tutti i PUMS includono un biciplan. Nel complesso, i PUMS che prevedono uno sviluppo della ciclabilità pianificano 3.448 nuovi km di ciclovie urbane rispetto ai quattromila già esistenti (+83%). A questi si aggiungono oltre 4.500 km previsti dai PUMS di alcune città metropolitane, per un totale di circa 8.000 km di nuove ciclabili da realizzare. Secondo i calcoli contenuti nel dossier, solo per realizzare le ciclabili previste dai PUMS servono 1,34 miliardi di euro, una cifra dieci volte superiore alle risorse già stanziate per le ciclabili urbane e al momento ancora da assegnare, stando ai dati dello stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti (MIT). In base allo scenario elaborato per il dossier, se vogliamo colmare appieno il gap con il resto d’Europa, bisogna quadruplicare le infrastrutture ciclabili, raggiungendo un totale di 21.000 km al 2030. Da una stima prudenziale del fabbisogno economico, l’investimento dovrebbe essere di almeno 3,2 miliardi di euro nell’arco dei prossimi sette anni, pari a 500 milioni di euro all’anno.  Si tratta di investire in sette anni l’equivalente di quanto si sta spendendo oggi in tre mesi per ridurre di pochi centesimi il costo del carburante alla pompa di benzina (le stime dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio parlano di quasi 8 miliardi spesi tra Marzo e Ottobre 2022).  La proposta delle organizzazioni rivolta al MIT e al nuovo Parlamento è quindi di integrare il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, approvando un piano straordinario di investimenti per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio, con uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno fino al 2030.

“Milioni di italiani vorrebbero avere l’opportunità di muoversi in sicurezza usando la bici per raggiungere i propri luoghi di lavoro, di studio o di svago. Ma non possono perché le strade sono il dominio incontrastato delle automobili e mancano infrastrutture adeguate. – dichiara Claudio Magliulo, responsabile italiano della campagna Clean Cities – Facilitare l’utilizzo diffuso e capillare della bicicletta, in sicurezza, non è solo una priorità dal punto di vista ambientale e climatico, ma anche parte della soluzione all’epidemia di morti per mal’aria e una questione di giustizia e inclusione sociale”

2 dicembre 2022

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