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Bif&st 2023- Francesco Piccolo tra sceneggiatura e scrittura

di M. Siranush Quaranta 

In un teatro Petruzzelli gremito di pubblico, subito dopo la proiezione de “Il capitale umano” di Paolo Virzì (2013), lo sceneggiatore e scrittore Francesco Piccolo ha dialogato, nell’ultima masterclass del Bif&st 2023, con il critico Alberto Crespi del film, delle altre collaborazioni e del suo libro “La bella confusione”. “lI capitale umano” è tratto da un romanzo americano di Stephen Amidon, ed il film ha camminato verso la realizzazione ricostruendo la storia, in corso di sceneggiatura, da tre punti di vista diversi – il suo, quello di Paolo Virzì e quello di Francesco Bruni –  per allontanarsi dal libro e trasferire il testo da Boston in Italia, in Brianza. “E’ stato strano, io casertano, avere a che fare, come new entry, con due amici livornesi che scrivevano in sintonia da tempo”, ma l’ingresso è stato facile. 

Quando si lavora in gruppo si attiva una dinamica per cui diventa difficile ricordare chi ha scritto una battuta, ma la verità è doppia poiché da un lato c’è omertà  e dall’altra  alla fine tutto si intreccia e non si sa chi l’ha effettivamente scritta.

Piccolo ha ricordato il lavoro accanto a Nanni Moretti ne “Il caimano” del 2006; Moretti rappresenta un mondo, un artista con una personalità molto forte, un mito con tutta la sua filmografia. La figura dello sceneggiatore è inserita in un sistema ben rodato, dove tutti devono dare il loro contributo. Egli deve avere talento e saper scrivere, ma anche un buon carattere per stare con altri creativi, deve essere una persona  piacevole e anche divertente con cui interagire perché i film hanno una lunga durata e “le persone si devono svegliare contente di stare insieme”; solo così nascono le sceneggiature e i film belli. Naturalmente ci sono conflitti, ma poi si crea sempre una magia per cui tutti vanno per la stessa strada.

Per il film “Il traditore”(2019) di Marco Bellocchio, c’è stato un grande lavoro di documentazione anche sulle carte processuali e sul maxi- processo a Buscetta, che hanno poi portato alle particolari inquadrature del film, e dove la sceneggiatura ha dovuto dare estrema sicurezza. 

La seconda parte della masterclass di Piccolo è stata dedicata al suo ultimo libro “La bella confusione”(Einaudi), che inttreccia le vicende legate a due film storici “Il gattopardo” e “Otto e ½”. La copertina con Claudia Cardinale non è casuale perché ha recitato in entrambi i film. Lavorando parecchi anni sui documenti ha potuto creare uno spaccato di cronaca dell’epoca: come si viveva in quel periodo, come i film furono girati, la profonda rivalità e perfidia tra Federico Fellini e Luchino Visconti.

 Tutto ha avuto inizio durante il Festival di Sanremo di Fabio Fazio del 2014, quando    Claudia Cardinale invitata come ospite, gli raccontò del periodo in cui aveva lavorato per entrambi i film e di come i due registi esigessero un colore diverso di capelli sui due set, uno bionda e l’altro bruna, senza che dovesse indossare una parrucca.

I due film vengono girati nel 1962 in una coincidenza particolare che andava raccontata. I due registi non si parlavano da otto anni, dal Festival del cinema di Venezia del 1954, quando “Senso”di Visconti non aveva vinto nulla, mentre “La strada”di Fellini il Leone d’argento.

 La nascita di “Otto e ½” e de “Il gattopardo” è singolare, partendo proprio dall’attrice femminile e arrivando alla conclusione che si tratta dei film più personali dei due registi: per Fellini è un’autobiografia interiore, molto vera; Visconti parte dal romanzo più famoso e venduto, con il racconto della decadenza di un clima sociale, rendendosi poi conto che sta parlando del suo stesso mondo e di sè stesso. Fu Goffredo Lombardo a scegliere Burt Lancaster per il ruolo di don Fabrizio Salina, poichè era l’attore del momento, mentre per il regista era solo un cowboy.

Gli ultimi lavori di Francesco Piccolo sono “L’amica geniale” quarta stagione e “La storia”, la serie girata da Francesca Archibugi, attualmente al montaggio, tratta dal libro di Elsa Morante: “esiste poca differenza tra cinema e serialità, solo i tempi sono diversi ed occorre avere un regista che sappia mettere in scena e dare identità ad una storia più lunga”.

In serata Francesco Piccolo è stato premiato con il “Federico Fellini Platinum Award” come miglior sceneggiatore.

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